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5G, Nicita: “Queste le sfide della regolamentazione, per farlo bene in Italia”

Dai criteri da seguire per l’asta, alle questioni che riguardano il fixed wirreless e la neutralità della rete. Analisi a tutto tondo sulle sfide che l’arrivo del 5G pone per la regolamentazione

Pubblicato il 23 Nov 2017

Antonio Nicita

PD, Professore ordinario di Politica economica presso Università LUMSA, già commissario Agcom

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Il 5G è un cambio di paradigma, anche per la regolazione. Se il mondo che arrivava al 4G era focalizzato su business use verticali, per cui i titolari delle frequenze erano fondamentalmente operatori mobili che usavano le frequenze per i propri servizi al consumatore finale, con il 5G tutti i titolari saranno anche fornitori di input per servizi di settori diversi, nei quali latenza e affidabilità della connessione diventano centrali.

Un primo appuntamento importante sarà l’asta per le frequenze per il 5G.

Dal punto di vista economico, occorrerà individuare meccanismi di asta e ripartizioni dei lotti tali da coniugare nel miglior modo possibili concorrenza e requisiti tecnici per la qualità dei servizi, secondo le linee guida europee e ITU.

E’ probabile che Agcom metta a consultazione diverse ipotesi per valutare pienamente le diverse alternative. Nel caso in cui ci si dovesse orientare per un numero ridotto di lotti di grande capacità, ciò alimenterebbe il valore e la competizione nell’asta ma finirebbe per ridurre la concorrenza a valle tra i titolari delle frequenze. In questo caso andrebbero allora rafforzate le misure di condivisione (sharing) delle risorse spettrali attraverso opportuni accordi di mercato. In alternativa si potrebbero prevedere lotti relativamente ridotti e più numerosi, facilitando forme di aggregazione ex-post  tra titolari”.

Un altro tema che sarà oggetto di valutazione riguarda eventuali corsie preferenziali su alcuni lotti per nuovi entranti oppure l’introduzione di cap sul cumulo di frequenze da parte degli operatori tradizionali, come avvenuto in altre esperienze europee.

Per quanto riguarda la questione delle frequenze 3.5 MHz per il fixed wireless, l’Autorità ha sempre posto particolare attenzione alla continuità del servizio e alla salvaguardia degli investimenti. In quella banda vi sono stati diverse trasformazioni nel tempo della tipologia di servizio offerto che oggi include non solo FWA ma anche LTE da parte di alcuni operatori. Vedremo cosa suggerirà la consultazione appena avviata in merito. L’Autorità dovrà tener conto della complessità sottostante e di possibili nuove condizioni da imporre per ottimizzare la banda nel contesto prospettico del 5G. In ogni caso dovrà esserci un raccordo efficace ed efficiente con le finalità di tutta la banda C che dovrà convergere agli stessi usi e allo stesso tipo di valorizzazione alla luce anche della formulazione finale della norma in corso di discussione e approvazione in parlamento per la parte alta della banda.

Infine, il 5G è una nuova piattaforma che consentirà servizi specializzati resi possibili congiuntamente grazie allo slicing e alla cosiddetta orchestration del sistema di connettività. Questo pone la necessità di una regolazione, ancorché minima, di questi aspetti per evitare fenomeni di discriminazione ingiustificata nell’accesso. un tema che l’Agcom affronterà in stretta connessione con il Berec.

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