A più di quattro anni dall’istituzione formale dell’Agenda Digitale e con un quadro di iniziative messe in cantiere, già operative o addirittura già mature, la riflessione si concentra sulle potenzialità dell’innovazione digitale della Pubblica Amministrazione nel mondo delle imprese.
Gli obiettivi dell’Agenda Digitale Italiana e le progettualità messe in campo dal governo nazionale si muovono nella direzione di estendere la trasformazione digitale del Paese alle relazioni tra imprese e PA e tra imprese e imprese per rilanciare la competitività del tessuto economico nazionale ed europeo, introducendo più efficienza sui processi amministrativi e più flessibilità sui processi commerciali, meno costi operativi, maggiore qualità dei servizi offerti.
La digitalizzazione dei processi di interfaccia e la conseguente semplificazione del rapporto PA – imprese rappresenta un’opportunità per il recupero di produttività in termini di tempi di elaborazione, numero e complessità di azioni che intercorrono tra imprese e PA. Concretamente ciò si traduce in un abbattimento generale dei costi di burocrazia sostenuti dalle imprese (all’avvio dell’agenda digitale la riduzione dei costi annuali è stata stimata in un meno 30%. Fonte Osservatori Agenda Digitale – 2013). La riforma del CAD e l’avvio di SPID muovono sicuramente in questa direzione: semplificare le relazioni, efficientare i processi interni e uniformare la Digital Experience attraverso la standardizzazione delle modalità di accesso e fruizione dei servizi delle PA.
La realizzazione del nodo dei pagamenti ha aperto alla possibilità di sostenere minori oneri finanziari per le imprese derivanti dall’abilitazione dei pagamenti elettronici (muovendo, inoltre, nella direzione di quanto prescritto dalla Direttiva 2011/7/UE, relativa ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali). I pagamenti elettronici, inoltre, rappresentano l’input più forte per rafforzare la posizione commerciale delle imprese attraverso la diffusione dell’eCommerce, i cui volumi generati dalle imprese italiane, seppur in aumento, sono ben lontani dagli standard europei: una maggiore maturità della popolazione in termini di utilizzo del canale online si traduce nella maggiore capacità di vendita delle imprese. Lo sviluppo dei pagamenti elettronici, ulteriormente, garantisce un potenziale di riduzione dei costi operativi molto spesso sottovalutato: si pensi ai costi connessi al trasporto e custodia delle banconote, ai rischio sulle falsificazioni, scoperto, furti, ecc.
L’introduzione e l’obbligo di fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione (FatturaPA) ha rappresentato il primo input per la realizzazione di efficienza sui costi connessi ai processi commerciali, abbattendo di circa il 50% i costi complessivi di gestione e invio fatturazione. Diventa fondamentale ora incentivare l’utilizzo della fatturazione elettronica tra le organizzazioni (fatturazione B2B). Il processo di fatturazione B2B è speculare a quello rivolto alla PA: a partire dal primo gennaio 2017, infatti, le imprese potranno trasmettere le fatture in formato elettronico tramite il Sistema di interscambio gestito da Sogei.
Lo sforzo condotto sulla connettività e il dispiegamento della banda ultralarga evidenzia i primi risultati positivi in termini di capacità produttiva da parte delle imprese, tra le quali comprendiamo anche le piccole imprese. Tesi questa avvalorata dallo studio Istat su “Valutazione della relazione tra l’uso di Ict da parte delle microimprese, copertura a banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato e performance aziendale”. Gli investimenti realizzati si traducono infatti in un “aumento di produttività variabile dal 7% fino al 23% del valore aggiunto delle aree bianche/bianche dirette calcolato in assenza di investimenti e pari al 13% per il complesso di tutte le aree bianche italiane considerate” .
Se da un lato le iniziative di crescita digitale e connettività messe in campo stanno già portando risultati tangibili, è evidente, però, che molto resta da fare per poter assecondare i trend evolutivi che caratterizzano il futuro delle aziende. Le aziende digitali (nella concezione della fabbrica 4.0), infatti, tendono a caratterizzarsi sempre più per un’organizzazione del lavoro flessibile in termini di orari, luoghi e canali in modo da assecondare la spinta alla personalizzazione di prodotto. Ciò comporta, conseguentemente, una potenziale riduzione della forza lavoro con competenze basse e in parallelo la creazione di nuove figure professionali.
A questo punto diventa fondamentale rilanciare lo sforzo di trasformazione digitale concentrandosi sull’importanza dell’innovazione per sviluppare nuovi mercati, creare nuovi modelli e condividere una nuova cultura aziendale e all’interno della PA.
Innovazione di servizio. L’amministrazione, con l’obiettivo di sviluppare servizi di qualità, è opportuno che organizzi ecosistemi digitali collaborativi pubblico – privato che convergono nella realizzazione di prototipi di servizio. All’interno di ogni ecosistema si assiste alla condivisione della creazione di valore, non più in filiere produttive autonome e anonime, ma all’interno di un sistema in cui le imprese ottengono un vantaggio economico in termini di disintermediazione.
E’ importante attivare iniziative che incentivino l’eCommerce B2B. Parliamo dei marketplaceB2B, opportunità commerciale ancora troppo sottovalutata dalle imprese italiane, se si pensa che tra i primi 50 marketplace B2B orizzontali per volumi di traffico non ne è presente nemmeno uno italiano. Questi potrebbero costituire una leva strategica per la competitività, con benefici potenziali per l’intero sistema economico. A riguardo, l’amministrazione potrebbe impegnarsi nella costituzione di un marketplace per l’esposizione delle API da utilizzare ed integrare all’interno delle soluzioni tecnologiche della PA. I benefici ottenibili da una simile operazione possono essere di duplice natura: risparmi nei costi operativi dell’amministrazione e, appunto, il sostegno all’apertura/consolidamento di un nuovo mercato digitale.