Sono stato nominato ,poco più di un mese fa dalla mia organizzazione Federmanager Italia, come responsabile del progetto Agenda Digitale. Questo avveniva alla vigilia della faticosa approvazione del provvedimento cosiddetto Crescita 2.0 in cui sono indicate le misure per l’applicazione concreta dell‘Agenda Digitale.
Ma da quel momento di Agenda Digitale non ne abbiamo più sentito parlare.
Inutile dire che al lavoro preparatorio dell’intero pacchetto di provvedimenti Federmanager ha dato un significativo impulso in termini di idee e di applicazioni sostenuto dalla esperienza internazionale dei Dirigenti di Aziende che operano, non senza difficoltà, nel settore dell’ICT.
Dopo aver atteso la formalizzazione della nomina del Direttore dell’Agenzia Digitale, che dovrebbe avere il compito di portare avanti gli obiettivi definiti dal Decreto e monitorare l’attuazione dei piani di ICT delle pubbliche amministrazioni anche in linea con l’Agenda digitale europea, ci aspettavamo una rapida produzione dei regolamenti attuativi, elemento determinante per rendere operativo il programma di innovazione del Paese.
Conoscendo la capacità e l’impegno del nuovo manager posto alla guida dell’Agenzia escludo che i ritardi siano a lui imputabili sono invece certo che sia difficile redimere una serie di contrasti derivanti da una “Governance” concepita da quattro diversi dicasteri.
Sarà stato il Natale, o più realisticamente quella che sta diventando la più incandescente campagna elettorale degli ultimi anni, ma di provvedimenti che diano l’avvio al programma non se ne sono visti.
Forse eravamo stati profeti quando avevamo intitolato un recente convegno sull’Agenda Digitale: “Agenda Digitale, Start o False Partenza?”.
Ora il rischio è quello di veder impantanare nelle pastoie della burocrazia e nella congenita lentezza della PA quel poco di innovativo che è contenuto nella nuova legge e che, anche se assolutamente insufficiente a dare al nostro Paese un impulso di modernità, può rappresentare una boccata di ossigeno e contribuire a stabilizzare e in prospettiva sviluppare i livelli occupazionali di un comparto , quello dell’ICT,in sofferenza da oltre dieci anni.
Quasi tutti i programmi indicati e finanziati dalla legge avrebbero necessità di essere messi in campo con grande tempestività; non c’è più tempo per le lungaggini previste dalle articolate gare d’appalto concepite su modello Consip o sulla scorta di fantasiose circolari ministeriali.
Cadono le braccia nel leggere ,per esempio, l’Art.19 del decreto sull’Agenda Digitale in tema di “Grandi progetti di ricerca e innovazione e appalti precommerciali”. Si direbbe al bar: “alla faccia della semplificazione”.
Chi ha a cuore il futuro del Paese deve fare, con impegno, la sua parte. Federmanager offre un contributo di professionalità di altissimo livello al fine di aiutare le istituzioni a mettere in campo tutte le risorse disponibili per tentare di superare una crisi che mette a repentaglio la tenuta e lo sviluppo della nostra società.