L’incontro e lo scambio di esperienze e prassi sono elementi centrali della strategia di assistenza tecnica che l’ANCI offre ai Comuni. Questo confronto continuo ci permette di conoscere bene i punti di forza e le debolezze delle Amministrazioni, valorizzando quindi il nostro ruolo di rappresentanza e accompagnamento.
Al di là di quanto si sostiene nelle occasioni pubbliche, attualmente si ha la percezione di un livello centrale non così attento nel “leggere” e percepire i bisogni dei territori che, invece, hanno dimostrato di avere la capacità di produrre innovazione, come dimostrato ormai da diversi programmi sia nazionali che europei. L’innovazione, però, può essere performance di poche realtà solo in uno stadio iniziale, ma se non è capace, o non ha la possibilità, di diffondersi perde valore. C’è quindi bisogno di supportare la condivisione dei risultati, senza essere dirigisti ma facilitando la contaminazione delle esperienze attraverso le semplificazioni amministrative e l’utilizzo intelligente delle risorse. La stessa ANCI, nell’individuazione dei criteri di premialità nei propri bandi, è passata dal riconoscere il merito a progetti di singoli Enti a progetti di dimensione più allargata, che abbiano quale componente fondamentale un solido modello di sostenibilità delle iniziative.
Il rischio da evitare è dunque quello della frammentazione, sia progettuale che territoriale. La riduzione della spesa in acquisti IT per la PA costituisce poi un ulteriore rischio per il processo di digitalizzazione delle nostre Amministrazioni: a questo proposito, va chiamata in causa l’Agenzia per la Coesione territoriale, che potrebbe utilizzare una parte delle risorse del PON Governance per supportare la diffusione dei servizi digitali a livello territoriale. Un altro fronte da sollecitare è quello delle città metropolitane, che possono assumere un ruolo di guida nell’abilitare ai servizi digitali i Comuni della cintura, anche lavorando con l’Agenzia per la Coesione Territoriale e le Regioni affinché sia possibile coniugare il PON Metro con i POR regionali.
Per rendere disponibili soluzioni per più Comuni, anche per i più piccoli, lo sviluppo tecnologico deve essere accompagnato da quello istituzionale e organizzativo, favorendo l’associazionismo di funzioni dei piccoli Enti.
Per poter assicurare continuità a questa azione di networking, ANCI ha costituito, cinque anni fa, l’Osservatorio Nazionale sulle Smart City.
L’Osservatorio – che in questi anni ha prodotto report, linee guida, laboratori, seminari in presenza e on line sui temi dell’innovazione urbana – risiede su una piattaforma dedicata e consente di rendere pubbliche e condivisibili le esperienze condotte dai Comuni, puntando alla messa in comune non solo dei progetti, ma anche di tutta la prassi e documentazione amministrativa necessaria alla loro realizzazione. Questa piattaforma sta ora evolvendo sia dal punto di vista tematico, abbracciando i diversi ambiti che riguardano lo sviluppo dell’agenda urbana nazionale, sia funzionale, grazie all’affiancamento al database progettuale di community web specifiche che hanno l’obiettivo di innalzare il livello dello scambio fra gli amministratori. Siamo convinti che uno strumento di questo tipo sia necessario non solo per i Comuni, ma anche per tutti gli stakeholder privati e pubblici che hanno interesse sui temi delle città, a partire dalle Amministrazioni centrali che definiscono e attuano politiche settoriali che ricadono sui territori. Per questo, l’ANCI ha investito e continuerà a investire con risorse proprie sulla piattaforma, e ha intenzione di proporla anche come supporto a misure di accompagnamento e assistenza tecnica che verranno attivate, a partire dal PON Governance.