politecnico di milano

Appalti pubblici, perché è urgente sbloccare le nuove procedure di acquisto

È urgente che il nostro Paese adotti completamente il nuovo codice dei contratti pubblici e incentivi l’utilizzo delle nuove procedure di acquisto in esso contenute da parte delle PA italiane. Solo così si può sperare di aumentare le collaborazioni tra pubblico e privato tanto auspicate dalla Commissione Europea e di utilizzare gli acquisti pubblici di ICT come volano per la trasformazione digitale del nostro Paese

Pubblicato il 09 Gen 2017

Luca Gastaldi

Direttore dell'Osservatorio Agenda Digitale e dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano

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Uno dei cambiamenti chiave previsti dal nuovo codice dei contratti pubblici, approvato il 18 aprile 2016, riguarda l’introduzione di tre nuove procedure per favorire l’acquisto di soluzioni innovative da parte della PA:

  • procedura competitiva con negoziazione: modellata sulla base del “vecchio” dialogo competitivo, essa presuppone una maggiore chiarezza nell’oggetto dell’appalto, con la conseguente possibilità di aggiudicazione anche sulla base delle sole offerte iniziali negoziate tra la PA aggiudicatrice e gli operatori economici che rispondono al bando di gara.
  • nuovo dialogo competitivo: procedura flessibile nella quale la stazione appaltante avvia un dialogo con i candidati ammessi, al fine di elaborare una o più soluzioni atte a soddisfare le sue necessità e sulla base delle quali i candidati selezionati saranno invitati a presentare le offerte.
  • partenariato per l’innovazione: procedura che consente alle PA di istituire con le imprese dei partenariati di medio-lungo termine finalizzati a sviluppare prodotti, servizi o lavori innovativi e acquistarli, senza dover ricorrere a ulteriori procedure competitive, a costi massimi predefiniti, se rispondenti ai livelli di prestazioni concordate.

Tali procedure sono state introdotte in tutti i Paesi europei. Nei primi sei mesi dalla loro introduzione (dal 18 aprile al 18 ottobre 2016) sono state registrate nella gazzetta ufficiale dell’UE dedicata agli appalti pubblici:

  • 4.288 procedure competitive con negoziazione: sono le più utilizzate perché consentono di personalizzare soluzioni già esistenti sul mercato e perché appaiono di semplice gestione;
  • 809 procedure di nuovo dialogo competitivo: sembrano essere poco utilizzate rispetto alle procedure di dialogo competitivo previste nel vecchio ordinamento; considerando però che il vecchio dialogo competitivo è simile anche all’attuale procedura competitiva con negoziazione, si può dire che complessivamente la propensione all’impiego di procedure negoziate di tipo interattivo stia crescendo;
  • 8 di partenariato per l’innovazione: il loro utilizzo esiguo è probabilmente dovuto alla completa novità dello strumento, che richiede di essere ancora compreso fino in fondo in tutte le sue potenzialità.

L’utilizzo delle procedure è molto concentrato in pochi Stati. Considerando come orizzonte temporale i sei mesi a valle dell’approvazione del codice:

  • il 79% delle 4.288 procedure competitive con negoziazione è stato effettuato in soli 2 Paesi: Germania (2.220) e Francia (1.166); il restante 21% è frazionato tra altri 20 Paesi europei, con Austria (267), Danimarca (137), Regno Unito (134) e Ungheria (131) aventi un minimo di esperienza in più degli altri; in Italia ne sono state attivate 19;
  • il 57% delle 809 procedure di nuovo dialogo competitivo è stato effettuato in 2 Paesi: Francia (266) e Regno Unito (194); seguono Germania (51), Finlandia (45), Polonia (39) e Paesi Bassi (32); l’Italia è in undicesima posizione, con 15 dialoghi competitivi registrati da aprile a ottobre 2016.

Francia, Germania e Regno Unito si confermano i Paesi più all’avanguardia negli acquisti pubblici. Un aspetto che sicuramente li accomuna è l’aver già recepito a pieno nei loro ordinamenti giuridici le tre direttive (la 23/2014, la 24/2014 e la 25/2015) con cui la Commissione Europea ha chiesto a tutti gli Stati membri di riformare le procedure di procurement pubblico entro il 18 aprile 2016. Ad oggi l’Italia non ha ancora concluso il processo di adozione dei provvedimenti attuativi necessari a rendere pienamente operativo il nuovo codice. Tale incertezza sta rallentando le iniziative di procurement pubblico e, in particolare, quelle di innovazione digitale.

Con riferimento a questo ambito, si registra in tutta Europa un utilizzo limitato delle procedure innovative di acquisto precedentemente descritte. Prendendo infatti come riferimento il solo acquisto di servizi digitali nei sei mesi a valle dell’approvazione del nuovo codice dei contratti pubblici:

  • solo 471 delle 4.288 procedure competitive con negoziazione sono state utilizzate per l’acquisto di servizi digitali; esse pertanto pesano l’11% delle totali; solo una di queste è stata utilizzata in Italia;
  • 231 (29%) delle 809 procedure di nuovo dialogo competitivo sono state utilizzate per l’acquisto di servizi digitali; solo una di queste è stata utilizzata in Italia;
  • 3 delle 8 procedure di partenariato per l’innovazione sono state utilizzate per l’acquisto di servizi digitali, di cui una in Italia.

È urgente che il nostro Paese adotti completamente il nuovo codice dei contratti pubblici e incentivi l’utilizzo delle nuove procedure di acquisto in esso contenute da parte delle PA italiane. Solo così si può sperare di aumentare le collaborazioni tra pubblico e privato tanto auspicate dalla Commissione Europea e di utilizzare gli acquisti pubblici di ICT come volano per la trasformazione digitale del nostro Paese.

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