scenari

Asta 5g, quali effetti sul mercato e il sistema Paese

L’asta dei record avrà impatti di breve, medio e lungo periodo: sugli operatori e sull’Italia. Sui conti economici e sull’innovazione. Vediamo le prospettive

Pubblicato il 19 Ott 2018

Lorenzo Principali

direttore Area Digitale di I-Com

Domenico Salerno

direttore Area Digitale dell’Istituto per la Competitività (I-Com)

5G in europa

L’asta 5G, appena conclusa, avrà grandi effetti, diretti e indiretti sul mercato e sul sistema Paese:

  • per i conti degli operatori tlc
  • per le casse dello Stato
  • per lo sviluppo dell’innovazione

Lo stesso prezzo finale della gara 5G italiana, record in Europa, risente di questa prospettiva di medio-lungo periodo. E’ probabilmente lievitato perché gli operatori, pur di fronte ai costi ingenti dei lotti e a quelli dei futuri investimenti nell’ammodernamento delle infrastrutture, non hanno voluto rinunciare al potenziale rivoluzionario dello standard 5G. 

Tecnologia fondamentale per il lancio di servizi IoT, che però presentano ancora molteplici incognite rispetto alle modalità e alle tempistiche della loro concreta realizzazione.

Gli operatori soffriranno nel breve periodo

Nel frattempo gli operatori devono fare i conti con le attività correnti, cercando di far quadrare i bilanci.

Oltre all’asta, il mercato italiano negli ultimi mesi ha vissuto anche un altro importante scossone, ovvero l’ingresso dell’operatore low cost Iliad. Quest’ultimo, a colpi di offerte molto competitive, ha raggiunto a settembre quota 2 milioni di clienti, spingendo gli operatori tradizionali ad abbassare le proprie tariffe e andando a erodere una quota di margine importante che questi avrebbero potuto essere destinata ai futuri investimenti infrastrutturali.

In prospettiva il valore dei MHz assegnati dovrebbe seguire una curva crescente coerentemente con lo sviluppo tecnologico e con la diffusione dei device abilitati all’utilizzo delle nuove reti: pertanto è probabile che, nel lungo termine, la penetrazione dei servizi 5G ripaghi gli sforzi economici che le telco hanno effettuato. Nel breve periodo, però, in attesa che questa nuova tecnologia raggiunga un adeguato grado di maturità sul mercato, gli operatori saranno verosimilmente costretti a sforzi economici importanti per sostenerne la diffusione.

5G e sviluppo dei settori verticali

In chiave prospettica va sottolineata anche la spinta che il 5G dovrebbe dare allo sviluppo dei settori verticali. La rete di quinta generazione non rivoluzionerà esclusivamente il mercato delle telecomunicazioni ma impatterà a cascata su tutti i settori che, sfruttando le nuove connessioni veloci, potranno offrire servizi innovativi ai propri clienti. I principali attori di questi mercati non si limiteranno quindi ad acquistare i servizi offerti dalle telco ma influenzeranno attivamente lo sviluppo delle reti per renderle quanto più possibile compatibili con i propri bisogni. L’importanza dello sviluppo verticale è stata ampiamente riconosciuta anche dalla Commissione Europea che ha pubblicato, insieme all’Infrastructure Association, il “libro bianco sui settori verticali”.

Questo testo, che analizza il ruolo del 5G in alcuni dei settori industriali più importanti dell’Unione (automotive, energia, manifatturiero, salute e media e intrattenimento) studia i bisogni specifici di questi comparti collegandoli ai benefici portati dalle nuove reti, al fine di sottolineare quanto un’attiva collaborazione nello sviluppo infrastrutturale possa rappresentare, oltre che una grande opportunità per gli operatori di effettuare economie di scala, un vantaggio strategico fondamentale per l’industria europea negli anni a venire. A tal proposito, sembra auspicabile che anche in Italia si facciano decisi passi in questa direzione, sia dal punto di vista analitico che rispetto alla semplificazione amministrativa.

5G, quando arriva in Italia e che ci faremo (2019-2022)

Fondo destinato al digitale

Infine, nel breve-medio termine sarà interessante capire come il Governo italiano intenda allocare l’extra gettito proveniente dall’asta. Il ministro dello Sviluppo economico ha più volte affermato che il “tesoretto” verrà speso in ambito digitale e che potrebbe finire in un fondo destinato agli investimenti in nuove tecnologie. In considerazione della generale arretratezza italiana nel contesto europeo, soprattutto per quanto concerne la domanda di servizi digitali e le digital skills, sarebbe assolutamente significativo investire tali risorse in strumenti (non limitati ai voucher) che stimolino consumatori e imprese all’acquisto, così come il proseguimento (nonché l’intensificazione) delle politiche di digitalizzazione della pubblica amministrazione e di accrescimento dell’alfabetizzazione digitale dei suoi dipendenti.

Un tale pacchetto di misure potrebbe portare nel medio termine tangibili benefici sia alle imprese che ai cittadini.

5G, il record italiano al confronto con le aste degli altri Paesi UE

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