“Finalmente, in maniera chiara, la digitalizzazione del Paese è diventata una priorità. Al punto che per la prima volta il digitale è stato protagonista persino del discorso di insediamento del neo eletto presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ma ci sono ancora alcune criticità sul cammino dell’Italia digitale e bisogna rimuoverle il prima possibile”. Il presidente di Asstel, Cesare Avenia fa il punto sul primo anno di attività del governo Renzi e sulle sfide che dovranno essere portate avanti per mettere a segno l’Agenda digitale.
“Il bilancio è positivo, il digitale è considerato una priorità a tutti i livelli. Inizialmente ci sono stati alcuni problemi con la governance, nel senso che la riorganizzazione dell’Agid, ad esempio, ha allungato i tempi operativi. Ma ora ci siamo. E se dovesse concretizzarsi l’ipotesi della costituzione di un Dipartimento ad hoc per il digitale in seno alla Presidenza del Consiglio sarebbe un grosso passo in avanti. Abbiamo sempre fatto presente che se si vogliono rimuovere gli ostacoli legati alle attività dei singoli ministeri serve un’entità con poteri politici adeguati e persone competenti. Ben venga, dunque, un dipartimento per il digitale: vuol dire che si è capito che la digitalizzazione, essendo trasversale, ossia interessando svariati enti e ministeri, necessita di collaborazione e coordinamento fra le parti, ma soprattutto di capacità decisionali per mantenere i tempi stabiliti”. Secondo Avenia in questo modo sarà possibile accelerare l’iter dei decreti attuativi. “Spesso in seno ai ministeri prevale l’interesse di parte, che si estrinseca nella difesa di vecchie norme, invece di far prevalere la visione complessiva del bene del Paese. Ma se un input forte parte dalla Presidenza del Consiglio allora sì che saremmo di fronte ad una svolta”.
Avenia segnala, ad esempio, che mancano ancora molti decreti attuativi del Crescita 2.0. E che le due questioni chiave per il comparto Tlc, rappresentato da Asstel, ossia il decreto scavi e le linee guida per la misurazione delle emissioni elettromagnetiche non sono state ancora “sanate”. “Il decreto scavi non è ancora adeguato alle esigenze degli operatori. Oggi ci stiamo concentrando sul decreto posa e speriamo di riuscirne a velocizzare l’iter”, puntualizza Avenia ricordando che con l’approvazione delle nuove regole si risparmierebbe il 30% dei costi sui lavori edili, “risorse che invece potrebbero essere utilizzate per posare la fibra e andando quindi incontro al piano ultrabroadband del governo”. Riguardo alle linee guida per la misurazione delle emissioni elettromagnetiche, nonostante, dunque, le indicazioni del legislatore nel Crescita 2.0, si continua a marciare al ralenti e ciò non contribuisce certo allo sviluppo delle infrastrutture necessarie a spingere i servizi innovativi e quindi a mettere in atto le varie tappe dell’Agenda digitale.
Ma per fare l’Agenda digitale serve anche la collaborazione di tutti: “ Non possiamo permetterci il lusso di ritardi per effetto di ricorsi al Tar (Assintel e Assoprovider, ndr) che arrivano dopo che si è giunti, con grande impegno e un ampio lavoro di gruppo, a definire un sistema pubblico, quale lo Spid, cruciale per la trasformazione digitale del Paese”. Il presidente di Asstel invita dunque a guardare alla roadmap e agli obiettivi: “Le guerre non servono, allungano solo i tempi”. Sul cammino dell’Agenda digitale il maggior “masso” da rimuovere resta però – secondo Avenia – quello dell’alfabetizzazione degli italiani. “L’utilizzo della Rete resta scarso. Mancano i servizi ai cittadini e in particolare quelli offerti dalla PA. Bisogna velocizzare. Prima si implementano i servizi pubblici – conclude il presidente di Asstel – prima i cittadini avranno la necessità di alfabetizzarsi”.