libertà di device

Banda larga e modem libero: le istituzioni a tutela della libera scelta dei consumatori

Internet rappresenta ormai un servizio basilare, come la luce e l’acqua ed è per questo essenziale operare per limitare eventuali fenomeni distorsivi del mercato, qual è, ad esempio, il modem obbligatorio. Vediamo qual è lo stato dell’arte in Italia e quali sono le leggi che tutelano la libertà di scelta

Pubblicato il 03 Lug 2019

Enza Bruno Bossio

deputato, Partito Democratico

internet-technology_259540133

Il mercato dei device per la connettività a Internet da rete fissa rappresenta sicuramente  un’opportunità per gli operatori di telecomunicazione. Opportunità che però non può realizzarsi a costo della libera scelta degli utenti.

Da sempre, infatti, il mercato delle telecomunicazioni e la tecnologia sono legati indissolubilmente dai device, ossia dal mezzo che permette agli utenti di accedere alla rete. Gli apparati sono spesso indicati in letteratura tecnica come “client”. In un certo senso, anche gli apparati sono clienti della rete, perché ne sfruttano le capacità per divenire le interfacce di accesso ai servizi di tutti.

I cinque attori fondamentali del mercato tlc

Se guardiamo al mercato delle telecomunicazioni, oggi vediamo cinque attori fondamentali che ne rappresentano i pilastri: l’utente, gli operatori di rete, gli OTT, i produttori di apparati e i retailers.

Sono tutti elementi indispensabili perché la macchina funzioni, e la macchina va costantemente messa a punto, affinché sia efficiente, sostenibile e aggiornata.

La corrente riflessione, doverosa e ormai urgente sul ruolo degli OTT, sulla loro regolamentazione a livello di privacy, di fiscalità e di trasparenza non può non essere inquadrata anche nel contesto attuale del mercato delle Telecomunicazioni.

Le dinamiche con cui si è sviluppata la concorrenza nel mercato delle Telecomunicazioni hanno portato l’Italia ad essere uno dei paesi dove il costo medio della telefonia mobile è tra i più bassi nell’area euro non solo in valore assoluto, ma anche in rapporto al reddito medio.

Il numero di abbonati mobili, così come il numero di linee fisse, non cresce più come negli anni precedenti, e per i grandi operatori è ormai divenuto imperativo sostenersi mantenendo la propria clientela, cercando di aumentarne la persistenza e rimuneratività. Questo spiega le nuove tariffe a 48 mesi, le bollette a 28 giorni e il modem obbligatorio.

Le Istituzioni e le Autorità hanno dovuto agire operosamente per limitare i fenomeni distorsivi che scaturivano nelle offerte di operatori che si trovano a lavorare in questo contesto, e hanno dovuto aumentare la trasparenza ex-ante. Si pensi al Decreto concorrenza approvato dal governo del Pd che ha impedito che la pletora di offerte ancillari potesse vincolare i clienti per 48 mesi, portandole a 24. Oppure si pensi all’attività AGCom sui bollini per la fibra ottica: dei semplici colori per mettere i consumatori in grado di scegliere con più facilità davanti alle labirintiche clausole contrattuali dei sevizi di connettività e telefonia.

Il diritto alla libera scelta dei terminali

A livello normativo, il diritto alla libera scelta dei terminali è sancito dall’art. 3.1 del Regolamento (UE) 2015/2120 che grazie all’impegno della Direzione sviluppo dei servizi digitali e della Rete e della Direzione tutela dei consumatori di AGCOM, ha trovato attuazione in Italia con l’emanazione della Delibera 348/18/CONS.

Modem libero e net neutrality

Ad oggi, l’Italia è uno dei pochi paesi europei ad aver preso reali contromisure in materia di tying degli apparati da parte dei grandi operatori di TLC, insieme alla Germania e all’Olanda.

In generale, la regolamentazione sulla net neutrality, della quale il modem libero rappresenta una declinazione, è finalizzata a evitare la creazione di walled garden, sia da parte dei fornitori di connettività, sia da parte dei produttori di apparati, sia da parte degli OTT, promuovendo al massimo livello la libera scelta e la responsabilizzazione del singolo utente, che deve poter definire esso stesso le caratteristiche della sua interazione con la sfera digitale, senza subirle passivamente.

È lapalissiano che i beni debbano essere soggetti ad un regime di concorrenza e libero mercato.  Non solo perché gli oligopoli aumentano il rischio di cartello diretto o indiretto, ma perché più soggetti possono approfittare e competere in modo sano. E la competizione in ambito tecnologico non è solo un tema di prezzo per gli utenti finali, ma anche di innovazione. La competizione spinge e motiva l’innovazione. Dai reparti di Ricerca e Sviluppo, nascono le nuove idee, nuovi concepts e nuove opportunità.

L’utilizzo della rete dipende dai device, e oggi Internet per il cittadino rappresenta un servizio basilare, come la luce e l’acqua. Se non si possono usare device diversi da quelli che decide l’operatore di telecomunicazione, allora, tutti i clienti avranno uno stesso apparato. Cosa succede se quell’apparato ha un guasto diffuso? Tutti i clienti di quell’operatore soffriranno dello stesso guasto e non potranno sostituire l’apparato con un’altro modello per riparare al malfunzionamento.

Di questo rischio per la competizione si è anche preoccupata l’UE, ed è per questo che tanto nella normativa 2015/212, quanto nella direttiva per il nuovo codice per le comunicazioni europeo (DIRETTIVA (UE) 2018/1972), si ribadisce che i clienti debbano essere liberi di usare gli apparati di loro scelta.

Le prospettive con l’arrivo del 5G

Certo, il 5G sarà un’opportunità per innovare, per proporre qualcosa di nuovo e non un semplice ribasso tariffario a cui tutti noi siamo sempre più abituati, e che tutto sommato, ha determinato per gli operatori una competizione sui prezzi, più che sui servizi. E forse di questo anche gli OTT ne hanno approfittato indirettamente.

Il 5G è anche l’opportunità per ricominciare a creare valore, e non artifici tariffari come quello delle bollette a 28 giorni.

Per questo la salvaguardia di una rete efficace e di collegamenti affidabili, che anche e di più nel 5G rappresenteranno una criticità, è necessariamente accompagnata dall’esigenza di poter usare apparati di produttori diversi, ma comunque compatibili.

E in questa direzione i grandi operatori di Telecomunicazioni che hanno beneficiato dell’apertura e liberalizzazione del mercato ormai più di 20 anni fa, devono continuare a creare valore, ad avere coraggio favorendo la libera scelta dei loro stessi clienti.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati