Infratel, con il terzo e ultimo bando per la realizzazione delle reti a banda ultra larga nelle cosiddette “aree A e B”, completa questo ciclo di investimenti per lo sviluppo infrastrutturale del nostro Paese.
Infratel, le Regioni coinvolte nel terzo bando BUL
Le regioni coinvolte nel terzo e ultimo bando Infratel per le reti a banda ultra larga sono Puglia, Calabria e Sardegna, per uno stanziamento pubblico totale di 103 milioni di euro, e coinvolge circa 380.000 cittadini e quasi 300.000 unità immobiliari distribuiti in 882 comuni. Si tratta di realtà territoriali molto diverse, anche per lo stato attuale di diffusione della banda larga e ultralarga.
La copertura attuale ultra broadband delle tre regioni coinvolte in questo terzo e ultimo bando è infatti significativamente disomogenea: come mostra la seguente tabella, mentre in Sardegna attualmente solo poco più di metà della popolazione (56%) è già raggiunta da connessioni a banda ultra larga (ovvero uguali o maggiori di 30mbps), questo valore è nettamente più elevato sia in Calabria (86%) che in Puglia (89%). Ciò è conseguenza degli investimenti indirizzati nel passato anche recente per lo sviluppo delle reti ad alta velocità nelle regioni del Sud.
Tasso di copertura della popolazione con reti a banda ultralarga per regione
Regione | UBB di rete fissa (≥ 30 Mbps) |
(% popolazione raggiunta) | |
Abruzzo | 55% |
Basilicata | 76% |
Calabria | 86% |
Campania | 94% |
Emilia Romagna | 83% |
Friuli Venezia Giulia | 66% |
Lazio | 84% |
Liguria | 84% |
Lombardia | 73% |
Marche | 65% |
Molise | 52% |
Piemonte | 64% |
Puglia | 89% |
Sardegna | 56% |
Sicilia | 83% |
Toscana | 73% |
Trentino Alto Adige | 46% |
Umbria | 65% |
Valle d’Aosta | 30% |
Veneto | 63% |
ITALIA | 76% |
Fonte: EY, maggio 2018
La partenza operativa dei progetti
Ma al di là della pur importante “chiusura del cerchio” dei bandi MISE-Infratel, che coprono ora l’intero paese (con l’eccezione della Regione Autonoma di Bolzano che non ha aderito alla convenzione), ancora più rilevante è la partenza operativa dei progetti che a tali bandi sono collegati, poiché è solo con la loro effettiva realizzazione che questa iniziativa strategica per il nostro Paese può produrre gli effetti desiderati, per gli utenti finali in prima battuta, ma anche per l’ecosistema ICT che direttamente e indirettamente ne beneficia.
Le ricadute sui player nazionali e locali
Secondo stime EY, la spesa in infrastrutture di rete fissa tra il 2018 e il 2022 in Italia dovrebbe raggiungere un valore cumulato di oltre 8 miliardi di euro, considerando sia i progetti di Open Fiber che degli altri operatori di telecomunicazioni. Di questi, circa l’80% si stima riguardi la realizzazione e la manutenzione di reti a banda ultralarga, un valore appannaggio sia dei fornitori di tecnologie che di servizi professionali, e in questo secondo caso con importanti ricadute sia a livello di player di rilevanza nazionale, sia di operatori di minori dimensioni ma con un forte radicamento sul territorio.
Si tratta dell’avvio dei lavori di infrastrutturazione legati ai primi due bandi Infratel, aggiudicati a Open Fiber: ad oggi sono stati aggiudicati o sono in corso di aggiudicazione più di una decina di lotti, che rappresentano, in volume, circa un terzo del totale delle opere da realizzare al netto del terzo bando appena pubblicato: la macchina quindi non solo è partita ma sta andando a regime.
Un contesto più favorevole all’avvio dei lavori
Altrettanto importante è l’evoluzione del sentiment che si registra tra gli operatori coinvolti nella realizzazione di tali infrastrutture, ovvero le società di rete, molto più positivo rispetto a quanto si poteva rilevare a inizio anno. Alcune incertezze sembrano superate, a cominciare dai valori di base per l’aggiudicazione delle opere, giudicati in un primo tempo molto “sfidanti” e ora ritenuti invece allineati alle aspettative della maggior parte degli operatori. Evidentemente il confronto tra domanda e offerta sviluppatosi a valle del primo lotto pubblicato a inizio 2018 ha sortito un ri-allineamento delle reciproche posizioni creando un contesto più favorevole all’avvio dei lavori.
Le criticità
Rimangono certamente altre possibili criticità, ad esempio relativamente ai permessi necessari per la realizzazione delle opere civili (che però pare dovrebbero essere indirizzati già in fase di progettazione), oltre che alla reale situazione che gli installatori troveranno sul campo, una volta aperti i cantieri di lavoro (ad esempio in termini di riuso delle infrastrutture esistenti).
Per quanto l’avvio dei lavori sia molto recente, e quindi una valutazione sull’avanzamento sia prematuro, è sicuramente indispensabile che un’opera di infrastrutturazione di massa del territorio, come quella legata all’attuazione della strategia italiana per la banda ultra larga cui tali bandi si riferiscono, si avvii in un’atmosfera positiva per tutte le parti che vi collaborano.