In linea con gli annunci di inizio anno, si stanno completando le aggiudicazioni dei grandi bandi pubblici per le infrastrutture di telecomunicazioni di nuova generazione previste dalla Strategia nazionale per la Banda Ultra Larga e che attingono alle risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
A dividersi la “torta” saranno TIM, Open Fiber, Fastwe e Vodafone, Elettra tlc e Intred a fronte di una partecipazione molto variegata e di gare molto combattute, ma che hanno di fatto consolidato lo status quo.
Bandi PNRR, comincia la danza su digitale e innovazione: ecco dubbi e speranze
Bandi PNRR per le infrastrutture tlc, a che punto siamo
A oggi sono stati assegnati i fondi per il piano Italia a 1 Giga (3.390 milioni di euro), per il backhauling 5G (725 milioni), quelli per connettere le strutture sanitarie e le scuole (314 milioni e 166 milioni), nonché le isole minori (46 milioni di euro).
A questo punto rimane solo da aggiudicare il bando per i nuovi siti 5G, che è stato rimodulato il 20 maggio, dopo che nella prima versione era andato deserto (base d’asta 567 milioni di euro), oltre alla parte del piano a 1 Giga andato deserto in Trentino-Alto Adige (65 milioni di euro). Complessivamente, si tratta di 4,6 miliardi di euro già aggiudicati, che devono consentire di completare la copertura del Paese entro metà del 2026.
Sulla base delle informazioni, parziali, disponibili è possibile fare qualche considerazione sui beneficiari, sull’impatto concorrenziale e le prossime fasi di attuazione della strategia governativa.
La suddivisione della torta
Anche se la natura dei bandi è piuttosto eterogenea (da progetti puramente infrastrutturali e wholesale a servizi ai clienti finali) la suddivisione dei 4,6 miliardi di euro vede in testa TIM con una quota del 53% (2.465 milioni), Open Fiber con il 39% (1.828 milioni), seguiti da Fastweb e Vodafone con, rispettivamente, il 5% (213 milioni) e il 2% (71 milioni). Elettra TLC (vincitore del bando Isole Minori) e INTRED (un lotto del Piano Scuole) si sono, infine, aggiudicati 46 e 19 milioni, rispettivamente.
Nell’insieme, considerando che la base d’asta era di 5,2 miliardi di euro, le risorse non utilizzate sono state del 10% circa, pari a 544 milioni di euro, che potranno alimentare ulteriori misure.
Fig.1 – Gli aggiudicatari dei bandi pubblici
La pressione competitiva
La partecipazione alle gare è stata in realtà molto eterogenea. Nel caso del bando per il backhauling 5G TIM si è aggiudicata tutti i lotti in palio, con uno sconto complessivo tra il 18% e il 28% (24% in media), ma solo in tre dei sei lotti c’era un secondo concorrente. Nel bando 1 Giga i concorrenti erano due in tutti i lotti (al netto del Trentino Alto Adige andato deserto), ma il meccanismo di gara garantiva almeno due vincitori dato il massimale di 8 lotti aggiudicabili su 15. Di fatto, Open Fiber si è aggiudicata otto lotti con un ribasso economico tra l’8% e il 18% (10% in media), mentre i lotti TIM sono stati aggiudicati a base d’asta. In questo caso è verosimile che senza il massimale sui lotti il risparmio sarebbe stato sensibilmente maggiore, a fronte di un probabile unico aggiudicatario.
Molto più combattute sono invece state le gare per la connettività ai clienti finali. Nel caso del bando della Sanità le offerte (il massimo numero di lotti aggiudicabile era quattro) variavano da tre a cinque a seconda dei lotti, con uno sconto compreso tra il 5% del lotto Emilia-Romagna, Marche, Umbria e il 29% di quello della Sicilia e Sardegna (in media 19%). Fastweb e Vodafone si sono aggiudicate i propri lotti con uno sconto medio attorno al 20%, mentre per TIM il ribasso medio è stato del 12%, per effetto dell’incidenza del lotto con lo sconto del 5%. Fastweb ha conquistato il 53% del finanziamento complessivo, seguita da TIM con il 25% e Vodafone con il 22%.
L’esito del bando Scuole non è stato molto diverso, con un numero di offerte presentate che variava da due a quattro a seconda dei lotti. Tutti i lotti sono stati aggiudicati ai vincitori del precedente bando per la scuola, sebbene non con la stessa attribuzione dei lotti. Anche in questo caso era presente il massimale di quattro lotti e lo sconto varia dal 6% al 15% (media 10%). TIM si è aggiudicata il 60% del totale, mentre Fastweb ha conquistato il 28% e l’outsider INTRED il 12% (Lombardia).
Aggiudicatari e beneficiari
La diversa natura dei bandi (più o meno infrastrutturali) fa però sì che da un lato gli investimenti richiesti possano essere decisamente superiori e, dall’altro, che i beneficiari finali possono risultare soggetti terzi. Ad esempio, nel caso dei progetti infrastrutturali 1 Giga e backhauling il contributo copriva fino al 70% e 90% della spesa ammissibile, con la quota rimanente a carico del concessionario. D’altro canto, in questi casi, la maggior parte degli investimenti riguarda la realizzazione e/o l’adeguamento di infrastrutture, con un impatto rilevante sulle attività delle imprese di rete e dei fornitori di materiali e apparati. Nel caso dei bandi di connettività, la parte puramente infrastrutturale e quella di servizi sono invece più bilanciate e il valore aggiunto degli operatori di telecomunicazioni è decisamente superiore.
L’impatto sul mercato
In sintesi, l’andamento delle gare ha di fatto consolidato lo status quo, confermando il ruolo degli attori principali, senza particolari scossoni, in particolare per effetto dei massimali di aggiudicazione.
Per il Piano 1 Giga si è preferito adottare un approccio “neutrale”, che non incide in modo significativo sulle negoziazioni per la realizzazione della tanto agognata Rete Unica. Nei bandi connettività, i protagonisti diventano fondamentalmente tre (Fastweb, TIM e Vodafone), con l’interessante eccezione di INTRED, che con una presenza radicata in una specifica area territoriale della Lombardia è riuscita a presentare un’offerta competitiva per l’intera regione.
L’esito del bando backhauling 5G ha invece rafforzato il posizionamento di TIM, che si candida come favorita anche per la ri-edizione del bando per i nuovi siti 5G.
Per quanto riguarda le altre misure in campo a sostegno della domanda (voucher e contributi alla Pubblica Amministrazione), anche in questo caso l’effetto sarà tendenzialmente neutrale, anche se la partita si gioca sulla capacità di assistere il cliente finale nell’accesso ai fondi.
A questo punto l’attenzione si sposta, oltre che sugli ultimi bandi relativi alle reti, sul bando per la realizzazione del Polo Strategico Nazionale. Ulteriori 1,3 miliardi di euro, che vedono TIM e Fastweb, con i propri partner, in prima linea.