La priorità massima per la crescita del Paese è ancora quella dell’abbattimento del digital divide infrastrutturale, che penalizza sia i cittadini che le imprese. Nonostante il livello di copertura in banda larga non sia da considerare negativamente, abbiamo ancora molte zone marginalizzate e soggette ad un depauperamento sempre più accentuato. Infatti, la copertura del servizio a larga banda non è uniforme tra le aree metropolitane e aree quelle a bassa densità di popolazione, dove l’investimento non è in grado di essere remunerato in tempi brevi In più la copertura oltre i 30Mbps è ancora insufficiente.
Il problema delle infrastrutture digitali è complesso e richiede interventi anche di project financing, oltre che un forte coordinamento che permetta di integrare le diverse iniziative pubbliche e private oltre che le reti che già sono presenti. In quest’ambito il tema dell’ultimo miglio si deve affrontare pensando all’apertura del mercato e favorendo la concorrenza sui servizi.
Partire dalla rete significa anche realizzare delle condizioni essenziali per lo sviluppo delle imprese nei diversi settori. Penso al Turismo, dove la valorizzazione dei prodotti locali può essere molto incrementata favorendo la commercializzazione europea ed extra-UE da parte delle PMI, non solo verso i diretti consumatori, ma anche verso altre imprese, in una logica di e-business. Oppure alla Sanità, dove una infrastrutturazione adeguata e completa può permettere di abbattere drasticamente i costi e anche di migliorare, allo stesso tempo, il servizio di cui possono usufruire i cittadini (in termini di tempi, di accesso, di qualità). Un esempio è la cartella sanitaria elettronica e l’impatto che potrebbe avere nel miglioramento stesso della prestazione medica.
Certamente, tutto questo richiede parallelamente uno sforzo specifico per lo sviluppo delle competenze digitali di cittadini e imprese, come già indicato nel Programma Nazionale per la cultura digitale. Ed ecco che la programmazione regionale e nazionale per i fondi strutturali europei diventa un’occasione da non perdere per reperire le risorse per queste iniziative indispensabili. Partendo, subito, dall’utilizzare i fondi (circa 6 miliardi di euro) ancora non spesi e che rischiamo di perdere. Sarebbe una follia.