Governo Renzi

Bonaccorsi (PD): “Nuova Agid, è la volta buona per vincere la scommessa dell’innovazione”

Pubblicato il 30 Lug 2014

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Bisogna fare tutti i possibili sforzi da parte della politica per invertire la tendenza ancora presente di resistenza all’innovazione. Ancora oggi la classe politica è poco sensibile e attenta alle politiche dell’innovazione ed è anche per questo che è bene sostenere le accelerazioni su questo fronte.

Tutti i governi precedenti, per ragioni diverse, hanno perso la scommessa dell’innovazione. Anche il governo Monti, che all’inizio del suo mandato aveva enfatizzato molto questo punto. Bisogna fare presto, e il governo sta accelerando, nonostante la macchina amministrativa stenti a star dietro e si scontino i ritardi dei precedenti governi, che hanno accumulato centinaia di decreti attuativi ancora da emanare, con un ingorgo che si deve smaltire un po’ alla volta, ma rapidamente.

Quali le priorità per l’AgID? Lavorare su tutte le aree nelle quali sono state avviate le iniziative strategiche, dall’identità digitale alla fatturazione elettronica, all’anagrafe della popolazione residente, sapendo che diventa prioritario spingere sull’innovazione della PA anche sulla base della riforma della PA che è stata avviata.

E poi è fondamentale il tema delle infrastrutture, non solo perché abbiamo bisogno di intervenire per adeguare l’infrastruttura italiana, ma anche perché dobbiamo farlo in modo coordinato. Oggi le risorse su quest’area sono sparse, mal coordinate e spesso sulla base di piani territoriali che non si integrano tra loro e in un piano strategico nazionale. Anche per questo, insieme al collega Paolo Coppola, abbiamo chiesto al sottosegretario Giacomelli di istituire un registro delle connessioni: abbiamo bisogno di strumenti che supportino l’integrazione.

L’AgID è il soggetto che può e deve fare il coordinamento integrato di tutti gli interventi, e la squadra che il Governo ha definito ha le competenze giuste. La scelta di Alessandra Poggiani a capo dell’AgID è certamente positiva per l’efficienza e la concretezza che sono necessarie.

La nuova generazione di classe dirigente può cambiare radicalmente le politiche dell’innovazione in Italia.

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