Come non apprezzare l’intervento governativo che, con l’apposito stanziamento di 204 milioni di euro, intende finalmente coadiuvare la digitalizzazione delle famiglie con ISEE fino a 20.000 euro con un bonus pc, tablet e internet da 500 euro? Considerata l’esigenza ormai da ritenersi primaria, a causa del perdurare dell’emergenza Covid, di lavorare in smartworking e di garantire la didattica a distanza dei propri figli, queste misure porteranno senz’altro una utile boccata d’ossigeno a tante famiglie meno abbienti che non potrebbero altrimenti permettersi una connessione Internet a banda larga.
Di recente la Direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica presso il Ministero dello Sviluppo Economico ha peraltro pubblicato il Manuale operativo contribuendo a fare chiarezza su alcuni dubbi inerenti al provvedimento, ma purtroppo – come vediamo di seguito – non su tutti.
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Le criticità individuate dall’antitrust
Giova ricordare a tale proposito che, sin dagli inizi di settembre l’Autorità antitrust aveva sottolineato alcune criticità, auspicando in particolare che gli interventi di sostegno della domanda fossero erogati solo alle connessioni con una velocità di almeno 100 Mbps, senza alcuna preferenza tra tecnologie, tale previsione avrebbe infatti favorito investimenti in infrastrutture ed evitato ab origine possibili problemi di concorrenza dinamica tra operatori. Per altro verso, l’Antitrust aveva giustamente anche posto l’accento sulla necessità di inserire specifiche regole volte a garantire la mobilità dei clienti beneficiari della misura di sostegno economico, eliminando qualsiasi onere di migrazione per tali soggetti ed inserendo nelle convenzioni con gli operatori di telecomunicazione specifiche previsioni volte a eliminare qualsiasi rischio di lock-in.
Ora, dobbiamo prendere atto – non senza stupore – che anche in questo specifico caso, come per tutte le altre normali offerte, gli operatori manterranno la possibilità di fornire in bundle con la connessione Internet, anche dispositivi elettronici: modem ma anche tablet e pc. Ciò, nonostante numerose inchieste sul campo da parte di Altroconsumo e la sacrosanta battaglia per il modem libero della Free Modem Alliance avessero già da tempo ampiamente dimostrato la carenza di trasparenza da parte delle società di telecomunicazioni e la loro prassi, proprio nella fornitura di modem e smartphone, di mettere in campo operazioni discutibili, applicando – in violazione delle normative vigenti – costi nascosti e clausole sfavorevoli al consumatore. Come si legge nel succitato parere Antitrust “benché attualmente la normativa nazionale (art. 1 del Decreto-Legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito con modificazioni dalla legge 2 aprile 2007, n. 40) permette già agli utenti di di recedere dal contratto o di trasferire le utenze presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell’operatore, tuttavia, è prassi di mercato imporre oneri di attivazione e di fornitura di apparati ben al di sopra dei reali costi sopportati, tali oneri vengono poi scontati e/o rateizzati imponendo contestualmente ai consumatori un obbligo di permanenza contrattuale che arriva fino a 48 mesi, pena l’applicazione di corrispettivi a compensazione di tali sconti o a saldo di tali rate. Poiché tali oneri di attivazione non corrispondono ai reali costi di fornitura dei servizi di attivazione, assistenza e degli apparati necessari, tali meccanismi tariffari impediscono di fatto ai consumatori di recedere dal contratto senza spese non giustificate da costi dell’operatore”.
I vantaggi di erogare il bonus direttamente alle famiglie
Alla luce di quanto sopra e considerato viepiù che le famiglie a cui si rivolgono gli incentivi in oggetto si trovano in condizioni di disagio economico nonché, molto probabilmente, in uno status di divario informativo rispetto agli operatori di telefonia con i quali avranno a che fare più elevato del consumatore medio e che ciò pertanto aggraverà il rischio che abusi e manipolazioni già perpetrati in passato avranno a ripetersi, sarebbe stato più opportuno e meno rischioso erogare il bonus direttamente alle famiglie, e permettere pertanto loro di acquistare i dispositivi in autonomia anche presso altri canali. Ciò avrebbe inoltre consentito di raggiungere con questo provvedimento anche settori, come la distribuzione di prodotti tecnologici, attualmente in grande sofferenza.
Resta un mistero, infine, comprendere esattamente da dove il Manuale operativo abbia tratto la quota di voucher da destinare alla connessione e quella da destinare al pc o al tablet, posto che non se ne riscontra alcuna traccia nel decreto ove, al contrario, si fa riferimento ad un complessivo contributo massimo di 500 euro.