L’audizione del ministro all’innovazione Vittorio Colao, ieri alla Camera è stata potenzialmente positiva, sicuramente di prospettiva.
Parlare di obiettivi al 2026 fa paura, soprattutto se si pensa ai territori senza nemmeno l’adsl, alle scuole sconnesse, all’odissea dello smart working e ai sindaci assediati dai cittadini che attendono la fibra in ritardo di tre anni.
I punti concreti di Colao
Il ministro ha ribadito alcuni concetti che, se messi a terra, daranno finalmente concretezza dopo anni di parole:
- una strategia unica per la rete,
- un monitoraggio serio e cogente dello stato dell’arte della copertura e che parte a maggio.
- Positiva anche l’impronta aziendale e non più statalista che consentirà di applicare penalizzazioni e sanzioni a chi non ottempera agli obblighi previsti dai contratti. Colao parla di “penalizzazioni” per operatori che non rispettano obblighi e impegni di copertura (sovra o sottostimandoli).
- Ha ribadito l’arrivo di una semplificazione vera delle procedure in capo ai Comuni,
- una forte accelerazione sulla digitalizzazione del Paese che deve passare da Spid,
- dall’utilizzo quasi quotidiano dell’app IO,
- e da un cloud sicuro, omogeneo e governato dallo Stato.
La priorità per la Lega
Per la Lega la priorità è la chiusura del Piano di copertura banda ultra larga delle scuole, l’avvio celere della fase 2 dei voucher per famiglie e imprese e il cablaggio delle aree bianche e grigie, portando subito l’fwa laddove l’ftth fatichi ad arrivare.
Ogni tre mesi chiederemo una relazione sui risultati ottenuti dal ministero.