Trovo positiva l’iniziativa del Governo di parlare di “nuovo patto educativo” e non della solita riforma della scuola, con un coinvolgimento del Paese, tutto, per mettere il sistema dell’istruzione al passo con l’evoluzione della società e l’Italia sul trampolino di lancio per un nuovo Rinascimento.
Si parla molto di digitale e questo è un elemento chiave: il “digital divide” da noi non riguarda, purtroppo, solo le infrastrutture ma anche quella alfabetizzazione informatica senza la quale tutto il sistema, ad esempio, della Pubblica Amministrazione non può compiere significativi passi in avanti in termini di efficienza e anche di risparmi. Quindi bene le scuole connesse in rete, tutte, e studenti in grado di sfruttare al meglio le possibilità offerte dalle tecnologie. Magari stando proprio di più a scuola, per attività e in orari extracurricolari.
Mi auguro che la rivisitazione “dal basso” dei contenuti faccia riflettere sull’importanza delle “materie STEM”: va favorito il diffondersi di una cultura e di una passione scientifica che possono, in prospettiva, innescare un circolo virtuoso nelle attività di ricerca.