Il mondo post-Covid sarà profondamente diverso dal passato ed è responsabilità della politica tracciare una via per la ripresa, attenuando i tanti rischi e creando nuove opportunità.
Quel che sappiamo ora, è che la pandemia ha segnato profondamente le diverse società a livello globale: da inizio anno stiamo affrontando una crisi sanitaria senza precedenti e abbiamo visto solo i primi effetti della conseguente crisi economica. Ci aspetta, insomma, un periodo di cambiamenti di stili di vita e di trasformazione produttiva.
Vediamo allora in che direzione si muove l’azione europea e di governo, in particolare sul versante dell’innovazione.
La risposta alla crisi delle maggiori economie mondiali
In risposta alla crisi, le maggiori economie al mondo hanno scelto la via della liquidità per potere affrontare questi mesi, attraverso politiche monetarie molto espansive. Anche l’Europa, reduce da un decennio di restrizioni e austerità, ha dovuto optare per una maggiore flessibilità.
A partire da marzo, la BCE ha avviato diverse iniziative per sostenere gli stati membri, dal potenziamento dell’acquisto dei titoli di stato (PEPP – Pandemic Emergency Purchase Programme), a REACT-EU e SURE, al pacchetto “Next Generation EU” che prevede aiuti a fondo perduto (312.5 miliardi) e a prestito (360 miliardi).
Per rispondere all’iniziativa Europea, il Governo italiano ha varato il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Obiettivo del piano è quello di individuare progetti concreti da realizzare, in linea con i parametri europei: resilienza sociale, crescita economica, creazione di posti di lavoro, investimenti nella transizione green e digitale. Le risorse a disposizione per il nostro Paese sono pari a circa 81 miliardi a fondo perduto e circa 127 miliardi a prestito.
In settembre, il Governo ha presentato al Parlamento le prime linee guida e conseguentemente le diverse commissioni parlamentari si sono espresse con delle raccomandazioni. Nel corso dei prossimi mesi i ministeri dovranno lavorare a singoli progetti concreti in grado di rispondere alle linee guida, occorrerà poi elaborare una sintesi per presentare il piano completo alla Commissione Europea.
Innovazione volano per il rilancio del Paese
L’azione di Parlamento e Governo ha mostrato una chiara intenzione a investire nell’ecosistema dell’innovazione tecnologica come elemento fondamentale per il rilancio del Paese. Su questo fronte è possibile individuare delle categorie per potere illustrare il contenuto delle linee guida, sintetizzando le principali proposte indicate.
- Pubblica Amministrazione e Governo. Semplificazione, dematerializzazione e modernizzazione devono essere il faro di questo percorso, sostenuti da una radicale e diffusa implementazione delle tecnologie digitali. Deve essere attuato il piano per il cloud nazionale guardando alla futura federazione Europea, anche attraverso la costituzione di un’Agenzia Nazionale per il Cloud Computing. Occorre investire nella formazione dei dipendenti pubblici, favorendo il ricambio generazionale.
- Infrastrutture digitali. Deve essere completato il piano per la Banda Ultralarga e accelerata la diffusione della rete 5G. Ove possibile l’accesso alla rete deve essere favorito attraverso l’installazione di sistemi pubblici Wi-Fi indoor/outdoor. Le infrastrutture digitali sono fondamentali e abilitanti per modelli di lavoro o studio a distanza nel mondo post-Covid.
- Competenze. Pilastro del “Next Generation EU”. Le competenze digitali o comunque relative alle nuove skills richieste dal mercato devono essere sviluppate sia relativamente al pubblico (pubblica amministrazione, governo, scuole, sanità, …) che rispetto al privato. Il Paese deve investire nel potenziamento di ITS, lauree professionalizzanti e STEM.
- Imprese e capitale di rischio. Lo sviluppo delle imprese è fondamentale per l’innovazione del sistema Paese. Occorre potenziare gli strumenti a sostegno degli investimenti in capitale di rischio per garantire la giusta accelerazione alle idee innovative, anche coinvolgendo risparmio e investitori istituzionali. E’ cruciale stimolare la contaminazione tra tessuto produttivo tradizionale e startup innovative, anche attraverso nuovi modelli di business o di collaborazione (open innovation). Da punto di vista della catena strategica del valore devono essere ampliati e potenziati strumenti come “Transizione 4.0” e le reti di competence center e digital innovation hub.
- Ricerca e Trasferimento tecnologico. L’obiettivo del piano è quello di portare gli investimenti in ricerca e sviluppo – oggi pari al 1.3% del PIL – al di sopra della media europea (2.1% del PIL).
- Sviluppo delle tecnologie strategiche. I progetti ministeriali dovranno essere orientati al sostegno dello sviluppo delle tecnologie di frontiera e all’introduzione di elementi di innovazioni nel tessuto produttivo tradizionale. Il piano cita: intelligenza artificiale, big data, cloud computing, internet delle cose, robotica automazione, scienze della vita e biotecnologie, difesa e sicurezza cibernetica, super e quantum computing, nanotecnologie e scienze dei materiali, mobilità elettrica e guida autonoma, realtà virtuale e realtà aumentata, manifattura digitale, blockchain e fintech;
- Cashless Society. L’Italia – fanalino di coda in Europa sul fronte dei pagamenti digitali – deve impegnarsi nel garantire la diffusione dei relativi sistemi nel Paese, anche abbattendo i costi di accesso per gli esercenti ed incentivando i consumatori.
Conclusioni
Negli ultimi due anni il Governo ha imboccato una strada virtuosa nello sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione. Ricordiamo la creazione di CDP Venture Capital – Fondo Nazionale Innovazione e della Fondazione Enea Tech per il trasferimento tecnologico, l’estensione della policy e in particolare degli incentivi per gli investimenti in imprese innovative, il potenziamento degli strumenti diretti di Invitalia, l’accelerazione del piano per la banda ultralarga e tante iniziative specifiche in diversi settori tecnologici: cashless, intelligenza artificiale, blockchain.
Il piano della Commissione non può che essere visto quindi con estremo favore da una politica che si è spesa per gli investimenti in innovazione quale elemento fondamentale per il rilancio del Paese.
Da oggi inizia un percorso molto importante che porterà a definire l’allocazione di ingenti risorse nei prossimi anni ed è quindi fondamentale la governance del processo, oltre che il merito delle singole proposte.
La gestione delle diverse filiere dell’innovazione tecnologica attraversa infatti diversi ministeri e differenti livelli istituzionali.
Sarà fondamentale disporre di una regia in grado di coordinare le azioni dall’alto, per dare al Paese una strategia omogenea e ambiziosa. Il ruolo dello Stato, mai come questo momento, è poi quello di coinvolgere le realtà associative e il privato: dobbiamo ripartire e dobbiamo farlo assieme, facendo convergere le migliori idee ed energie per il futuro del nostro Paese.