A domanda marginale di banda ultra larga, offerta minimale, come rilevato lunedì dall’Agcom. In Italia a essere drammaticamente arretrata è la dotazione di servizi che possano attivare una robusta domanda di banda ultralarga. E non basteranno Netflix e compagni a cambiare la scenario nel breve.
Meglio puntare su una forte leadership nelle tecnologie wireless 4G/5G, per le quali la domanda invece sta crescendo sia in volume sia in valore. Una volta educati alla banda ultralarga su mobile, gli utenti chiederanno anche quella fissa, per realizzare quella che prevediamo essere la «digital nome» del futuro. È bene che lo Stato voglia accelerare il processo: ma non deve fare il posatore di infrastrutture o peggio l’operatore di rete, bensì il legislatore con regole che invertano i prezzi relativi tra antologico e digitale. Non servono badili di stato, ma incentivi ben disegnati.