La crescente instabilità del contesto geopolitico in costante evoluzione, contraddistinto in particolare dall’intensificazione delle attività navali russe a partire dal 2014 e dalle ripercussioni del conflitto ucraino del 2022, ha favorito un rinnovato interesse verso la vulnerabilità delle infrastrutture marittime, sia a livello di opinione pubblica sia di agenda politica.
Intorno alla questione dei cavi sottomarini per la trasmissione dati convergono finalità con interessi economici, finanziari, sviluppo tecnologico delle telecomunicazioni e, soprattutto in questo periodo storico, di sicurezza nazionale e stabilità geopolitica.
L’importanza dei cavi sottomarini
La rete di cavi sottomarini per la trasmissione dati rappresenta l’infrastruttura critica fondamentale dell’era digitale. Questa rete, composta da cavi in fibra ottica posati sul fondale oceanico, fornisce connettività digitale a livello globale, collegando sostanzialmente le diverse società in tutto il mondo. I cavi, che spesso si estendono per migliaia di chilometri, consentono la trasmissione rapida di enormi volumi di dati tra punti distanti: la quasi totalità delle comunicazioni digitali mondiali, stimata intorno al 99%, transita attraverso questa rete globale di cavi.
L’importanza economica di questa infrastruttura è sottolineata dal fatto che circa 10 trilioni di dollari in transazioni finanziarie vengono trasmessi quotidianamente attraverso questi cavi, rendendoli la spina dorsale dell’economia globale. Tale rete comprende oltre 600 cavi attivi o progettati, che si estendono per almeno 1,4 milioni di chilometri (si veda l’immagine 1), e possiede dunque anche una caratteristica fisica all’interno della dimensione cibernetica della connettività digitale transnazionale. Come è bene noto, la rilevanza strategica dell’infrastruttura delle reti va oltre i comuni usi civili, estendendosi alla sfera della sicurezza nazionale.
La coordinazione delle operazioni militari, le missioni diplomatiche e la raccolta di intelligence dipendono criticamente da questa rete di cavi. Anche brevi interruzioni delle comunicazioni possono avere conseguenze disastrose per operazioni sensibili al fattore tempo e comportare significative implicazioni finanziarie. Pertanto, qualsiasi forma di danneggiamento dei cavi può avere ripercussioni di vasta portata e rilevanza strategica.
Immagine 1 TeleGeography, mappa dei cavi sottomarini.
Le principali minacce ai cavi sottomarini
Sono molteplici le tipologie di minacce ai cavi sottomarini che potrebbero portare all’interruzione della trasmissione dei dati. In media ogni anno, a livello globale, si verificano circa 100 rotture di cavi. Nonostante ciò, gli utenti finali della rete raramente notano questi guasti poiché il traffico dati viene solitamente reindirizzato attraverso percorsi alternativi. In linea di massima, esistono tre cause di guasti: naturali, esterne e umane.
In questa sede, ci soffermiamo sulle minacce di tipo umano che sono perpetrate deliberatamente da attori statali. Sia il dominio cibernetico sia quello marittimo sono diventati sempre più spazi di guerra in zona grigia e minacce ibride: attività maligne al di sotto della soglia del conflitto armato. Tali pratiche trovano ampia applicazione nelle sfere marittima e cibernetica in ragione della estensione spaziale e dell’elevato numero di attori pubblici e privati coinvolti, il che rende più difficile stabilire se un attacco o tentativo di sabotaggio è stato sponsorizzato da uno stato o è frutto di attività private.
Il caso del Golfo di Finlandia
Ad esempio, nell’ottobre 2023 il gasdotto Balticonnector e un cavo di comunicazione nelle vicinanze nel Golfo di Finlandia sono stati danneggiati. Sull’incidente i primi sospetti delle autorità finlandesi su chi avesse danneggiato le infrastrutture ricaddero sulla nave portacontainer Newnew Polar Bear di proprietà cinese, poiché era giunta alla città portuale di Arcangelo nel nord della Russia con l’ancora mancante.
Di altro avviso invece sono altri funzionari occidentali, i quali continuano a sospettare di un coinvolgimento russo, la portacontainer cinese era attraccata precedentemente al porto di Kaliningrad per il cambio di equipaggio. Proprio questi due Stati, Cina e Russia, negli ultimi anni hanno intensificato le proprie attività di sabotaggio, ma anche di spionaggio cibernetico.
Il ruolo della Russia
Dal 2008 la Russia ha avviato un programma di ammodernamento del proprio arsenale militare e buona parte dello sforzo è stato focalizzato anche sulla Marina. Un’attenzione particolare è stata rivolta alle navi per attività di intelligence di classe Yantar e ai sottomarini ausiliari, i quali sono in grado di disturbare le infrastrutture dei cavi sottomarini; infatti, secondo un rapporto Nato del 2019 sulla sicurezza del Nord Atlantico sono evidenziate le “nuove capacità di dispiegare mini-sottomarini in modo furtivo, esplorare cavi sottomarini ed esercitare il disturbo della guerra elettronica”.
Queste attività sono principalmente attribuite al GUGI (Главное управление глубоководных исследований, Direzione generale per la ricerca in alto mare), un’unità del Ministero della Difesa del Cremlino, fondata nel 1965, che utilizza sottomarini e droni navali per sabotare e sorvegliare le infrastrutture critiche marine.
In un rapporto pubblicato a febbraio dal think-tank inglese Policy Exchange, si afferma che dal 2021 ci sono stati otto incidenti con taglio dei cavi, i quali erano “non attribuiti ma sospetti”, nella regione euro-atlantica, e più di 70 avvistamenti registrati di navi russe “le quali svolgevano attività ritenute in modo anomalo vicino a infrastrutture marittime critiche”.
L’esempio dell’annessione della Crimea
Il Cremlino ha esperienza e interesse a utilizzare mezzi di guerra non convenzionali o ibridi, come l’interruzione delle reti di comunicazione. Infatti, durante l’annessione della Crimea, Mosca ha interrotto la principale connessione via cavo terrestre con l’esterno al fine di ottenere il controllo dell’infrastruttura Internet della penisola e, di conseguenza, del flusso di informazioni. Attraverso questa operazione il Cremlino è stato in grado di diffondere disinformazione legittimando l’annessione della Crimea.
La posizione della Cina
In merito alla Cina, negli ultimi anni, le società di infrastrutture con forti legami con lo Stato cinese hanno aumentato in modo significativo la costruzione e la proprietà di cavi sottomarini. L’HMN Technologies (ex Huawei Marine Networks) detiene una quota di mercato globale di circa il 10% e ha costruito o riparato quasi 100 dei 400 cavi sottomarini del mondo. L’investimento nell’infrastruttura dei cavi è parte integrante del progetto della Via della Seta Digitale (DSR) cinese, introdotta nel 2015 da un libro bianco ufficiale del governo cinese come una componente importante della Belt and Road Initiative (BRI), attraverso la quale Pechino mira a costruire, connettere e in ultimo controllare le tecnologie digitali globali tramite l’inserimento di società di settore, come appunto l’HMN.
Decidere dove, quando e come costruire i cavi sottomarini fornisce alle aziende e allo Stato cinese un potere sempre maggiore nel plasmare il traffico internet globale e nell’ampliare le proprie capacità d’intercettazione dei dati e lo sviluppo della dipendenza tecnologica: possono, per esempio, inserire backdoor o monitorare i cavi. Allo stesso modo, è plausibile pensare che i costruttori di cavi possano compromettere la sicurezza dell’infrastruttura fisica lungo i fondali oceanici. Per quanto concerne le attività di sabotaggio, al momento la Cina possiede le capacità militari per infliggere ingenti danni alla rete di cavi sottomarini, ma secondo un’analisi del Dipartimento delle politiche per le Relazioni Esterne dell’Unione europea, è improbabile che operazioni di danneggiamento avvengano al di fuori del contesto delle tensioni esistenti nell’Indo-Pacifico.
Il nodo di Taiwan
Nevralgica risulta essere l’area intorno Taiwan. L’isola dipende dai cavi sottomarini per le comunicazioni internazionali e possiede un numero relativamente piccolo di terminali, rendendola esposta a un blocco informatico imposto da Pechino. Nel febbraio 2023 una nave da carico e un peschereccio cinesi sono stati sospettati di aver tagliato intenzionalmente due cavi che portano la rete a Matsu, un’isola di Taiwan antistante alla costa della Cina, a distanza di sei giorni l’uno dall’altro, interrompendone la connettività per più di 50 giorni.
Come mitigare i rischi: le proposte
Secondo un’analisi di policy dal titolo “Challenges to transatlantic digital infrastructure: an EU Perspective” dell’Istituto affari internazionali, esistono diversi percorsi per approfondire una cooperazione Unione europea – Stati Uniti per un’infrastruttura dei cavi resiliente e mitigare il rischio di danni maggiori nel momento in cui le tensioni geopolitiche possano acuirsi. In particolare, le proposte includono:
- la creazione di una visione geografica comune della connettività digitale come alternativa alla via della seta digitale cinese, comprese le zone di protezione congiunta dei cavi;
- la diversificazione dei cavi sottomarini cofinanziando nuovi progetti;
- l’investimento e la collaborazione nella ricerca per lo sviluppo di cavi di trasmissione dati più resistenti;
- adottare e garantire una maggiore protezione delle principali rotte marittime e dei cavi, con un attenzione maggiore a quelle nel Mar Baltico vista la maggior aggressività del Cremlino;
- l’istituzione di un Commissario Ue distinto per la sicurezza e la difesa, con competenze nei settori dello spazio, della cibernetica e della difesa al fine di incrementare la spesa militare e rafforzare sia l’infrastruttura digitale europea sia, di riflesso, il ruolo dell’Unione europea all’interno della Nato.