La situazione di emergenza pandemica degli ultimi due anni ha evidenziato in maniera definitiva l’importanza delle infrastrutture digitali: in tale periodo è risultato palese come le imprese e le PA che avevano maggiormente investito in tecnologie e digitalizzazione dei processi siano risultate quelle maggiormente resilienti e in grado anche di cogliere nuove opportunità di business con i clienti (imprese) e di relazione con i cittadini (PA). In questo scenario, a fine gennaio 2022 è stato lanciato il bando di Difesa Servizi come committente per la realizzazione e gestione del PSN, mediante un contratto di partenariato pubblico-privato.
Il PSN costituisce un’occasione unica per l’Italia per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione e del modello di relazione tra quest’ultima e le imprese e i cittadini, e in tal senso potenzialmente in grado di trainare e costituire un riferimento per la digitalizzazione dell’intero Paese.
Cloud pubblico, la strada verso il PSN e la sovranità nazionale: novità e prospettive
Cloud, lo scenario europeo
Per capire la rilevanza del bando cloud nazionale bisogna contestualizzarlo nello scenario europeo.
L’Europa già da tempo ha posto una certa attenzione sul tema delle infrastrutture digitali per la gestione dei dati, e la Commissione Europea aveva presentato il 10 Marzo 2020 (il giorno prima che l’Organizzazione Mondiale della Sanità classificasse l’emergenza relativa al Covid-19 come pandemia globale) un documento sulla Strategia Industriale Europea; tale documento è stato aggiornato nel maggio 2021 e fissa – tra gli altri – l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 un tasso di adozione del 75% di servizi cloud avanzati per le aziende europee.
A dicembre 2020 la Commissione Europea ha lanciato la nuova Alleanza su Dati Industriali, Cloud e Tecnologie avanzate, che dovrebbe contribuire ulteriormente allo sviluppo di un ecosistema compatibile con le normative comunitarie, creare sinergie tra aziende informatiche europee e fornire consulenza all’esecutivo UE in tema di investimenti. Un obiettivo ambizioso, che punta a ricondurre sotto maggior controllo il flusso e l’archiviazione dei dati europei, garantendo sempre il rispetto della privacy e dei principi del GDPR, il regolamento europeo sulla data protection. Su spinta di Germania e Francia, inoltre, a gennaio 2021 è stata ufficializzata la costituzione del consorzio GAIA X, che mira a garantire un ecosistema europeo digitale aperto, trasparente e sicuro, in cui dati e servizi possono essere resi disponibili, raccolti e condivisi in un ambiente con i massimi standard di sicurezza. Allo stato attuale hanno aderito a GAIA X oltre 300 organizzazioni, imprese e operatori di telecomunicazione europei.
Il contesto italiano
Il contesto italiano in termini di digitalizzazione e infrastrutture digitali si presenta piuttosto complesso: l’indice DESI 2020 ha confermato una posizione dell’Italia nelle retrovie all’interno dell’Europa a 27 in termini di adozione di servizi e competenze digitali; in termini di infrastrutture digitali, se il tema della banda larga era stato indirizzato dal governo italiano nel 2015 con la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga, sul tema dei Data Center una ricognizione promossa a fine 2019 dal Ministero dell’Innovazione Tecnologica e Digitalizzazione su circa mille pubbliche amministrazioni aveva evidenziato l’esistenza di oltre 1.200 strutture utilizzate dalle stesse PA come centri di gestione dei dati. Di queste solo circa 60 erano giudicate con requisiti di sicurezza ed efficienza ritenuti necessari per continuare a operare.
Anche le analisi di EY sulla situazione italiana dei Data Center mostravano fin dal 2015 una situazione frammentata: in particolare, la situazione aggiornata a metà 2021 mostra circa 180 Data Center di co-location, che rappresentano l’11% del totale DC presenti sul territorio europeo (con l’Italia seconda solo alla Germania in Europa), ma con un gap rispetto all’Europa in termini di requisiti di sicurezza, affidabilità, capacità elaborativa, efficienza, e in termini di hyperscaler in grado di garantire elevate capacità e scalabilità.
Cloud, il ruolo del PNRR e l’impatto del Polo Strategico Nazionale
Ecco perché il PNRR e il Polo Strategico Nazionale (PSN) costituiscono per l’Italia una grande opportunità per colmare il gap per la Pubblica Amministrazione, e indirizzare anche il cambiamento di approccio per imprese e cittadini che interagiscono con la PA stessa. Il PSN, come rappresentato nel documento di indirizzo ‘Strategia Cloud Italia’ preparato nell’estate del 2021 dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, ha l’obiettivo di ospitare i dati, i servizi critici e strategici di tutte le amministrazioni centrali (circa 200), delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e delle principali amministrazioni locali (Regioni, città metropolitane, comuni con più di 250 mila abitanti).
All’interno del PNRR, in particolare la prima “missione” è dedicata alla “Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione” che ha, tra gli obiettivi principali, quello di favorire e supportare l’adozione di servizi in cloud da parte di circa il 75% delle PA entro il 2026.
Cosa dice il bando per il PSN
Il Bando include un Progetto di Fattibilità del PSN che definisce i requisiti relativi alla fornitura di un Catalogo di servizi in quantità, qualità e livelli adeguati, tramite data center ad alta efficienza e sicurezza. L’architettura proposta prevede una ’Infrastruttura Data Center PSN’ costituita da quattro Data Center interconnessi in doppia Region (2 DC + 2 DC), progettati secondo gli standard più evoluti, in grado di ospitare i Cloud Service Provider che cederanno al PSN la gestione delle piattaforme. La società di scopo dovrà essere operativa con circa 100 FTE a regime, con l’attenzione posta al tema delle pari opportunità attraverso l’attribuzione di un maggior punteggio per la componente di lavoro femminile, giovanile e assunzione/impiego di persone con disabilità, e all’aggiornamento tecnologico da garantire ogni cinque anni con relativa revisione dei servizi offerti e dei prezzi secondo l’andamento di mercato.
Il suddetto Progetto di Fattibilità definisce i principi guida e dettaglia i servizi e le relative caratteristiche in termini di sistema di governance dal punto di vista sia amministrativo sia tecnologico che assicuri il controllo dei processi e dell’accesso ai dati, tecnologie e scelte architetturali improntate ai principi del multicloud, modalità di gestione delle infrastrutture, inclusione di innovative soluzioni fornite da Cloud provider internazionali (Hyperscaler o CSP). Tali pilastri si pongono l’obiettivo di garantire soluzioni in linea con le evoluzioni di mercato, la sicurezza del controllo dei dati, l’accesso e la gestione in territorio italiano di tutta l’infrastruttura, la scalabilità e la varietà offerta da fornitori come gli Hyperscaler, l’accesso alle loro soluzioni da parte del personale del PSN e infine, l’apertura all’ecosistema del territorio con approccio basato su API (Application Programming Interface) verso nuovi scenari applicativi nativi in cloud per tutti i servizi previsti.
L’integrazione tra gli Hyperscaler e le soluzioni sovrane sarà guidata dai criteri di classificazione del dato definito dalle strutture competenti come l’ACN, e potrà esser soddisfatto da una delle diverse soluzioni cloud rese disponibili quali le Soluzioni industry standard, per Hosting, Housing e Private cloud; Public Cloud PSN Managed, con controllo del software e della gestione; Hybrid Cloud su sito PSN; Secure Public Cloud per la criptazione dei dati con chiavi nell’esclusiva disponibilità del Polo Strategico Nazionale, sistemi di backup dati e policy di sicurezza. Ulteriori servizi che potranno essere offerti alle PA, saranno quelli di migrazione, evoluzione e professional services, Business e Culture Enablement.
Nell’ambito dell’offerta tecnica, cui è associato il 70% del punteggio totale, una particolare attenzione viene posta al parametro relativo all’efficienza energetica per il contenimento dell’indice PUE < 1,4 (Power Usage Effectiveness), per la riduzione dell’impatto ambientale e l’ottimizzazione della percentuale di approvvigionamento elettrico da fonti rinnovabili. Ulteriori aspetti di rilievo sono relativi al numero di fornitori di servizi public cloud (CSP qualificati), al miglioramento dell’offerta di servizi mediante l’utilizzo di tecnologia Open Source, al miglioramento degli indicatori di qualità, e alla gestione della migrazione dei servizi attuali.
Conclusione
L’aspettativa è che con il PSN l’Italia possa recuperare e rimettersi al passo con l’Europa in termini di infrastrutture digitali, concentrando in poche grandi strutture sicure, efficienti, affidabili, la gestione dei dati delle PA con un salto in avanti evidente rispetto alla situazione attuale. Si ritiene, inoltre, che il PSN sia destinato a forzare anche il cambiamento dei processi all’interno della PA e nella relazione con imprese e cittadini, e questo richiederà anche un adeguamento delle competenze e capacità digitali da parte di tutti gli stakeholder e la comprensione delle loro esigenze (es. disegnatori di servizi, erogatori, usufruitori, etc).
Sarebbe, infine, interessante per l’Italia che il PSN dia lo slancio anche agli operatori privati del settore per considerare l’opportunità di fare dell’Italia un riferimento geopolitico importante per le strutture di Data Center e Cloud con particolare riferimento al bacino del Mediterraneo, nell’ottica di una sempre maggiore auspicata stabilità di quest’ultimo, anche grazie agli asset disponibili in termini di fibra ottica.