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Cloud PA, tanti vantaggi ma attenzione alla sicurezza: i consigli



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Il cloud apre le porte alla PA alla trasformazione digitale dei servizi, tuttavia è importante scegliere una soluzione che ponga cybersecurity e data protection come priorità irrinunciabili, in conformità con le normative UE e gli standard internazionali 

Pubblicato il 24 mar 2025



open data co0munali

Il cloud è per la PA un’importante leva per attuare la trasformazione digitale, un percorso indispensabile per le amministrazioni di ogni dimensione non solo per rispettare le indicazioni governative, ma anche per ottenere vantaggi nel lavoro di ogni giorno. Migrare sul cloud permette agli enti e alle istituzioni pubbliche di spingere sull’innovazione, favorendo l’adozione di nuove modalità di gestione dei processi ed erogazione dei servizi nonché di altre tecnologie, garantisce inoltre l’interoperabilità e ambienti maggiormente collaborativi.

In generale, il risultato è l’incremento dell’efficienza, che ha come conseguenza tagli dei tempi e dei costi e un positivo rapporto tra PA e cittadino. Uno dei tempi più importanti da considerare relativamente al cloud nella PA è però la sicurezza: le PA devono rispettare alti standard in materia di cybersecurity e data protection, indicati da normative come la direttiva Nis2, perciò è importante essere consapevoli di questi aspetti e scegliere un fornitore esperto che adotti tutte le misure idonee.

Cloud PA, perché accelera la trasformazione digitale

La migrazione sul cloud ha per le pubbliche amministrazioni una funzione abilitante alle tecnologie più innovative, come l’intelligenza artificiale e l’uso strategico dei big data. È quindi una leva importante sul fronte della trasformazione digitale, ma anche un fattore di snellimento delle attività quotidiane. Aspetto, questo, che rappresenta una priorità sia per migliorare il rapporto tra amministrazione e cittadino sia per incrementare l’efficienza.

Ciò è possibile per i vantaggi operativi portati dalle caratteristiche tecniche del cloud, come la struttura flessibile e scalabile che consente un rapido adattamento ai cambiamenti, il supporto a modalità di lavoro collaborative e all’interoperabilità dei sistemi che permette una più facile condivisione dei dati tra enti diversi. Qualità che rendono più semplici i processi e non solo: tra i vantaggi significativi, c’è anche “la riduzione dei costi CapEx – spiega Enrico Signoretti, vice president of product and partnership di Cubbit -. Il percorso è già avviato, con molte amministrazioni che sperimentano il cloud, sebbene il processo sia ancora in evoluzione”. Non mancano infatti alcuni fronti critici che possono frenare il percorso di trasformazione digitale e adozione del cloud nelle pubbliche amministrazioni, tra cui i limiti rispetto alle necessità della PA di soluzioni hyperscaler e on-premise. Bisogna infatti fare attenzione alla sicurezza, alla sovranità dei dati e anche ai costi: “Le principali difficoltà riguardano la gestione della sicurezza e della sovranità dei dati, l’integrazione con sistemi legacy, il rispetto di normative stringenti e il gap di competenze tecniche necessarie per operare in ambienti cloud moderni”, racconta Signoretti.

Sicurezza e cloud PA

In particolare, gli aspetti legati a cybersecurity e data protection hanno implicazioni per le PA che possono coinvolgere istituzioni e cittadini, perciò è importante dunque conoscerli e affrontarli. Riguardo al framework normativo, in particolare, “la PA deve conformarsi a normative come il GDPR per la protezione dei dati personali e la direttiva NIS2 per la sicurezza informatica, oltre a rispettare standard internazionali quali ISO 27001, ISO 27017 e ISO 27018. Inoltre, vi sono requisiti specifici nazionali, come quelli dell’ACN, che regolamentano la localizzazione e la gestione dei dati”, sottolinea Signoretti.

Da questo punto di vista, considerando i cambiamenti più recenti nel panorama legislativo, è importante per le pubbliche amministrazioni accertare che il fornitore dei servizi cloud rispetti gli standard di sicurezza previsti dalla direttiva europea Nis2, cui le aziende erano tenute ad adeguarsi entro lo scorso autunno. La direttiva UE segnala infatti l’importanza del coinvolgimento degli attori della supply chain nell’adozione di misure idonee a tutelare le infrastrutture e i sistemi dalle minacce cyber. Inoltre, per rispetto del Gdpr costituisce una garanzia contare su un provider che non trasferisca verso altri Paesi i dati, ma che li conservi in data center presenti sul territorio nazionale e che adotti tutte le accortezze necessarie per tutelare le informazioni.

Bisogna infatti ricordare che i dati gestiti dalle pubbliche amministrazioni sono da proteggere in maniera particolare, perché una violazione potrebbe avere conseguenze sia per gli interessati sia per il sistema Paese. Per questo inoltre è fondamentale che i data center rispettino i criteri più elevati di sicurezza, tra cui quelli relativi alla prevenzione di calamità o disastri naturali, che potrebbero compromettere la loro struttura e dunque i sistemi in essi contenuti, e che siano adottare le misure idonee a garantire la continuità operativa, che nel caso dell’erogazione dei servizi pubblici è una priorità assoluta per non creare blocchi e disagi al Paese.

Cloud PA sicuro, l’esempio di Cubbit

Un servizio che garantisce la sicurezza dei dati è il geofencing, di cui il cloud di Cubbit dispone e che assicura che i dati vengano effettivamente conservarti entro i confini italiani e con modalità conformi sia al Gdpr che alla Nis2, oltre che nel rispetto degli standard internazionali di sicurezza. Proprio per gestire in maniera efficace e compliant i dati, Cubbit ha ottenuto le certificazioni ISO 9001 e ISO 27001, oltre ad essere qualificata dall’Agenzia di cybersicurezza nazionale. La soluzione chiaramente è disponibile sul Mepa per consentire l’acquisto da parte della PA: “La proposta di Cubbit per il cloud PA è una soluzione di cloud storage geo-distribuito che permette alle amministrazioni di creare il proprio cloud su misura, garantendo sicurezza avanzata, sovranità dei dati e una gestione flessibile ed efficiente dei costi, in linea con le esigenze del settore pubblico”, afferma Signoretti.

Il livello di sicurezza richiesto da tali norme e certificazioni è garantito grazie alla cifratura, frammentazione e replicazione dei dati attraverso il network, proteggendo le informazioni da possibili tentativi di violazione. La cura di tale aspetto è espressa da un dato, quello della durabilità dei dati che per il cloud di Cubbit è fino a quindici Nove, un valore diecimila volte più alto rispetto agli undici Nove previsti dagli standard per l’industria.

In ottica di contenimento dei costi, inoltre, il cloud di Cubbit permette di gestire in serenità il budget: “Questa soluzione è vantaggiosa perché unisce sicurezza, resilienza e sovranità dei dati con costi notevolmente ridotti. Grazie alla sua architettura geo-distribuita che integra risorse da cloud pubblici, on-premise e edge, elimina il vendor lock-in e offre un controllo completo sull’intero ecosistema cloud”, conclude Signoretti.

Articolo realizzato in partnership con Cubbit

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