Il bando

Cloud pubblico, la strada verso il PSN e la sovranità nazionale: novità e prospettive

L’uscita del bando per la realizzazione del PSN corona un cammino quinquennale per la razionalizzazione delle infrastrutture della pubblica amministrazione seguendo un principio di difesa dei confini nazionali anche relativamente ai dati. Vediamo come sta prendendo forma la strategia del Governo

Pubblicato il 02 Feb 2022

Antonio Cisternino

Università di Pisa

cloud italia nazionale - EDPB - cloud nazionale

Sono trascorsi anni ormai dall’introduzione del “Polo Strategico Nazionale” da parte di AgID nel piano triennale per l’informatica e finalmente, rispettando la promessa fatta, il Ministro Colao ha pubblicato la gara per la realizzazione del PSN. Grazie al PNRR non ci si limita a dire che deve esistere “ripulendo” datacenter esistenti ma si investono ben 723 milioni di euro nella realizzazione e manutenzione per 10 anni di un’infrastruttura di 4 datacenter che dovranno assicurare la sovranità nazionale dei servizi della Pubblica Amministrazione Centrale e contribuire allo spegnimento di oltre 1000 datacenter della PA classificati “B” dal censimento del 2017.

Cerchiamo quindi di capire come si è arrivati alla definizione attuale di PSN e alla formazione di questo bando di gara poi pubblicato sul sito Difesa Servizi, società in house del Ministero della Difesa.

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Si tratta chiaramente di un progetto strategico che non può non aver impatto sugli equilibri dell’allocazione dei servizi cloud nazionali anche se oltre ai tradizionali servizi private cloud IaaS, PaaS, e SaaS, troviamo anche il più moderno CaaS (Container as a service) e soprattutto i servizi BaaS (Backend as a Service) che giocheranno un ruolo essenziale nella realizzazione di un cloud ibrido che consenta l’esecuzione su un cloud ibrido dei servizi al cittadino potendo allocare il frontend delle applicazioni in cloud pubblici qualificati ma assicurando che i dati siano memorizzati in un backend sotto il controllo dello Stato.

La novità del progetto non sta però solo nei tempi, ma anche nella procedura seguita per la predisposizione di un bando di una gara di importo decisamente non trascurabile e che ha portato ad una documentazione di progetto firmata dalla cordata TIM, Leonardo, Sogei e CdP, sicuramente irrituale in una procedura di gara di una pubblica amministrazione ed un interessante elemento di novità che rende trasparente un processo di interlocuzione che spesso avviene comunque tra i potenziali fornitori e la redazione di un bando.

Polo Strategico Nazionale, da dove siamo partiti

Il Polo Strategico Nazionale è previsto sin dalla prima edizione del piano triennale di AgID (2017) come strumento essenziale per spingere le pubbliche amministrazioni a adottare una strategia SaaS first Cloud first nella realizzazione dei propri servizi, abbandonando il modello in cui ciascuna pubblica amministrazione provvede in autonomia ad acquisire l’hardware e il software per la realizzazione dei propri servizi.

Nello stesso anno AgID promuove il censimento dei datacenter della PA con l’obiettivo di classificarli in tre gruppi: gruppo B, gruppo A, e candidabili PSN. Le intenzioni del piano erano quelle di realizzare il PSN federando datacenter esistenti che avessero gli opportuni requisiti, mantenendo operativi per un po’ di tempo quelli classificati gruppo A e chiudendo rapidamente quelli classificati gruppo B. Il risultato del censimento ha fotografato una realtà che forse non era facile da immaginare: dei 1252 datacenter censiti solo 35 sono risultati candidabili PSN, 27 sono stati classificati nel gruppo A e i restanti 1190 nel gruppo B (più tutti quelli non censiti che venivano classificati automaticamente nel gruppo B).

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La strategia relativa alle infrastrutture non cambia con il susseguirsi dei piani fino al 2020 quando, con un improvviso cambio di rotta largamente dovuto al risultato del censimento, viene radicalmente rivista la strategia per i 62 datacenter non in gruppo B che vengono tutti ridefiniti come datacenter “A”. Questi datacenter rappresentano “l’elite” dei datacenter della PA e pertanto svolgono un ruolo importante per supportare la Pubblica Amministrazione Locale (PAL) mentre per la Pubblica Amministrazione Centrale (PAC) è previsto l’uso del PSN che sarà realizzato ex-novo e non semplicemente federando datacenter selezionati a valle del censimento.

Anche la revisione del piano triennale, necessaria per allinearsi al PNRR, conferma l’impostazione ma soprattutto delinea la strategia nazionale sulle infrastrutture digitali (M1C1 – investimento 1.1) e il budget di 900 milioni di euro da cui provengono quelli relativi al bando PSN appena pubblicato.

Le manifestazioni di interesse per il bando di gara

Costruire la documentazione per una gara così complessa da cui dipende il futuro di una nazione (o quantomeno della PA) non è certamente banale, e la modalità selezionata dal Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale per preparare è stato quello di accogliere le proposte di operatori del mercato (ai sensi dell’art. 183 del D.L. 18/2016) sulla possibile realizzazione di un’infrastruttura che sia conforme alla strategia del polo strategico nazionale.

Si tratta di un approccio alla procedura che rende trasparente il processo di costruzione di un bando complesso in cui operatori del mercato cercano di proporre architetture che siano attuabili e compatibili con lo stato dell’arte e che allo stesso tempo soddisfino i requisiti strategici alla base del bando. È abbastanza comune che gli operatori ICT aiutino le PA a fornire supporto durante la redazione di un bando, anche perché la redazione di un bando complesso potrebbe essere troppo onerosa per la PA e portare a capitolati inattuabili o comunque incapaci di catturare lo stato dell’arte. La presentazione di proposte è semplicemente un modo per rendere, almeno in parte, trasparente il processo, e infatti sappiamo che tre cordate hanno sottomesso delle proposte al MITD: Tim-Leonardo-Sogei-CdP, Aruba-Almaviva, e Fastweb-Engineering. Il 27/12, alla scadenza dei 90gg previsti, il MITD ha informato di aver selezionato la proposta di TIM, Leonardo, Sogei, e CdP come base del bando di gara per la realizzazione del Polo Strategico Nazionale.

Il Ministro Colao è stato di parola e dopo quattro settimane è stato pubblicato il bando di gara sul sito di Difesa Servizi, in-house del Ministero della Difesa. È da sottolineare come la gara sia aperta, e l’unico vantaggio che ha la cordata selezionata è quella di aver disegnato l’architettura conoscendo le proprie capacità realizzative, ma è possibile che un’altra cordata si aggiudichi il bando partendo dalle stesse specifiche.

Il bando per il Polo Strategico Nazionale (PSN)

Il bando di una gara così complessa come quella per la realizzazione del Polo Strategico Nazionale è composto da numerosi allegati che dettagliano molti aspetti tecnici e procedurali. Il disciplinare di gara è il documento che definisce il funzionamento della gara le cui proposte dovranno essere inviate entro il 16 marzo alle ore 16.

Per comprendere gli aspetti tecnici della gara ci si può concentrare sugli allegati marcati come sub allegati dell’allegato 3. L’allegato 3 sub 1 costituisce la proposta di realizzazione vera e propria e consente finalmente di capire il PSN come sarà strutturato e l’architettura dei servizi che sarà adottata dalla PA per i prossimi 10 anni.

Il PSN supporterà sia il modello di housing, che quello di hosting, che quello di cloud ibrido basato su un cloud privato e 3 cloud pubblici forniti da Microsoft, Google, e Oracle. Si tratta di una struttura ragionevole che tiene conto del legacy che la PAC ha accumulato nel corso di due decadi e che non si può pensare di migrare in un modello di servizi cloud nell’arco di pochi mesi. Ritengo però interessante il modello di cloud ibrido che evita una soluzione “fai da te” che reinventa la ruota e rischia di non fornire il supporto necessario alle PA per la migrazione dei servizi con il conseguente fallimento dell’intero progetto (cosa che è già successa per gare precedenti).

I modelli cloud supportati saranno:

  • IaaS – Infrastructure as a Service
  • CaaS – Container as a Service
  • PaaS – Platform as a Service
  • SaaS – Software as a Service
  • BaaS – Backend as a Service
Di questi quello forse più interessante da menzionare è il modello BaaS: ovverosia fornire il supporto di backend di applicazioni Web lasciando all’ente la realizzazione di frontend, tipicamente applicazioni mobili, al fine di assicurare l’accesso e la conservazione dei dati nazionali secondo una strategia comune.

È altrettanto interessante osservare come la strategia dei dati sia differenziata a seconda del livello di classificazione, imponendo per i dati strategici la memorizzazione all’interno del perimetro nazionale ma consentendo di memorizzare dati critici su cloud pubblici selezionati e i dati ordinari nel cloud pubblico.

Si tratta di una strategia pragmatica che prevede una collaborazione controllata con i vendor mondiali pur mantenendo controllo sugli apparati ospitati nei datacenter del PSN e su cui risiedono i dati strategici.

Da un punto di vista geografico la proposta è quella di realizzare quattro datacenter interconnessi su centro e nord Italia come mostrato in figura. Ciascun datacenter partirà da 800mq per 1,1MegaWatt di corrente e potrà crescere fino a 2900mq e 4,8MegaWatt.

È interessante osservare come il capitolato indichi i principi di disegno seguiti per garantire la “digital sovereignty”, elemento essenziale del PSN.

Elemento essenziale per una gestione del Cloud è la console di gestione che è oggetto del capitolato (all.3 sub 2) e che si poggia su API del livello di controllo del cloud responsabili per omogeneizzare i vari servizi. La console consentirà sia di operare che di monitorare funzionamenti e costi del servizio.

Conclusioni

L’uscita del bando per la realizzazione del PSN corona una strategia quinquennale per la razionalizzazione delle infrastrutture della pubblica amministrazione seguendo un principio di difesa dei confini nazionali anche relativamente ai dati. È presto per dire se l’attuazione riuscirà a vincere la naturale ritrosia della PA nazionale al cambiamento, ma ad una prima lettura l’architettura proposta è quantomeno conforme allo stato dell’arte e sufficientemente articolata per una strategia di migrazione progressiva dei dati. Non possiamo che augurarci che l’implementazione sia all’altezza del design proposto, anche perché difficilmente si potrà fare affidamento su un investimento paragonabile, e il bando prevede una durata di 10 anni per consentire un tempo adeguato all’attuazione di un investimento strategico.

Sarà cruciale il ruolo del MITD nei prossimi 10 anni per assicurare che l’implementazione sia adeguata e che attorno ad essa si sviluppi un ecosistema che assicuri che i dati della PA siano custoditi in modo appropriato e gestiti secondo politiche coordinate a livello nazionale. Sicuramente la realizzazione del PSN altererà il mercato eliminando, o comunque riducendo drasticamente, il mercato rivolto ai singoli enti per la realizzazione di infrastrutture, linea di indirizzo che per qualche anno sembrava solo sulla carta (o per meglio dire nei pixel di uno schermo) ma che ora diventa improvvisamente tangibile.

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