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Cloud sovrano: l’importanza di un ecosistema di partner affidabili



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Le aziende europee vedono il cloud come un elemento centrale per la flessibilità e reattività. Tuttavia, i settori regolamentati devono affrontare requisiti complessi. Le direttive UE come DORA e NIS2 sostengono la sovranità digitale. Il cloud sovrano, privo di dipendenze dai fornitori, è sempre più adottato, con partnership locali e globali che garantiscono successo e innovazione

Pubblicato il 4 lug 2024

Penny Philpot

Vice President Ecosystems EMEA, Red Hat



contratto cloud
contratto cloud

Le aziende europee riconoscono che il cloud è un fattore di cambiamento: molte di esse, consapevoli degli evidenti vantaggi legati alla maggiore flessibilità e reattività necessaria nel frenetico mondo degli affari di oggi, considerano il cloud come priorità nelle proprie strategie. Tuttavia, i settori regolamentati come la finanza, la sanità e il settore pubblico devono anche affrontare i complessi requisiti politici relativi al controllo dei dati e alla giurisdizione.

Le autorità di regolamentazione dell’UE hanno ben chiaro questo dilemma digitale e hanno iniziato ad affrontarlo. Iniziative come DORA, NIS2 e IEA aiutano le organizzazioni a ottenere un’infrastruttura cloud resiliente, interoperabile e personalizzabile. Il messaggio è chiaro: spingere le organizzazioni ad abbracciare il cloud con fiducia senza rinunciare al controllo.

Evitare le dipendenze con il cloud sovrano

È qui che entra in gioco il concetto di cloud sovrano, ovvero un ambiente progettato per fornire servizi senza creare dipendenze dai fornitori. I servizi offerti sono tipicamente open source o hanno alternative equivalenti indipendenti dal fornitore (tramite standard aperti), il che offre agli utenti maggiore flessibilità nel caso in cui vogliano cambiare il provider o il vendor di servizi cloud. In particolare, un cloud sovrano enfatizza il controllo dell’utente, mantenendo la proprietà dei dati e l’usabilità all’interno del dominio dell’utente.

Si tratta di un approccio che riscuote molto interesse da parte delle aziende. L’84% delle organizzazioni intervistate da IDC nel sondaggio EMEA Cloud Survey 2023 ha dichiarato di aver già adottato soluzioni cloud sovrane o che prevede di farlo nei prossimi 12 mesi.

Questo dato mette l’Europa all’avanguardia nella sovranità digitale ed è il motivo per cui molti provider di servizi cloud di fama mondiale hanno stretto collaborazioni con partner locali di fiducia.

Può sembrare che i principali attori globali del cloud abbiano maggiori probabilità di successo, ma molti riconoscono la necessità di poter contare su un ecosistema di partner affidabili affinché le proprie soluzioni sovrane funzionino su larga scala. In questo senso, la collaborazione tra fornitori di cloud locali e globali è fondamentale e i partner hanno di conseguenza un enorme vantaggio proprio per il loro ruolo di mediatori tra queste due dimensioni.

Anche IDC ritiene anche che per il successo della sovranità, le partnership tra provider cloud globali e locali siano essenziali per aiutare le organizzazioni a trovare un equilibrio tra la necessità di controlli sovrani e il potenziale di innovazione del cloud.

Evitare il vendor lock-in con il cloud sovrano

Il vendor lock-in è una trappola di cui tutte le parti devono tenere conto. Alla domanda di IDC sul motivo per cui la loro organizzazione ha deciso di smettere di utilizzare il cloud pubblico, il 30% degli utenti ha menzionato un livello elevato di dipendenza o di vendor lock-in, che limitava la loro flessibilità.

Tra le organizzazioni europee che prevedono di utilizzare soluzioni di cloud sovrano nei prossimi 12 mesi, quasi un quarto ha dichiarato di voler trovare un equilibrio tra personalizzazione e interoperabilità per ridurre i rischi legati al vendor lock-in.

Le organizzazioni alla ricerca di soluzioni cloud sovrane hanno bisogno di partner per una collaborazione a lungo termine. L’implementazione dei principi di sovranità è un processo a lungo termine che comporta l’adattamento a nuovi requisiti IT in termini di infrastruttura, sicurezza e framework di governance. Questi fattori emergono come criteri cardine per la valutazione delle soluzioni e devono essere una responsabilità condivisa da tutti i partner, per cui è fondamentale uno stretto rapporto di collaborazione tra fornitore e cliente.

L’impatto dell’open source sulla sovranità del cloud

I clienti che si trovano in una fase iniziale del loro percorso di modernizzazione del cloud e del loro approccio alla trasformazione digitale si affideranno molto ai partner per le competenze in materia di sovranità del cloud, comprese le indicazioni sulla classificazione dei dati e dei carichi di lavoro. Questa guida pratica apre le porte ai partner con competenze ibride e multi-cloud e alimenta i progressi dei clienti verso la sovranità.

La vera sovranità non risiede in fornitori specifici, ma nella partecipazione aperta sulla base di standard aperti e di licenze e cultura open source. Le normative da sole non possono salvaguardare l’empowerment, che nasce dall’accessibilità della tecnologia. I partner che abbracciano l’open source per l’autosufficienza del cloud fanno il primo passo; quelli che intervengono a sostegno della collaborazione aperta hanno in carica tutti gli step successivi.

Gli esempi pratici di adozione del cloud sovrano

Le conversazioni circa gli aspetti normativi della sovranità del cloud possono essere difficili, perché il termine ha significati diversi a seconda delle parti coinvolte. Piuttosto che impantanarsi nella semantica, sarebbe meglio studiare esempi tangibili che anticipano la traiettoria della politica. IONOS, con sede in Germania, si dedica alla creazione di un cloud affidabile e digitalmente sovrano per la comunicazione e la collaborazione, basato sulla tecnologia open source. Un altro esempio recente è Cloud Temple, un fornitore leader di infrastrutture cloud per il settore pubblico francese. Cloud Temple si è recentemente impegnata ad adottare l’open source come mezzo per offrire un ecosistema di servizi sufficientemente ampio e competitivo ai propri clienti.

Questo è l’invito ai partner: passare dal suscitare la curiosità dei clienti sul cloud a dimostrare le capacità per sostenere questa trasformazione. I partner devono guidare la migrazione e i carichi di lavoro e mostrare le implementazioni regionali che anticipano le decisioni politiche. Soprattutto, i partner devono sostenere gli standard tecnologici aperti che assicurano che il controllo sia sempre nelle mani dei clienti. Animando un cloud aperto e partecipativo, i partner hanno il potere di scrivere il prossimo capitolo del viaggio digitale dell’Europa.

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