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Regioni cloud nazionali, il ruolo dei fornitori di software indipendenti



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Nella nuova ondata di migrazione al cloud di organizzazioni grandi e piccole, pubbliche e private, che deriva dalla disponibilità delle regioni cloud nazionali, i clienti non avranno bisogno solo dei system integrator, ma anche fornitori di software indipendenti (ISV, Independent Software Vendor). Vediamo in che modo collaborano hyperscaler e ISV

Pubblicato il 26 set 2023

Gianluca Marcellino

Demand Officer, Comune di Milano



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iaas

Negli ultimi due anni la frenata della globalizzazione, la rinascita dell’inflazione e l’esigenza della sostenibilità stanno costringendo il cloud pubblico a trasformarsi. Il cloud oggi deve gestire meglio i costi ricorrenti – l’energia innanzitutto – e permettere a chi lo usa di esercitare una sovranità sui dati anche a livello nazionale.

La trasformazione del cloud

È in corso una trasformazione profonda del cloud, dove:

  • Le regioni nazionali degli hyperscaler sono uno strumento fondamentale. Per questo oggi tutti gli hyperscaler principali hanno aperto una regione italiana del loro cloud pubblico: AWS, Google Cloud, Oracle e Microsoft.
  • La presenza di queste regioni italiane, e l’impegno dell’intero ecosistema dei partner tecnologici per aiutare le imprese e le pubbliche amministrazioni ad adottarle, stanno avviando una seconda ondata di adozione del cloud. Questa volta adotterà il cloud la stragrande maggioranza delle organizzazioni grandi e piccole, in particolare quelle che finora lo avevano rifiutato o adottato il meno possibile.

Abbiamo visto quanto saranno necessari per questa nuova ondata i system integrator, e come hyperscaler e system integrator collaborano strettamente.

Un ruolo diverso, del tutto paragonabile per importanza è quello dei fornitori di software indipendenti (ISV, dall’inglese Independent Software Vendor). Vediamo in che modo collaborano hyperscaler e ISV.

Cosa sono gli ISV e perché sono importanti per ogni fornitore di piattaforme digitali

Da quando ogni produttore di telefoni cellulari è corso a seguire il modello di Apple e del suo iPhone, abbiamo tutti in tasca un mercato affollatissimo di ISV. Chiunque consulta Apple Store, Google Play, Microsoft Store e tanti altri ambienti simili rivolti agli individui o alle imprese trova che la stragrande maggioranza di quelle app è prodotta e commercializzata da un’azienda indipendente da chi ha prodotto la piattaforma hardware e software di base. Lo stesso vale per le grandi piattaforme cloud, e infatti ognuno degli hyperscaler sta introducendo un mercato digitale di applicazioni certificate simile a quelli dei produttori di telefoni, PC ed altri dispositivi.

Per usare davvero il cloud, proprio come tutte le altre piattaforme digitali precedenti, dai mainframe ai “dipartimentali”, dal client/server ai PC, ci vogliono programmi che soddisfino, e bene, una delle milioni di esigenze specifiche che gli utenti possono avere. Se noi utenti dovessimo accontentarci dei programmi che realizziamo per conto nostro e di quelli che produce il fornitore della piattaforma, useremmo il telefono meno di un decimo di quanto facciamo, e così i server on premise, e il cloud.

Ecco perché gli hyperscaler che forniscono le piattaforme cloud vogliono e devono aiutare in tutti i modi possibili gli specialisti che sviluppano applicazioni di ogni tipo, dalle più diffuse a quelle di nicchia, da quelle per uso personale a quelle che aiutano a gestire flotte di aeroplani, reti commerciali, palinsesti televisivi e anagrafi di cittadini.
Dall’altra parte, gli hyperscaler alternativi sono molti, e un ISV di capacità elevate vuole e deve rendere le sue applicazioni disponibili almeno su tutti i cloud principali. Abbiamo visto nel primo articolo un esempio: tutti gli hyperscaler hanno dato grande importanza ad accogliere nel proprio cloud servizi di Oracle e di SAP; alcuni arrivarono a citarli come partner nel lancio stesso della regione italiana.

La collaborazione nasce e cresce con i coinvestimenti, poi diventa commerciale

I meccanismi fondamentali con cui uno hyperscaler incentiva i fornitori software indipendenti sono gli stessi delle piattaforme precedenti, con l’unica differenza che i mercati sono più grandi, e molto più dinamici, di quelli associati a macchine fisiche.

Il primo in ordine di tempo e di importanza è l’incentivo economico che lo hyperscaler può offrire all’ISV perché questo riscriva o adatti le proprie applicazioni alla specifica piattaforma cloud, e quello per rendere le applicazioni così riscritte disponibili ai clienti in tutte le regioni dove potrebbe esserci domanda. Per lo ISV si tratta di due investimenti molto diversi:

  • il primo riguarda lo sviluppo, e la manutenzione nel tempo, di una versione della propria offerta che funzioni sul cloud dello hyperscaler, facendo attenzione a sfruttare al meglio i servizi nativi per ridurre i consumi e aumentare le prestazioni; sostanzialmente, migrare i propri servizi al cloud dello hyperscaler, creando una propria offerta “nativa” di quel cloud, permettendo così ai suoi clienti di migrare i loro.
  • il secondo, meno evidente e probabilmente più piccolo, consiste nell’installare e far girare in ciascuna regione cloud dello hyperscaler una istanza delle soluzioni così adattate, occupando e quindi impegnandosi a pagare allo hyperscaler risorse che inizialmente potrebbero non trovare abbastanza clienti paganti da coprire i costi.

Nel primo ambito, hyperscaler e ISV avviano un’iniziativa di innovazione congiunta con investimenti di entrambi. In alcune situazioni, in particolare per gli ISV più piccoli, viene coinvolto un system integrator che aiuti lo ISV – come AWS fa con il secondo dei system integrator citati nell’articolo precedente, Beta 80. L’importanza di questo supporto dello hyperscaler è illustrata dall’esempio di Prometeia più oltre.

Nel secondo ambito, hyperscaler e ISV concordano costi e termini di pagamento particolari per le risorse necessarie ad ospitare una prima istanza dei servizi del secondo in ciascuna delle regioni cloud che sceglieranno insieme sulla base dell’interesse dei mercati locali. Le indicazioni raccolte durante la preparazione di questo articolo mostrano che

  • questo secondo tipo di investimento è più rilevante per ISV di dimensioni più ridotte che non per i grandi operatori globali.
  • Anche ISV molto grandi scelgono comunque di rendere disponibili le proprie soluzioni su alcune delle decine di regioni che oggi i grandi hyperscaler offrono nel mondo, quelle dei mercati più importanti per l’ISV.

Naturalmente, quando un ISV offre anche soluzioni che si possono installare su server on premise oltre che in cloud, ciascun cliente può scegliere di installare queste soluzioni su macchine virtuali nella regione a sua scelta dello hyperscaler che preferisce. In questo caso, come per tutte le applicazioni cloud IaaS (infrastructure as a service) l’onere della gestione rimane a carico del cliente, e si perde almeno una parte della flessibilità e del beneficio del cloud.

La collaborazione commerciale

Dopo questa prima fase la collaborazione passa ad ambiti più commerciali che, oltre a prezzi e condizioni di pagamento particolarmente vantaggiosi per le risorse consumate, prevedono di norma iniziative di go-to-market congiunto, campagne commerciali in mercati di particolare interesse comune e a volte ulteriori coinvestimenti per sviluppare nuovi servizi digitali dell’ISV, magari da rendere disponibili in priorità sulla piattaforma dello hyperscaler che partecipa all’investimento.

Nella prospettiva della regione italiana dei diversi cloud pubblici, e dell’ondata di ulteriori adozioni di servizi cloud da parte di clienti e mercati per ora riluttanti, gli ISV più importanti per ciascuno hyperscaler sono quelli che servono mercati fortemente specifici – ad esempio i servizi digitali in ambito legale e tributario, i servizi finanziari, quelli delle pubbliche amministrazioni per cittadini e imprese, e quelli di sanità e industrie farmaceutiche.

Per gli ISV globali, ogni nuova regione conta

Per i fornitori di software indipendenti, l’apertura di una specifica regione nazionale sarà rilevante soltanto quando quel paese sia un mercato particolarmente importante per l’ISV stesso – si pensi ad operatori che servono in particolare le pubbliche amministrazioni di alcuni paesi, o una tipologia specifica di aziende finanziarie concentrate in alcuni paesi. Una volta compiuti gli investimenti appena descritti, gli ISV con servizi infrastrutturali, come quelli di sicurezza, o poco legati a normative di specifiche nazioni sono indifferenti alla regione in cui il cliente richiede di consumarli.

Sono al contrario gli hyperscaler a far leva su ISV già ingaggiati altrove, e su quelli specifici del nuovo mercato nazionale, sollecitandoli a installare le loro soluzioni in ogni nuova regione. Ciascun servizio di ISV rappresenta infatti per lo hyperscaler un’opportunità in più di portare clienti vecchi e nuovi a consumare risorse in quella particolare regione.

Deda Next: un ISV nazionale con un’offerta cloud per le PA locali

Deda Next è l’azienda di Dedagroup che, forte di oltre quarant’anni di esperienza, accompagna la trasformazione digitale di PA e aziende di pubblico servizio progettando e realizzando servizi di nuova generazione. Partner Gold di Microsoft dal 2014, vanta il primo gestionale SaaS in Italia qualificato ACN per gli Enti locali di ogni tipologia e dimensione: Civilia Next.

Frutto di un grande progetto di investimento partito nel 2016 e di una visione moderna e lungimirante, Deda Next ha riscritto il precedente applicativo arrivando a proporre oggi, con Civilia Next, una soluzione nativa cloud stabile, scalabile e sicura.

È proprio anche grazie alla collaborazione con Microsoft che oggi la Pubblica Amministrazione locale italiana può adottare soluzioni all’avanguardia. L’architettura tecnologica di sistema basata in prevalenza di componenti native PaaS, cioè che usano servizi applicativi nativi del cloud dello hyperscaler anziché collocare in cloud server virtuali o fisici sui quali far funzionare applicazioni originariamente realizzate per funzionare su server fisici tradizionali, costituisce un elemento distintivo della soluzione con importanti vantaggi sia di prestazioni, sia di sicurezza. Sono circa un migliaio le amministrazioni che lo hanno già scelto e godono di questi benefici, per un totale di 90 Terabyte di documenti online, più quelli archiviati.

Per quanto riguarda in particolare il valore di usare una regione cloud pubblica italiana, Civilia Next risponde a tutti i requisiti di sovranità sui dati e di latenza anche quando, come oggi, viene installata in regioni cloud in altri paesi dell’Unione Europea. Gli importanti e continui investimenti nel tempo sulla soluzione la vedono inoltre già predisposta oggi per accogliere le future disposizioni normative dettate dalle linee guida AgID e da ACN nonché le future esigenze di mercato. Con queste premesse Deda Next e Microsoft si aspettano in ogni caso che molte pubbliche amministrazioni, in particolare tra quelle che ancora stanno valutando di adottare l’applicazione, saranno indotte a farlo proprio dalla disponibilità della regione italiana. Su questi nuovi potenziali clienti si concentrerà quindi la collaborazione nell’ambito di Ambizione Italia Cloud Region Partner Alliance, cui Deda Next ha aderito con l’ultima leva, il 13 aprile 2023.

“Siamo convinti che la Region sia un’opportunità per noi e per i nostri clienti e consentirà di accelerare l’innovazione e la crescita del Paese. Deda Next è già pronta a offrire Civilia Next nella regione cloud italiana alle amministrazioni locali che lo vorranno.” Questo il commento di Fabio Meloni, CEO di Deda Next. Già da settembre sono diverse le organizzazioni interessate all’applicativo che finora avevano preferito soluzioni on premise.

Dynatrace: osservabilità e sicurezza unificate per il multicloud

Recentemente nominata tra leader del Gartner Magic Quadrant per l’Application Performance Monitoring e l’Osservabilità per il tredicesimo anno consecutivo, Dynatrace si considera la piattaforma di riferimento per l’osservabilità e la sicurezza unificate degli ambienti ibridi e multicloud, scelta da oltre 3.600 organizzazioni in tutto il mondo e in tutti i settori di attività.

Come richiede un ruolo simile, l’azienda ha stretto partnership globali con i principali hyperscaler e vendor di tecnologia. Con particolare riferimento ai servizi infrastrutturali, Dynatrace supporta nativamente AWS, Microsoft Azure, Google Cloud Platform, Oracle OCI, Red Hat, VMware e altri ancora.

La collaborazione con le terze parti va ben oltre i grandi hyperscaler. Il Dynatrace Hub, punto di partenza per qualunque progetto di integrazione, include oltre 650 estensioni e tecnologie nativamente supportate a disposizione di partner di canale e clienti. Mediante le API e il supporto di progetti open source come OpenTelemetry, è inoltre possibile implementare integrazioni su misura per estendere le funzionalità della piattaforma.

Michelangelo Uberti, Marketing Manager Italy di Dynatrace, spiega che “questo approccio aperto ha permesso a Dynatrace di accompagnare i clienti italiani in tutte le fasi del loro cloud journey senza imporre vincoli di alcun tipo o generare il classico vendor lock-in. Oggi la nostra base clienti presenta sia realtà ancora legate all’on-premise, sia organizzazioni che hanno migrato una larga parte dei workload su uno o più cloud provider per sfruttare il meglio di ogni offerta senza doversi legare a un singolo brand”.

Osservabilità, analytics, sicurezza applicativa e automazione sono i pilastri dell’approccio che Dynatrace definisce “Cloud done right”. La piattaforma unificata si pone l’obiettivo di indirizzare le numerose sfide causate dall’eterogeneità e dinamicità dei moderni ambienti nonché dall’esplosione dei dati e delle attività manuali che drenano le energie dei reparti IT e frenano l’innovazione.

Francesca Latini, Partner Sales Manager, aggiunge che “il nostro ruolo come ISV non è limitato alla sola tecnologia ma abbraccia anche aspetti commerciali. La presenza sui marketplace di AWS, Azure e Google Cloud ne è un valido esempio: i clienti possono sottoscrivere la nostra piattaforma SaaS direttamente dai canali commerciali che già utilizzano e di cui si fidano, semplificando anche la gestione contrattuale. Altro aspetto interessante riguarda il supporto di soluzioni come Red Hat OpenShift a prescindere dall’ambiente ospitante (on-prem o public cloud) e senza differenze in termini di listino. La collaborazione con i partner strategici viene coltivata anche mediante l’organizzazione di numerosi eventi e attività congiunte: ad esempio, a giugno siamo stati sponsor dell’AWS Summit di Milano, e a novembre parteciperemo alle due tappe del Red Hat Summit Connect”.

Nella prospettiva di questo articolo, possiamo considerare Dynatrace un esempio tipico di come gli ISV globali con un ruolo leader nel proprio settore si impegnino per mantenere la propria offerta disponibile su tutti i principali ambienti di riferimento dei loro partner e clienti, on premise e in cloud.

Fortinet mette in sicurezza il viaggio verso il cloud ibrido

Fortinet iniziò a fornire soluzioni per la cybersecurity quando il tema dominante era la protezione dei confini esterni della “fortezza” data centre, con macchine fisiche, i “firewall” sui quali ancora oggi gli analisti le attribuiscono la maggioranza dell’installato. Con la diffusione del cloud, i firewall sono importanti quanto prima, ma si sono aggiunte molte altre esigenze: sostanzialmente non basta più una barriera impenetrabile tra “dentro” e fuori” perché partner, fornitori, clienti “esterni” a un’organizzazione devono poter accedere ai servizi digitali interni ed essere identificati con pieno rigore.

Oggi Fortinet eroga soluzioni software per permettere ai clienti che da tempo la conoscono “dentro” il data centre di muoversi con la stessa tranquillità quando collaborano con questi operatori esterni tramite il cloud pubblico. Per questo, lavora a livello globale con tutti i principali hyperscaler per fare in modo che le sue soluzioni software siano disponibili su tutti i cloud pubblici.

Dal punto di vista dei modelli di partnership introdotti nella sezione precedente, si tratta di coinvestimento per progettare e realizzare soluzioni nuove che sfruttino al meglio gli ambienti degli hyperscaler e forniscano quei servizi in più necessari nel nuovo ambiente ibrido.

Questo modello va ben oltre i pur fondamentali AWS, Google, Microsoft, Oracle e SAP e comprende anche altri Independent Software Vendor, con i quali le soluzioni Fortinet devono integrarsi al meglio. L’obiettivo, comune a tanti ISV che hanno allargato la loro offerta dal data centre al cloud, è che il cliente possa gestire in maniera omogenea, con un’unica interfaccia ed esperienza utente, risorse e strumenti on premise e in cloud. Il nostro ecosistema Open Fabric comprende più di 355 integrazioni tecnologiche che portano a significative innovazioni digitali nel campo della cybersecurity.

Per quanto riguarda una collaborazione nella proposta commerciale ai clienti, e quindi su ciascun mercato locale, Matteo Uva, Director of Alliance & Business Development di Fortinet Italia, ci ha confermato: “Con tutti gli hyperscaler ci coordiniamo anche in Italia per proporre insieme le nostre soluzioni ai clienti comuni di oggi e a quelli che vogliamo lo diventino domani. Questo avviene sia per singole proposte a clienti specifici, sia per campagne di informazione e aggiornamento rivolte a segmenti di mercato che insieme all’uno o all’altro hyperscaler identifichiamo come interessati o interessanti, a volte anche con altri ISV terzi che offrono soluzioni complementari alle nostre.”

Come per la grandissima maggioranza degli ISV, le soluzioni di Fortinet sono del tutto indipendenti dalla scelta di una eventuale regione specifica in cui farle funzionare, con l’unica esigenza che l’hyperscaler abbia messo a disposizione nella regione prescelta i propri servizi infrastrutturali che Fortinet usa.

In conclusione, Fortinet è un esempio di come i principali ISV mondiali oggi possano e vogliano collaborare strettamente con gli hyperscaler, sia per costruire insieme un cloud più aperto e utile per il massimo numero di clienti e partner possibile, sia per portare quanto realizzato nel cloud ai clienti vecchi e nuovi on premise.

HPE e le partnership con gli hyperscaler

Hewlett Packard Enterprise (HPE), nata nel 1939 in Silicon Valley dai due fondatori Hewlett e Packard, oggi è un’azienda globale che aiuta le organizzazioni pubbliche e private ad utilizzare i propri dati. HPE è passata da soluzioni offerte in modalità tradizionale ad offrire soluzioni di cloud ibrido, in modalità “As-a-service”, fino a stabilire delle partnership con gli hyperscaler.

L’offerta di cloud ibrido di HPE, chiamata “Cloud di Nuova Generazione” permette infatti ad organizzazioni con un portafoglio di servizi digitali complesso, di gestire in maniera omogenea ed efficiente sia quelle applicazioni che conviene convertire al cloud pubblico, sia quelle che per caratteristiche tecniche o modalità d’uso, ha senso mantenere su infrastrutture locali. Con i propri servizi, HPE GreenLake mira anche a ridurre la dipendenza del cliente da ciascuno degli hyperscaler e facilitare successivi ribilanciamenti tra cloud pubblici e privati al variare delle condizioni economiche e di business.

L’offerta è imperniata su un’ampia proposizione di servizi cloud predefiniti, che possono essere attivati e gestiti attraverso una console, che unifica cloud privato e cloud pubblico. Tra gli altri servizi che HPE ha realizzato per funzionare su e con i cloud dei principali hyperscaler e mantenere una gestione omogenea tra tutti, ci sono gli altri servizi chiave per qualsiasi infrastruttura digitale complessa: dal backup alla gestione della connettività, dalla gestione Big Data & Analytics a servizi per lo sviluppo e la gestione di modelli di intelligenza artificiale, alla sicurezza e a molti altri.

Su queste basi, la collaborazione di HPE con gli hyperscaler prende soprattutto due forme di integrazione:

  • Integrazione di soluzioni HPE all’interno del marketplace degli hyperscaler, quali ad esempio soluzioni antifrodi e soluzioni per ambienti “fault-tolerant” che richiedono il 100% di resilienza.
  • Integrazione di alcuni servizi degli hyperscaler all’interno dell’offerta HPE di cloud ibrido, quali ad esempio archiviazione dei dati e ambienti di containerizzazione.

Si tratta quindi di una collaborazione più mirata e per certi versi meno stretta di quelle che naturalmente si sviluppano, ad esempio, tra gli hyperscaler e i system integrator o gli ISV SaaS, la cui offerta è puramente software. Collaborazioni simili sono fondamentali per l’ecosistema, perché offrono ai clienti e a tutti i partner strumenti preziosi per scenari ibridi e permettono un’evoluzione sicura, economica e interoperabile delle infrastrutture.

Porini: un ISV e system integrator specializzato che ingaggia Microsoft a tutti i livelli

Porini, un partner storico di Microsoft in Italia che già negli anni 2000 aveva scelto quella piattaforma ERP per implementare le proprie competenze di eccellenza nel settore della moda, abbigliamento, produzione di tessuti e commercio al dettaglio, e divenne presto un suo partner ISV globale, è oggi il centro di competenze e servizi Microsoft del gruppo DGS, con competenze specialistiche consolidate ed estese negli anni a numerose altre aree, e a diversi altri settori industriali, tra i quali quelli oggi particolarmente interessati all’intelligenza artificiale e alla sovranità dei dati come la sanità e i servizi finanziari.

Dal punto di vista delle partnership la sua caratteristica distintiva è che da molti anni dedica un team strutturato ad ingaggiare Microsoft e collaborare per portare ai clienti comuni le soluzioni più avanzate e innovative, a tutti i livelli. Un grande hyperscaler globale come Microsoft ha infatti per qualsiasi partner decine di punti di contatto possibili: tecnici e commerciali, a livello globale, regionale e locale, per diversi segmenti di mercato e per diversi settori, e su specifiche iniziative nazionali e globali. Questo team strutturato e nutrito è particolarmente utile ora, quando si tratta di collaborare allo sviluppo della regione cloud Microsoft italiana e del cloud come abilitatore per l’adozione dell’intelligenza artificiale,

Un esempio recente e significativo è “AI L.A.B.”, un programma Microsoft per preparare le medie e piccole imprese ad adottare l’intelligenza artificiale con efficacia e responsabilità, parte dell’iniziativa Ambizione Italia Digital Champs. Porini ne fa parte, tra organizzazioni molto più grandi, grazie proprio alle competenze e certificazioni approfondite sia su Azure Open AI e l’intera offerta AI di Microsoft, sia sui settori di mercato fondamentali per il tessuto delle piccole e medie imprese nazionale.
Un altro indicatore sono i premi ricevuti da Microsoft all’evento globale per i partner Inspire di metà luglio, in particolare nella categoria Digital Innovation Champ: People & Experience e Data & Artificial Intelligence, due ambiti strategici nei quali Microsoft sta concentrando oggi i propri messaggi e proposte al mercato.

Grazie al modello collaudato di collaborazione strutturata a molti livelli, Porini sta proponendo con Microsoft ai propri clienti informazioni, iniziative e progetti all’avanguardia proprio in questi ambiti dove la regione italiana e le regioni cloud europee di Microsoft sono un abilitatore essenziale, facendo leva anche sulle soluzioni per settori specifici di mercato che ha sviluppato come partner ISV di Microsoft.

Prometeia: un ISV tutto italiano per il settore dei servizi finanziari

Nel primo articolo di questa serie avevamo descritto come Prometeia lavora in particolare con Microsoft. Poiché la loro scelta è stata di mantenere la possibilità di collaborare con più hyperscaler, e in particolare anche con AWS, vediamo ora la loro esperienza con il primo hyperscaler ad aprire una regione italiana.

La sinergia con AWS rappresenta una tappa cruciale nel progresso dell’offerta cloud di Prometeia, consentendo di sfruttare tecnologie all’avanguardia per stabilire nuovi parametri di scalabilità, flessibilità e sicurezza nelle applicazioni per il digital wealth management. Tra le soluzioni offerte,spiccano il data warehouse per asset manager, le API per l’Open Banking e l’Open Data, e soprattutto la versione SaaS di PFTPro, il software modulare che supporta il consulente finanziario lungo l’intero processo di advisory per gli investimenti.

L’efficace collaborazione con AWS sin dall’inizio ha consentito a Prometeia, grazie ai programmi pensati per i partner ISV e in particolare al SaaS Factory Program di AWS, di disegnare e creare soluzioni cloud SaaS innovative, puntando su principi che progressivamente stanno diventando una linea guida della Cloud Strategy e della Cloud Enterprise Architecture come il serverless-first (usare tecnologie cloud native e architettare le applicazioni secondo paradigmi a micro-servizi per beneficiare al massimo di servizi managed da cloud provider e relativa solidità e qualità di erogazione complessiva) o IaC only (Infrastructure as Code, per gestire tutte le componenti cloud e le loro configurazioni secondo principi di GitOps in contesti altamente automatizzati ed abilitanti a modelli di platform engineering & operations, ridurre al minimo l’impatto sullo sviluppo del ciclo di vita delle componenti cloud aumentando standardizzazione, sicurezza ed efficienza complessiva), con uso di tecnologie container e serverless come AWS Glue, Fargate, Lambda, Aurora e DynamoDB, tra le altre.

La sicurezza dei dati, in particolare, è da sempre una priorità nel settore finanziario, e Prometeia, con il prezioso supporto del team SaaS Factory, ha dedicato un’attenzione specifica alla progettazione di soluzioni cloud native che assicurassero protezione e sicurezza dei dati dei clienti. L’azienda è così oggi in grado di offrire servizi all’avanguardia per la gestione della crittografia, l’isolamento dei tenant e l’elevata qualità del codice anche dal punto di vista della sicurezza.

Inoltre, la progettazione di microservizi con un service orchestration layer ha permesso a Prometeia di ottenere flessibilità nella combinazione di architetture dedicate e multi-tenant, portando ad un raddoppio della disponibilità del servizio, a una drastica riduzione del tempo di elaborazione dati – fino al 70%! – e a una significativa diminuzione, intorno al 90%, delle vulnerabilità individuate. Questo risultato ha consolidato la posizione di Prometeia come azienda leader anche nell’ambito delle soluzioni finanziarie basate su cloud, garantendo alti standard di qualità e sicurezza per i propri clienti.

Il rapporto di SAP con gli hyperscaler

SAP è un fornitore di software gestionali tra i primissimi al mondo, con una storia di decenni. Gli hyperscaler sono una parte fondamentale dell’ecosistema di SAP perché permettono di attuare la strategia della software house tedesca e di aiutare così le aziende a utilizzare le offerte cloud innovative di SAP a livello globale e di servirle con soluzioni cloud leader di settore.

La collaborazione di SAP con gli hyperscaler avviene in diversi ambiti. Per fare alcuni esempi: strategie di go-to-market allineate, iniziative di vendita congiunte e progetti di co-innovazione.

SAP supporta tutti i principali hyperscaler

“Insieme agli hyperscaler, contribuiamo ad accelerare il percorso di business transformation delle imprese per diventare organizzazioni intelligenti e sostenibili nel cloud”, ha affermato Ivano Fossati, Head of RISE with SAP di SAP Italia. “Come SAP ci impegniamo a offrire la possibilità ai nostri clienti di scegliere l’infrastruttura che meglio si adatta alle loro specifiche esigenze. Per questo collaboriamo con hyperscaler leader come Amazon Web Services, Google Cloud, Microsoft Azure”.

SAP ha quindi un approccio multi-cloud: i clienti possono eseguire funzionalità di integrazione e ampliamento e servizi cloud su AWS, Microsoft Azure, Google Cloud, Alibaba e nei data centre di SAP stessa. L’implementazione sull’infrastruttura degli hyperscaler rende più accessibili anche i servizi sviluppati dai partner SAP, costituendo quindi un’opportunità significativa di crescita per il suo ecosistema.

Ad esempio per RISE with SAP, l’offerta di business transformation as a service in Private Cloud, che include SAP S/4HANA Cloud, analytics avanzati, best practice di settore, e servizi dei Partner SAP, il cliente può scegliere se distribuire i propri sistemi SAP ERP su infrastruttura messa a disposizione nei data centre di SAP o, molto più frequentemente, su un hyperscaler.

Progetti di co-innovazione tra SAP e gli hyperscaler

L’approccio multicloud di SAP precede naturalmente iniziative di coinvestimento con ciascuno degli hyperscaler che supporta.

Con AWS, ad esempio, SAP ha integrato Amazon Business come fonte di approvvigionamento in SAP Ariba Spot Buy e ora sta introducendo il database per tutte le sue soluzioni, SAP HANA Cloud, in AWS Graviton, per sfruttare l’efficienza energetica e aumentare la sostenibilità.

Lo scorso maggio, in occasione di Sapphire, l’evento più importante di SAP a livello globale, è stata annunciata una partnership con Google Cloud sul tema dei dati: una nuova offerta congiunta che consente ai clienti di creare un data cloud end-to-end basato su SAP Datasphere e le offerte di data cloud di Google per massimizzare i risultati degli investimenti. SAP sta inoltre pianificando di integrare SAP S/4HANA con Google Workspace per consentire una maggiore produttività dei suoi utenti finali integrando la gestione dei documenti.

Sempre a Sapphire 2023, SAP ha annunciato una partnership con Microsoft sulla IA generativa, che prevede l’integrazione delle soluzioni SAP SuccessFactors con Microsoft 365 Copilot e Copilot in Viva Learning, e con il servizio Azure OpenAI di Microsoft per accedere a potenti modelli linguistici che analizzano e generano il linguaggio naturale. Le integrazioni consentiranno nuove esperienze progettate per migliorare il modo in cui le organizzazioni attraggono, trattengono e qualificano le loro persone. La collaborazione con Microsoft si estende su diversi altri fronti. Un esempio recente: con l’ultimo aggiornamento di SAP S/4HANA Cloud, è stata rilasciata l’anteprima di una funzionalità ERP collaborativa che consente agli utenti aziendali di condividere link ai dati commerciali in tempo reale da SAP S/4HANA Cloud nelle chat di Microsoft Teams.

Conclusioni

Questi esempi riguardano ISV molto diversi gli uni dagli altri: dai grandi ISV applicativi e infrastrutturali mondiali che servono tutti i mercati, a quelli dedicati a un singolo settore di mercato internazionale, a quelli dedicati a un solo mercato o settore nazionale, e magari a un solo hyperscaler.

Tutti questi casi, e molti altri ancora diversi che stiamo preparando per i prossimi articoli della serie, confermano che la collaborazione tra hyperscaler e ISV è:

  • Importantissima per entrambi, perché apre agli ISV nuove opportunità su piattaforme assolutamente strategiche, e consente agli hyperscaler di attirare sulla propria piattaforma più clienti con più risorse.
  • Essenziale per le organizzazioni grandi e piccole che, quando portano sul cloud i propri servizi digitali, trovano nel nuovo ambiente strumenti e servizi che già conoscono dal mondo dei data centre on premise, e nuovi strumenti necessari nel nuovo ambiente, spesso resi omogenei da gestire tra le due o più piattaforme.
  • Preziosa per i system integrator grandi e piccoli che aiutano le organizzazioni cliente e trovano strumenti e servizi che riducono il tempo e soprattutto il rischio della trasformazione.

Nella nuova ondata di migrazione al cloud di organizzazioni grandi e piccole, pubbliche e private, che deriva dalla disponibilità delle regioni cloud nazionali, i clienti avranno quindi bisogno degli ISV quanto dei system integrator, e sempre più ISV on premise li seguiranno, arricchendo i marketplace di tutti gli hyperscaler principali.

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Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
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Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
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PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
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Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
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PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
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Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
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Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
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Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
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Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
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PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
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