Potremmo dire che siamo all’ennesimo intervallo tra un tempo e l’altro di questo melodramma la cui trama si compone e scompone momento per momento.
Tocca a Francesco Caio assumere il ruolo di protagonista presentandosi sul palco dove si recita ,a soggetto, il copione che ha per titolo “decreto del fare” essendo appena calato il sipario sul “decreto 2.0”.
Ma usciamo dal teatro dove tutto è spettacolo per calarci nella vita di tutti i giorni tra i problemi irrisolti di fronte ai quali ci imbattiamo da anni senza riuscire a fare significativi passi in avanti.
Si moltiplicano i convegni e i dibattiti sui temi dell’innovazione dei processi che coinvolgono Pubblica Amministrazione , Imprese e quindi la società nel suo complesso.
Assistiamo ad una crescente attività culturale promossa da associazioni di categoria, dal mondo accademico, dalla lobby delle industrie e dei servizi che punta a fotografare lo stato dell’arte del nostro Paese e ad individuare e suggerire linee di intervento che mettano al centro di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale la digitalizzazione della PA.
Una PA che utilizzi strumenti moderni di gestione dei processi ed applichi modalità di erogazione dei servizi all’insegna dell’efficienza e tempestività.
Dopo un faticosissimo iter parlamentare si era giunti, nel dicembre dello scorso anno, a varare un programma sufficientemente ampio sui temi dell’Agenda Digitale, parliamo del” decreto sviluppo”.
Certo, siamo stati tra i primi a segnalare l’eterogenea “governance” come elemento di criticità al fine di consentire rapida operatività dell’intero progetto .
Si deve però rilevare che, tra mille difficoltà, l’Agenzia Digitale, organismo di controllo e gestione delle linee guida riportate nel decreto2.0 , aveva avviato alcune iniziative tese a riorganizzare l’intero sistema di gestione dei dati della P A individuando . prioritariamente, nella razionalizzazione dei Data Center uno dei punti fondamentali per il raggiungimento di obiettivi di efficienza e produttività delle Amministrazioni centrali e locali con conseguenti benefici per imprese e cittadini.
Attraverso un qualificato e selettivo sistema di scelta è stato nominato un direttore generale al quale sono state chieste documentate referenze in termini di competenze professionali e doti relazionali.
Ora ci auguriamo che l’attività dell’Agenzia Digitale possa proseguire senza ulteriori rallentamenti che potrebbero derivare dall’inserimento di un ulteriore livello di competenza tra Governo e Agenzia.
Ci augureremmo che l’agenda Digitale potesse diventare un’esigenza sociale di primaria importanza e potesse trovare finalmente agevole attuazione a prescindere dal fatto che debba ” gerarchicamente ” dipendere da Berlusconi piuttosto che da Monti o Letta o…
In ogni caso Federmanager si è più volte resa disponibile a dare il proprio contributo che deriva dalla competenza e dal lavoro che i Dirigenti di Aziende Industriali mettono quotidianamente in campo.