Il quadro europeo

Contatori intelligenti, a che punto siamo per garantire trasparenza e risparmi

L’Europa procede con strategie che mettono al centro i bisogni del consumatore. Intanto anche l’Italia va avanti: in consultazione la proposta di realizzazione di un sistema di interfaccia unica per l’accesso ai dati di consumo ed entro dicembre portale open data con tutte le offerte del mercato

Pubblicato il 26 Ott 2017

Francesco Pirro

responsabile Area Innovazione della PA AgID

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Nuovi spunti di riflessione sui sistemi di misura per l’energia, il gas e l’acqua sono nati a seguito del precedente articolo pubblicato su Agendadigitale.eu sugli stessi temi e dell’audizione dell’AgID alla Camera del 15 marzo del 2017, oltre che con Acquirente Unico,  anche con l’AEEG che hanno condotto alla consultazione pubblica indetta dall’Autorità circa la realizzazione di un sistema di interfaccia unica per l’accesso ai dati di consumo utilizzando il Sistema Informativo Integrato.

Le riflessioni condotte finora e il presente articolo, che costituisce il più recente contributo personale dello scrivente sull’argomento, sono sempre ispirati dal prstante di valutare se sia possibile, adottando nuovi strumenti tecnologici e organizzativi, migliorare il livello di trasparenza nei confronti del cittadino in ordine alla conoscenza del medesimo circa il proprio profilo di consumo energetico e se al contempo si possa immaginare un diverso approccio tecnico-organizzativo per trasferire, almeno in parte, al consumatore i benefici derivanti dall’ottimizzazione delle prestazioni di rete, offerta dalle nuove tecnologie.

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un’intensa campagna multimediale che ha riguardato i nuovi contatori intelligenti, 2G, che saranno installati molto presto nelle nostre abitazioni.

La società E-Distribuzione, che gestisce circa l’85% dei contatori elettrici distribuiti sul territorio nazionale, ha avviato il progetto Open Meter, il contatore di seconda generazione, e prevede la sostituzione di circa 41 milioni di apparati in 15 anni.

I nuovi contatori hanno caratteristiche innovative che vanno dalla possibilità di raccogliere i dati di consumo con granularità fino ai 15 minuti, alla disponibilità di un nuovo protocollo di comunicazione aperto e pubblico che consente la trasmissione dei dati di misura tra il contatore e i dispositivi per la domotica. La capacità di acquisire, anche se non in tempo reale, con una tempestività di 15 minuti i dati di consumo energetico offre nuove grandi opportunità.

Gli utenti potranno avere una maggiore consapevolezza dei consumi e adottare, conseguentemente, adeguate politiche di risparmio, utilizzando anche forme di pagamento specializzate quali ad esempio le carte prepagate, per le abitazioni secondarie. I venditori, attraverso un’analisi dei dati di consumo più dettagliata e frequente potranno elaborare nuove offerte commerciali ritagliate sulle necessità degli utenti e migliorare le procedure di fatturazione. A livello globale migliorerà la programmazione del fabbisogno energetico nazionale.

Considerata la mole di investimenti legata a tale iniziativa (circa 2,7 miliardi di euro entro il 2021, che probabilmente richiederà anche l’uso di fondi europei, viene spontaneo domandarsi se il percorso intrapreso sia il migliore possibile, ovvero se sia sufficiente sostituire il vecchio apparato con questo nuovo contatore intelligente o se sia opportuno mettere in campo anche altre misure che consentano l’attuazione di scenari più efficienti ed innovativi.

In Italia, una delle caratteristiche del sistema di misura dei consumi energetici riguarda il fatto che il contatore è di uso esclusivo della società distributrice di energia che lo installa presso l’abitazione e ha il pieno controllo dei dati di consumo, lasciando al consumatore di fatto poche possibilità di contestare i dati di consumo fatturati.

Nei modelli di smart metering più evoluti in altri paesi, invece, il contatore intelligente rappresenta un elemento gestito da una terza parte neutrale le cui funzionalità sono potenzialmente accessibili a tutti gli attori interessati nella raccolta e distribuzione dei dati di misura dei consumi secondo protocolli standard prestabiliti, disaccoppiando così il ruolo di chi distribuisce e di chi misura.

Soluzioni adottate dagli Stati europei

Un rapido sguardo alle best practice internazionali evidenzia che i diversi modelli messi in campo dai vari distributori e dai governi europei prendono in considerazione non solo le esigenze operative delle società di distribuzione e di fatturazione del venditore, ma soprattutto quelle del cittadino consumatore caratterizzato da una propria impronta di consumo energetico (energy footprint).

Come descritto brevemente di seguito, in merito alla raccolta dei dati di consumo, la maggior parte delle nazioni europee si sono indirizzate verso un modello che vede la concentrazione della raccolta dei dati di consumo in un data hub.  Nel caso della Gran Bretagna, il data hub addirittura è gestito da una terza parte sotto il controllo del Governo.

Finlandia. Al 2016, i DSO (distributori) hanno installato gli smart meter (con rilevazione oraria) per circa il 97% dei punti di misura (3,3 milioni). I dati sono raccolti nelle basi dati dei DSO e sono utilizzati sia per la gestione della rete di distribuzione sia per la fatturazione del consumatore. La comunicazione a due vie tra smart meter e DSO, consente a quest’ultimo – ad es. – di ricevere un’eventuale segnalazione di interruzione dell’erogazione del servizio e di informare via SMS il consumatore. Numerosi energy service provider, erogano consulenza ai consumatori, accedendo ai dati dei DSO previo esplicito consenso dei singoli consumatori.

Francia. Il piano 2015-20 di ERDF (Electricité Réseau Distribution France) prevede l’installazione di circa 35 milioni di smart meter. Questi misuratori, congiuntamente allo sviluppo della smart grid, hanno l’obiettivo di rispondere alle nuove sfide per i DSO: integrazione dell’energia rinnovabile “intermittente” nella rete, carica delle automobili elettriche (EV), capacità di risposta alla domanda. ERDF, ente regolamentato, promuove un approccio “open data” in partnership con Etalab e con il Governo Francese, pubblica dati anonimizzati sui consumi sul portale. Infine, ERDF renderà tali dati disponibili ai consumatori, i quali possono consultare i propri dati con intervalli di tempo di 30 minuti, 1 ora, 24 ore. Con il consenso del consumatore, ERDF rende i dati disponibili ad aziende terze parti che propongono servizi commerciali.

Olanda. In Olanda, i DSO ed il TSO (trasporto) hanno avviato un’agenzia centrale (EDSN) con lo scopo di favorire lo sviluppo del mercato energetico: questa agenzia si occupa di svolgere le procedure per il consumatore (cambio fornitore, ingresso/uscita), invio dei dati di consumo a terze parti (dietro autorizzazione del consumatore) ed altri servizi. EDSN opera come un centro servizio che facilita il mercato ed è responsabile della gestione del data hub centrale.

Germania. In Germania il DSO (distributore) non ha la responsabilità del meter che viene gestito da una pluralità di aziende di servizi di misura (elettricità e gas). Tutti gli attori del mercato (circa 3.000), pur mantenendo ognuno i propri dati, partecipano ad una piattaforma aperta di scambio dati che realizza un data hub “decentralizzato”.

Paesi del Nord Europa. In Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca tutti i TSO hanno l’obiettivo di realizzare un unico data hub, la cui messa in esercizio è prevista nel 2017 (Norvegia) e nel 2019 (Finlandia).

Gran Bretagna. Nel Regno Unito il “Ministerial Department for Business, Energy and Industrial Strategy (BEIS)” ha concesso in licenza a Smart DCC, un “consorzio” al quale partecipano 4 soggetti distinti, un’azienda di servizi di business process, un’azienda di servizi IT e due aziende di telecomunicazioni. Smart DCC è responsabile della realizzazione e la gestione della rete di scambio dati che connette apparati smart meter ai sistemi informatici di distributori e venditori di energia (gas ed elettricità), nonché di altri operatori autorizzati.

Nelle case dei consumatori sono installati due smart meter (uno per il gas ed uno per l’elettricità), un “communication hub” ed un display da usare in casa. Smart DCC si occupa di dare visibilità dei consumi (sul display) ai consumatori quasi in tempo reale, e di trasmettere al venditore i dati utili alla fatturazione, ed al distributore i dati strettamente necessari alla corretta gestione della distribuzione dell’energia. Oltre ai dati minimi obbligatori da trasmettere al distributore ed al venditore, l’utente può scegliere l’invio di ulteriori dati a questi ultimi a scopo di analisi per ulteriore offerte o domanda di capacità, o l’invio dei dati a terze parti quali ad esempio aziende di consulenza energetica.

Ofgem (l’Autorità per l’energia nel Regno Unito), svolge il ruolo di controllo ex-post dei costi e dei ricavi di Smart DCC, oltre a verificare l’aderenza allo “Smart Energy Code”. Vi è l’obbligo per gli operatori, i venditori e i distributori di connettersi ed utilizzare i servizi erogati da Smart DCC. Gli smart meter installati consentono modelli di pagamento sia di tipo “prepagato”, sia tradizionali “a credito”. L’obiettivo del Governo del Regno Unito è installare 53 milioni di smart meter entro il 2020. La concessione della licenza è avvenuta nel 2013; l’inizio delle installazioni nel 2016 (Smart meters: a guide).

Portogallo. Grazie all’energia eolica, nel 2016, il Portogallo, ha prodotto attraverso energia rinnovabile il 100% dell’energia necessaria per 4 giorni consecutivi (107 ore).  A luglio 2017, in questo Paese è stato presentato il primo smart meter basato su NB-IoT; i servizi possibili con questa tipologia di smart meter sono:

  • rilevazione automatica dei guasti (ed identificazione della zona impattata dal guasto)
  • misura online dei consumi (base oraria, per diverse tipologie di eventi)
  • gestione quasi in real time della capacità di consumo erogata (risposta “on demand”; particolarmente adatta ai consumi EV).

Lo scenario italiano

In Italia l’AEEGSI (Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico) ha attribuito, nel 2016, al SII (Sistema Informativo Integrato (1) l’attività di aggregazione dei flussi di dati provenienti dagli smart metering elettrici (contatori 2G) installati e gestiti dai distributori.

Il SII è un sistema molto sofisticato di raccolta, aggregazione e restituzione dei dati che prevede due supply chain parallele riportate nella figura di seguito (fonte: Acquirente Unico, Processo di trasmissione dei dati di misura 2G per il settore elettrico, maggio 2017):

Figura 1. Le chain di trasmissione dati di misura dei consumi elettrici

La CHAIN1 fornisce dati validati al SII e ai successivi step mentre la CHAIN2 è orientata al cliente e fornisce dati non validati. Il SII metterà a disposizione dei clienti, sia in ambiente Web che mobile con APP apposite, i dati provenienti da CHAIN1.

Tutto il processo di misura, con le metriche definite nel SII su indicazione dell’Autorità, si basa sul flusso dati proveniente da smart meter di proprietà delle società di distribuzione.

Un modello evolutivo di misura dei consumi

Appare evidente come altre realtà europee abbiano realizzato strutture organizzative e procedure che prevedano l’abilitazione di uno scenario che disaccoppi sensibilmente i ruoli di chi distribuisce da chi misura ed i relativi vantaggi derivanti.

Anche in Italia però qualcosa si sta muovendo. Da un lato il documento dell’Aeegsi in consultazione – sopra citato – che prevede la realizzazione di un sistema di interfaccia unica per l’accesso ai dati di consumo utilizzando il Sistema Informativo Integrato che possa consentire al consumatore la verifica del proprio profilo di consumo energetico, dall’atro la recentissima legge sulla concorrenza 124/2017 che prevede anche che l’AEEG definisca entro dicembre le regole per la realizzazione di un portale finalizzato all’esposizione, in modalità open data, delle offerte, presenti sul mercato, di vendita dei servizi di energia al dettaglio per consentire al consumatore di scegliere in base alla libera concorrenza condizioni più vantaggiose, mirano ad ottenere un minimo di tutela del consumatore.

Sembra si stiano concretizzando iniziative tese a garantire le condizioni per effettuare delle riflessioni sulle opportunità che le nuove tecnologie offrono, per migliorare la flessibilità e la trasparenza del sistema di misura dei servizi energetico, gas e acqua.

(1) La gestione del SII è affidata ad “Acquirente Unico”, società per azioni controllata da GSE (S.p.A. pubblica  di proprietà del MEF)

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