Minore è l’uso della carta e maggiore è la possibilità di spostare la postazione di lavoro. Se la carta viene eliminata la postazione di lavoro diventa più flessibile, in moltissimi casi basta il collegamento.
Certo, per far funzionare le cose serve passare al lavoro per obiettivi, altrimenti, senza obiettivi chiari e possibilità reale di controllo, si rischia di dare l’ennesimo aiuto ai parassiti (secondo me il termine giusto non è “fannulloni”, ma “parassiti”). Non servono altre leggi, c’è già tutto. Da anni! Al massimo può essere utile un po’ di semplificazione, ma esiste già l’obbligo, disatteso nella PA, di introduzione del workflow e della gestione documentale.
Esiste già la normativa sul piano delle performance. Esiste l’indicazione a favorire il BYOD, al digital by default, all’informatizzazione del controllo di gestione. Sono tutte cose che non avrebbero necessità di leggi perché implicite nella buona gestione della cosa pubblica secondo criteri di efficacia ed efficienza. La riforma del CAD può essere l’ennesimo strumento per spingere in questa direzione, ma quello che serve veramente è attuazione, non nuove leggi. Lo strumento principe per monitorare questa attuazione su scala nazionale è la digitalizzazione del piano delle performance e la definizione di chiari indicatori sulla base dei quali valutare il successo delle azioni di cambiamento all’interno della PA.