Il periodo Covid, con il conseguente massiccio ricorso allo smart working, ci ha insegnato che con un po’ di logistica si può consentire a molti pendolari di lavorare da casa, purché ci sia disponibile una buona infrastruttura digitale. Infatti, una buona connessione garantisce non solo velocità di trasferimento dati, ma anche rapidità di comunicazioni e buona fruibilità delle molte piattaforme online di cui le aziende sono oggi dotate.
È chiaro quindi che consentire il lavoro decentrato, limiterebbe lo spostamento quotidiano di tanti pendolari, diminuendo il traffico sulle principali arterie di collegamento e quindi anche l’inquinamento che esso provoca.
Verde e Digital, ecco perché sono gli assi portanti della ripresa
Per meglio comprendere questo concetto possiamo utilizzare ad esempio il territorio del Trentino, costituito per il 100% da zone di montagna, ricordando che per l’ISTAT, i territori pianeggianti del paese costituiscono solo il 23,2% del territorio nazionale. Nelle aree collinari e montane, spesso già con poche infrastrutture di comunicazione, è diffuso il pendolarismo, per quelli che scelgono di restare a vivere in quota e che per lavoro scendono ogni giorno in fondo valle, dove sono concentrate le attività economiche.
Connettività e valorizzazione del territorio legate a doppio filo
Nell’ottica della tutela ambientale, quindi, la parola che più si deve affiancare al concetto di territorio è senza dubbio la connettività: il tema della tutela e valorizzazione del territorio nazionale, ricco di bellezze naturali e storiche oltre che di cultura e arte, è oggi quantomai attuale nella declinazione verde della protezione dell’ambiente nel significato più semplice, ovvero quello di limitare al massimo di aggravare la situazione attuale di uso del suolo e cambiamenti climatici. Qui si apre la sfida tra aziende, internet provider e pubblica amministrazione a ogni livello.
Per poter girare un territorio servono infrastrutture di ogni tipo, a partire da quelle ferroviarie e stradali, per consentire lo spostamento di cose e persone. Tuttavia, anche in chiave ambientale, oggi le reti di supporto per la connettività, ovvero le infrastrutture digitali, sono diventate protagoniste di una nuova declinazione della valorizzazione dei territori, soprattutto quelli più decentrati e con una geografia più complessa.
Infrastrutture digitali e presidio dei territori: il caso del Trentino
Inoltre, in questa chiave di lettura, mantenendo la gente a vivere in montagna (o territori ugualmente decentrati o difficili) il collegamento digitale consentirebbe di garantire il presidio di quei territori dove è oggi più difficile risiedere, proprio perché molti servizi non arrivano; questo innesca una cascata di risvolti tutti positivi: con più persone in montagna, le scuole restano aperte; il servizio sanitario decentrato è sostenibile quindi rimane attivo; la comunità rimane salda e mantiene vive le tradizioni e gli usi locali, tra cui l’agricoltura di montagna (e la cura dell’ambiente ad essa collegata) e le attività sociali e culturali. Una intera società può rimanere viva grazie al digitale.
Tornando alle piattaforme online, non possiamo trascurare quanto il servizio ricettivo turistico sia oggi online a 360 gradi: prenotazione di alberghi, ristoranti, conoscenza di eventi sui vari territori, persino la strada più veloce per raggiungere una località, tutto è oggi online. Il servizio turistico, quindi, passa per forza per un “must” di connettività perché avere una piattaforma ricca di dati ed eventi e non poterla consultare perché “non c’è campo” è un investimento cui manca… un collegamento! Anche per questo motivo, dunque, l’infrastrutturazione digitale può consentire a dare non solo un servizio turistico, ma a contribuire – come si diceva prima – a quel presidio dei territori decentrati oggi tanto prezioso.
La banda ultralarga in Trentino
Per questo in Trentino prosegue anche in questi giorni la progettazione e la realizzazione della rete a banda ultralarga, strumento fondamentale per cittadini e imprese per poter beneficiare di servizi digitali di ultima generazione e di nuove opportunità di sviluppo anche nelle aree lontane dai grandi centri.
Non più tardi dello scorso fine aprile, Open Fiber ha annunciato di aver concluso i lavori per portare la fibra ottica in altri 3 comuni siti nella provincia autonoma di Trento, considerati “aree bianche” del Paese, ovvero zone escluse dai programmi di cablaggio per questioni di mercato. Altri comuni del Trentino sono stati invece inseriti dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) in un elenco nazionale di 120 località che risultano essere in una situazione di “divario digitale grave”. Per colmare questo divario, l’Agcom ha stabilito che tali Comuni saranno coperti obbligatoriamente dalla rete 5G a partire dal mese di luglio 2022 da parte degli operatori di telecomunicazioni aggiudicatari dei diritti d’uso delle frequenze, già in uso nei medesimi Comuni da parte delle reti televisive.
Quindi diventa strategico oggi un lavoro di squadra tra aziende, internet provider e pubblica amministrazione (senza dimenticare il ruolo delle organizzazioni del terzo settore, che spesso si occupano anche di colmare il digital divide tra generazioni), per investire assieme sul completamento della rete per il paese.