Negli ultimi anni si rischia di parlare sempre più dell’innovazione e dell’Agenda Digitale come sinonimi (e spesso trattandole alla stregua di un settore economico), dimenticando che il digitale, l’infrastruttura immateriale sono solo una componente della tecnologia.
Il dato di fatto è che, se sul digitale siamo indietro, il manifatturiero rischia di essere per sempre perduto, come è avvenuto per altri assi portanti della nostra industria.
L’esempio è quello dell’asse Agrate-Etna Valley, patrimonio fondamentale della nostra industria più innovativa, con delle strutture manifatturiere importanti nel campo dei semiconduttori e della microelettronica, che rischia di essere gravemente ridimensionato dall’abbandono della Micron, oggi in cerca di una maggiore contiguità con i clienti e con la filiera produttiva che non trova sul territorio.
Nella perdurante assenza di una politica industriale, in questi anni l’Italia non ha sostenuto come doveva l’impegno delle imprese, come la STM Microelectronics, che aveva compreso che la microelettronica è una grande opportunità e anche un grande volano economico se nel contesto di grandi impianti che consentono di mantenere la convenienza economica della produzione. Con ingenti stanziamenti che richiedono anche una visione di medio-lungo termine e una strategia di sistema. Altrimenti si ricade nel caso esemplare dell’impianto catanese per la produzione di Wafer 12 pollici di silicio, oggi troppo piccolo per essere cost-attractive e quindi destinato all’abbandono.
Ma questa mancanza di attenzione non è solo italiana, è anche comune alla politica dell’Unione, e di larga parte dei Paesi Europei, ad eccezione di pochi, tra cui la Germania, con un approccio del tutto diverso da quello dei Paesi del Medio-Oriente e degli USA, nei quali il manifatturiero è perno della strategia di crescita.
Obiettivo dell’intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica è così anche quello di porre questo tema al centro del dibattito, insieme e in modo integrato ai temi dell’Agenda Digitale, perché molti problemi sono comuni, a partire dalla mancanza di una vision e di scelte strategiche industriali.
È pertanto fondamentale identificare rapidamente le tecnologie chiave che possano far da traino per l’intero settore produttivo, portando questo tema anche in sede europea e sapendo che la strategia vincente passa anche dal mettere in rete la filiera della microelettronica, dall’asse “del silicio” Agrate- Etna Valley, all’asse della componentistica del Nord-Ovest, fino alla produzione manifatturiera più tradizionale e che con queste tecnologie si innova e ridiventa competitiva e leader in qualità.