Le misure per l’Agenda digitale per l’Italia possono ridurre il deficit dello Stato di 19 miliardi di euro entro il 2013, riducendo il rapporto deficit/Pil dal 3,9% all’1,5%, e stimolare al contempo una crescita del Pil tra lo 0,69% e l’1,30%.
Emerge da una ricerca della School of Management-Politecnico di Milano. «L’innovazione digitale può rappresentare una chiave per la ripresa del Paese e in questo le telecomunicazioni ricoprono un ruolo determinante», afferma Andrea Rangone, direttore degli Osservatori ICT della School of Management del Politecnico di Milano.
Il risparmio di 19 miliardi verrebbe da:
• una riduzione della spesa per gli acquisti della Pubblica Amministrazione con un risparmio di 4 miliardi di euro;
• un aumento della produttività della Pubblica Amministrazione grazie un miglioramento dell’efficienza, con un risparmio di 15 miliardi di euro.
L’incremento del PIL tra lo 0,69 e l’1,3% sarebbe generato da:
• lo stimolo della domanda ICT della Pubblica Amministrazione (+0,03-0,05%) nell’ipotesi di 150 milioni di euro di investimenti in più in innovazione ICT;
• lo stimolo agli investimenti ICT delle imprese per un valore di 150 milioni in più rispetto al valore attuale (+0,03-0,05% del PIL); • nuovi investimenti in Start-Up, nell’ipotesi di 150 milioni di euro in più a sostegno della nuova imprenditorialità (+0,05-0,10% del PIL);
• lo sviluppo delle reti fisse Next Generation Networking, con investimenti da 3- 4 miliardi di euro (+0,40-0,70% del PIL);
• lo sviluppo delle reti mobile LTE, con investimenti da 1,5 – 2 miliardi di euro (+0,18-0,40% del PIL.
Qui altri dettagli.
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