Il PNRR piano prevede la migrazione del 75% delle amministrazioni italiane sul cloud entro il 2026, grazie alla costruzione dei Data Center del polo Strategico Nazionale. Quello della costruzione e gestione dei Data Center rappresenta oggi un mercato da oltre 3 miliardi di euro in Italia, ma quando si parla di digitalizzazione, spesso non si considera che la transizione digitale passa da queste infrastrutture fisiche: grandi edifici intelligenti costruiti su ettari ed ettari di terreno custodiscono i dati della cittadinanza, delle imprese pubbliche e private e della sanità consumando ogni giorno una quantità importante di energia.
Eppure, secondo i dati di GreenIT, se il 4,2% dell’elettricità mondiale è consumata dal settore digitale, di questo, solo l’1% deriva dal settore Data Center, tanto che oggi in Italia i Data Center non rientrano neanche tra le aziende considerate energivore.
Il discorso cambia se consideriamo però le emissioni CO2 prodotte, la cui riduzione sostanziale fa parte delle priorità del settore per il 2030. In quest’ottica si è deciso di studiare la possibilità di sostituire il carburante standard utilizzato dai generatori che alimentano le infrastrutture, con del biocarburante HVO (olio vegetale idrotrattato).
L’HVO, prodotto con elementi 100% rinnovabili e sostenibili certificati, è un gasolio paraffinico di sintesi ottenuto a partire da oli vegetali o rifiuti valorizzati. Rispetta la direttiva sulle energie rinnovabili dell’Unione Europea e rappresenta un’alternativa sicura ai carburanti di origine fossile.
I primi test sul biocarburante HVO
Le prime fasi di test per l’uso di HVO hanno coinvolto il sito PAR1 del campus di Marcoussis (Francia) e due data center: il DC18 (10MW) e il DC19 (5MW) di uno dei siti oggi più esteti d’Europa. Questi test hanno permesso di confermare che l’uso nei generatori del carburante paraffinico di sintesi certificato sostenibile dall’ADEME (agenzia francese per l’ambiente e la gestione dell’energia) non causa problemi di funzionamento agli stessi.
I futuri data center attualmente in fase di costruzione da parte del gruppo, useranno quindi tutti l’HVO sin dalla messa in servizio e il gruppo intende inoltre condurre altri test sui data center esistenti, volti a intraprendere una migrazione dal carburante standard (gasolio) al carburante HVO per l’insieme delle attività.
Studi di fattibilità attualmente in corso
Al contempo è stata avviata una discussione in merito anche negli altri paesi in cui è presente (Italia, Polonia e Spagna).
In Italia, nel campus di Cornaredo, vicino Milano, proseguono gli studi di fattibilità per passare anche in questo caso dal gasolio all’HVO, mentre i data center nuovi utilizzeranno HVO sin dalla messa in servizio.
Anche in Spagna gli studi attualmente in corso nel campus di Alcobendas, nei pressi di Madrid, stanno andando avanti con l’obiettivo di iniziare a utilizzare il biocarburante per le strutture attuali e per il nuovo DC03 (sempre tranne in caso di eventuali pareri contrari ricevuti) sin dalla messa in servizio.
In Polonia, invece, gli studi di fattibilità inizieranno proprio quest’anno, nel 2023, e riguarderanno il nuovo campus del gruppo, che sorge a 20 minuti da Varsavia. L’obiettivo è ancora una volta di passare dal gasolio all’HVO per il DCO1 e di usare direttamente l’HVO per i nuovi DC, a partire dal DC02 (anche qui, tranne in caso di eventuali pareri contrari ricevuti).
Per quanto riguarda la Germania, infine, paese in cui il gruppo prevede di creare un nuovo campus di data center da 25 ettari e 180MW, la cui costruzione avrà inizio nel 2024 non lontano da Francoforte, tutti i DC (sempre fatti salvi gli eventuali pareri contrari ricevuti) utilizzeranno HVO sin dalla messa in servizio.
Biocarburante alternativo: una considerevole riduzione dell’impatto ambientale
Gli studi condotti su questo biocarburante alternativo, hanno dimostrato che L’HVO permette di sostituire il gasolio con un biocarburante alternativo che migliora significativamente il livello di emissioni. Il peso della CO2 emessa con il gasolio standard rappresenta infatti 3,1 kg al litro, mentre quello dell’HVO è di appena 0,54 kg/l, con un risparmio di ben 2,46 kg/l.
Durante i test condotti nei DC 18 e 19 del campus francese del gruppo, uno studio interno ha dimostrato come usando circa 250.000 litri di biocarburante, è stato possibile evitare l’emissione di ben 640 tonnellate di CO2.
Questa iniziativa, le cui scoperte sanno di beneficio anche per altri player, si inscrive nell’impegno con il “Climate Neutral Data Center Pact”, che punta a far diventare la società a “zero emissioni nette” entro il 2030, per l’insieme delle sue attività europee e si inserisce nel programma Data4Good che regola lo sviluppo di soluzioni sostenibili per l’ambiente e le persone.