Il Digital Economy and Society Index (DESI) è stato introdotto dalla Commissione Europea nel 2014 per misurare i progressi degli Stati membri in termini di digitalizzazione e focalizzare le priorità da darsi per ridurre i gap tra i vari paesi. Nel sistema italiano, però, molte competenze e risorse fondamentali per raggiungere questi obiettivi si trovano all’interno delle Regioni.
L’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano ha quindi raccolto dati anche per ogni regione e provincia autonoma e ha costruito anche per l’anno appena concluso un DESI regionale, replicando l’approccio utilizzato a livello europeo.
Nell’edizione 2019 del DESI regionale – che analizza dati relativi all’anno 2018 – gli indicatori utilizzati sono 34,[1] raccolti come per il DESI nazionale in cinque aree principali:
- Connettività, che misura lo sviluppo della banda larga, la sua qualità e il suo utilizzo;
- Capitale umano, che misura le competenze necessarie a trarre vantaggio dalle possibilità offerte dalla società digitale;
- Uso di internet, che misura le attività che i cittadini compiono grazie a internet, connettività e competenze digitali;
- Integrazione delle tecnologie digitali, che misura la digitalizzazione delle imprese e l’impiego del canale online per le vendite;
- Servizi pubblici digitali, che misura la digitalizzazione della PA, con un focus sull’eGovernment.
Perché un DESI regionale
Il DESI regionale consente di identificare con maggiore precisione le aree (del Paese e del DESI) dove risulta necessario intervenire per scalare la classifica europea e colmare i gap che ci contraddistinguono.
In Figura 1 sono mostrati i punteggi delle regioni e delle province autonome italiane sul DESI.
Nel panorama italiano la migliore performance è ottenuta dalla Lombardia, con un punteggio pari a 49,7 su 100, mentre ultima in classifica risulta essere la Calabria, che registra un punteggio di 20,4. In generale, delle nove regioni con un punteggio superiore alla media italiana, sette sono del nord (Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Veneto, e province autonome di Trento e Bolzano) e due del Centro (Lazio e Toscana). Al di sotto della media italiana troviamo tutte le altre regioni, in particolare le ultime (sotto i 30 punti) sono tutte regioni del mezzogiorno. Emerge pertanto un gap tra nord e sud del paese che abbiamo già rilevato in passato e che non siamo riusciti ancora a colmare.
Come mostrato in Figura 2:
- in tutte le aree, la migliore regione italiana è sempre sotto la media europea;
- la variabilità delle regioni italiane attorno alla media nazionale è molto ampia, e supera i 50 punti su 100 nell’area capitale umano.
Le cinque aree DESI, in dettaglio
Analizziamo quindi il dettaglio con riferimento alle cinque aree del DESI.
Connettività. In questa area la migliore regione è la Lombardia che, con un punteggio di 46,8 su 100, è ben sopra la media italiana (pari a 36,8) e la più vicina alla media europea (56,7). La regione Umbria ha la più alta copertura di banda a 100 Mbps, sebbene sia coperto solo il 22% delle abitazioni (dati MISE). Dieci regioni italiane, d’altro canto, hanno una copertura a tale velocità inferiore al 10% delle loro abitazioni. Tra le regioni maggiormente in difficoltà troviamo il Molise che, oltre a non essere coperta dalla banda a 100 Mbps, risulta avere la copertura a 30 Mbps più bassa a livello italiano (il 26% delle abitazioni) e, più in generale, il peggior punteggio complessivo nell’area connettività (15 punti su 100).
Capitale umano. In questa area la migliore regione è il Lazio che, con un punteggio di 65,8 su 100, si posiziona ben al di sopra della media italiana (pari a 44), e di poco inferiore a quella europea (72,8). Data la polarità della regione per il sistema nazionale e la presenza delle amministrazioni centrali, infatti, il Lazio è particolarmente avvantaggiato dall’utilizzo di indicatori sostitutivi rispetto a quelli del DESI nazionale, ovvero indicatori relativi alla quota di popolazione impiegata in settori tecnologici knowledge-intensive (7,3% della popolazione totale, 4,2% tra le donne) e agli occupati nei settori scientifici e tecnologici in possesso di laurea (12%). Se si guarda alle competenze degli adulti, come misurati dall’indagine OCSE-PIAAC (dati ANPAL), tuttavia, è la puglia la Regione che mostra i migliori risultati (307 punti contro la media italiana di 280). In generale, tuttavia, l’area capitale umano soffre di forti disuguaglianze (la Calabria ha uno score di soli 15 punti e il Digital Skill Rate[2] differisce tra nord-ovest e mezzogiorno di ben 6 punti percentuali) e di problemi trasversali legati alla mancanza di una strategia organica a livello nazionale.
Uso di internet. La nostra quart’ultima posizione in Europa in quest’area è riflessa nei punteggi delle regioni italiane. La migliore è l’Emilia-Romagna, con un punteggio di 43,2 su 100 che tuttavia è ancora lontano dalla media europea (59,4). La regione maggiormente in difficoltà risulta essere la Campania, con un punteggio di 18,1. La Campania è ultima anche per consultazione di news (45% della popolazione), mentre solo il 46% dei molisani ha scaricato musica, video o giochi, e solo il 6% degli stessi ha attivato un abbonamento per video on demand. Analoghe dinamiche per online banking e shopping: Lombardia e Valle d’Aosta primeggiano per i servizi bancari (il 45% della popolazione ne ha fatto uso nei 3 mesi prima della rilevazione). Trento guida la classifica degli acquisti online (48%). Sul fronte della comunicazione, invece, il divario nord-sud si ribalta: la regione che usa maggiormente i social è l’Abruzzo (71%), quella che videochiama di più è la Puglia (53%), mentre le peggiori in queste due aree sono rispettivamente la provincia autonoma di Bolzano (56%) e il Piemonte (41%).
Integrazione delle tecnologie digitali. In quest’area sono disponibili dati solo a livello di ripartizione geografi-ca (nord-ovest, nord-est, centro, sud e isole). Il nord-ovest ha la performance migliore (punteggio pari a 43,4 su 100), mentre sud e isole sono ancora in forte ritardo (10,9). Le regioni del nord-ovest mostrano i valori più alti in particolare per tre dei cinque indicatori utilizzati: la quota di imprese che impiegano specialisti ICT (7%, ultimo il centro con il 5%), la quota di imprese che possiedono delle pagine internet (78%, ultimo il mezzogiorno con il 56%), e la quota di imprese che utilizzano big data (8%, ultimi ancora sud e isole con il 6%). Per quanto riguarda il cloud, invece, è il nord-est a guidare la classifica (il 26% delle imprese ne fa uso, solo il 16% al mezzogiorno). Il gradiente territoriale ancora una volta però si inverte per un indicatore, ovvero la quota di PMI che effettuano vendite online: superano il 10% le regioni del centro (10,4%) e del mezzogiorno (10,1%); si attestano rispettivamente al 9,4% il nord-ovest e al 9,6% il nord-est.
Servizi pubblici digitali. A livello italiano, la performance migliore è ancora una volta quella della Lombardia che, con un punteggio di 55,5 su 100, è la più vicina alla media europea (74). La Regione eccelle sia per disponibilità di open data (score di 76,4 nell’apposito indicatore costruito da AgID) sia per livello di attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, per cui è stata la prima Regione a raggiungere il 100% (nel 2018 raggiunto anche da Toscana, Valle d’Aosta, Sicilia e Puglia). Fanalino di coda per il FSE invece Calabria, Campania e Abruzzo, ancora lontane dal 50%. Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta sono invece i territori che maggiormente interagiscono con la PA per via telematica: l’ha fatto il 30% dei trentini e dei sudtirolesi, mentre il 19% dei valdostani ha inviato moduli pre-compilati via internet. Interessanti infine i dati ripartizionali sul contributo della PA alla digitalizzazione, come percepito dalle imprese: quasi il 15% delle imprese del mezzogiorno vede la PA come un driver per la digitalizzazione, contro l’8% del nord-est, il 12% del nord-ovest, e il 13% del centro.
Il gap da colmare
Possiamo analizzare i divari regionali anche con riferimento alle singole aree del DESI. In tre delle cinque aree indicate in Figura 3, tutte le nove regioni del nord si trovano al di sopra della media nazionale. Opposta è la situazione delle regioni del sud, in cui almeno sei regioni su otto si trovano al di sotto della media nazionale in quattro aree su cinque. La Sardegna è forse la più virtuosa tra le regioni del mezzogiorno, essendo l’unica sopra la media italiana per uso di internet, oltre a ben figurare per i servizi pubblici digitali. È proprio in quest’ultima area, infatti, che sembrano venir meno i costanti divari per ripartizione, in calo anche nell’area connettività.
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- Per 11 indicatori non è stato possibile replicare lo stesso dato utilizzato a livello europeo, a causa della definizione dell’indicatore o dell’indisponibilità del dato disaggregato. Per 9 indicatori, invece, non è disponibile il dato a livello regionale ma solo di ripartizione geografica (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole). ↑
- Indicatore sviluppato dall’Osservatorio Competenze Digitali (Aica, Anitec-Assinform, Assintel, Assinter) per misurare l’incidenza delle skill digitali nelle diverse professioni. Per approfondimenti, vedi: http://j.mp/CompDigitali_2018. ↑