comunicazioni elettroniche

Direttiva NIS 2 e regolamentazione roaming: le ultime novità dal Berec

Riguardo alla Direttiva NIS 2, il BEREC ha espresso la propria opinione secondo cui le disposizioni sulla sicurezza dovrebbero rimanere disciplinate dal Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, mentre sul roaming sono state indicate ulteriori misure a tutela dei consumatori

Pubblicato il 22 Lug 2021

Jacopo Liotta

Associate. Studio Professionale Associato a Baker & McKenzie

Andrea Mezzetti

Counsel, TMT Studio Professionale Associato a Baker & McKenzie

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Il 26 giugno scorso, l’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (Body of European Regulators for Electronic Communications – “BEREC”) ha tenuto il secondo debriefing sulle attività presentate nel corso della 47° riunione ordinaria del marzo scorso. Nel corso di questo secondo appuntamento, il BEREC ha presentato alcuni atti rilevanti per le varie iniziative regolamentari europee, tra cui: il parere sulla cosiddetta Direttiva NIS 2 – ossia la proposta della Commissione Europea di modificare la Direttiva 2016/1148; il parere sulla proposta di modifica del Regolamento roaming; uno studio sulle percezioni e i comportamenti dei consumatori europei sulle piattaforme digitali per la comunicazione.

Nel corso della stessa riunione, il BEREC ha anche avviato formalmente due consultazioni pubbliche sulle azioni regolatorie nazionali nel corso della crisi da COVID-19 e sull’implementazione nazionale del regime di autorizzazioni generali.

Il parere sulla proposta della Direttiva NIS 2

Come noto, il 16 dicembre 2020 la Commissione Europea ha pubblicato una proposta per la modifica della Direttiva sui Sistemi di Informazione e Sicurezza delle Reti (NIS 2).

Uno degli elementi più rilevanti della proposta di modifica riguarda l’inserimento dei servizi (ECS) e delle reti (ECN) di comunicazione elettronica nell’ambito di applicazione della direttiva NIS. Secondo la Commissione, infatti, sarebbe possibile sostituire gli obblighi in materia di sicurezza di cui al Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche (v. art. 40 e 41) con adeguate previsioni all’interno della nuova direttiva. Ciò potrebbe consentire una maggiore uniformità nei confronti del comune tema della sicurezza.

Rispetto a tale possibilità, il BEREC ha espresso le proprie preoccupazioni derivanti dalla frammentazione delle disposizioni del nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche in diversi testi normativi. In particolare, il BEREC ritiene che il settore delle comunicazioni elettroniche debba mantenere un corpus regolatorio separato in funzione del suo ruolo chiave anche rispetto ad altri mercati e che alcune definizioni della proposta Direttiva NIS 2 potrebbero non essere sufficientemente chiare e non adatte all’inclusione degli ECS e degli ECN. In alcuni casi, inoltre, le disposizioni della proposta potrebbero addirittura essere sproporzionate e fungere da barriera all’ingresso nel mercato.

Alla luce di queste considerazioni, il BEREC ha espresso la propria opinione secondo cui le disposizioni sulla sicurezza dovrebbero rimanere disciplinate dal Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche.

Il parere sulla proposta di modifica del Regolamento roaming

Il 24 febbraio 2021 la Commissione Europea ha proposto una modifica del Regolamento n. 531/2012 sul roaming all’interno dell’Unione in vista della sua prossima scadenza, il 30 giugno 2022. Gli obiettivi della proposta sono: estendere la durata della regolamentazione, aggiustare i meccanismi di costo all’ingrosso e introdurre nuove misure in merito alla qualità dei servizi ed alla trasparenza (in particolare verso i servizi a valore aggiunto).

Il BEREC ha sostanzialmente concordato con la proposta di incrementare le disposizioni in materia di qualità dei servizi ed ha suggerito l’inserimento di un numero maggiore di considerando (recitals) per cercare di includere il maggior numero di dettagli sulla necessità che gli accordi all’ingrosso tra gli operatori includano un numero superiore di disposizioni in merito alla necessità di assicurare gli stessi livelli di servizio offerti nelle reti domestiche.

Anche per quanto riguarda le proposte sui servizi a valore aggiunto e i servizi di emergenza, il BEREC concorda con le proposte della Commissione di istituire un servizio di messaggistica che informi gli utenti circa l’eventuale attivazione di servizi a valore aggiunto e di inserire nelle offerte di riferimento degli operatori tutte le informazioni necessarie affinché sia garantito un accesso gratuito ai servizi di emergenza.

Infine, il BEREC propone l’introduzione di alcune ulteriori misure tra cui: (i) previsioni sull’uso del roaming a bordo di navi e aerei – la disposizione deriva dall’incremento nel numero di reclami derivanti dai c.d. bill shock riscontrato da tutte le autorità nazionali di regolamentazione; (ii) ulteriori misure che garantiscano un più efficiente cut-off nell’ottica di un maggior controllo delle spese in caso di roaming – il cut off include i meccanismi in base al quale il traffico viene automaticamente limitato al raggiungimento di certe soglie di costo (es. 50 euro); (iii) l’introduzione di sistemi che consentano agli utenti l’accesso a informazioni sui costi più trasparenti e maggiormente personalizzate (ad esempio mediante l’impiego di welcome messages tarati sullo specifico profilo di utilizzo); (iv) misure a sostegno della sostenibilità del modello di business degli operatori mobili virtuali (MVNO) ad esempio per mezzo dell’introduzione di soluzioni all’ingrosso alternative o sulla terminazione delle chiamate. Similmente il BEREC propone che i servizi M2M e IoT siano espressamente richiamati all’interno della regolamentazione. Da ultimo, il BEREC ha proposto alcune modifiche al Regolamento Esecutivo 2016/2286 sull’applicazione delle cosiddette fair use policy e sulle metodologie per valutarne la sostenibilità.

Lo studio percezioni e comportamenti dei consumatori Ue sulle piattaforme digitali per la comunicazione

Il BEREC ha commissionato uno studio per comprendere le percezioni e i comportamenti degli utenti rispetto alle piattaforme digitali per la comunicazione. Lo studio ha analizzato 17 piattaforme gratuite largamente utilizzate (es. Facetime, Snapchat) ed il relativo scambio di informazioni. Al contrario, lo studio non ha incluso le piattaforme utilizzate in ambito lavorativo (es. Zoom, Teams).

Lo studio ha individuato alcuni interessanti elementi. In particolare:

  • nonostante gli utenti utilizzino una moltitudine di servizi di piattaforma diversi, in generale è presente un certo livello di fidelizzazione rispetto alle piattaforme selezionate;
  • il principale driver per l’utilizzo di questo tipo di applicazioni sembrerebbe consistere nella loro gratuità, facilità di utilizzo e nel fatto che permettono di rimanere in collegamento con familiari e amici (laddove anch’essi siano utilizzatori dello stesso servizio);
  • la gratuità del servizio costituisce una delle caratteristiche chiave. In base ad alcune simulazioni sembrerebbe che tale caratteristica sia più forte di altri driver quali l’assenza di pubblicità o l’impiego di specifici standard di riservatezza e privacy. La gratuità è inoltre uno degli elementi distintivi rispetto ai servizi di comunicazione tradizionali;
  • per quanto riguarda il profilo della sicurezza e riservatezza, tuttavia, la maggior parte del campione analizzato ha dichiarato di preferire i servizi di comunicazione tradizionali.

Nonostante lo studio non conduca di per sé ad alcuna considerazione regolatoria, lo stesso fornisce elementi utili da tenere in considerazione per eventuali lavori successivi o per l’elaborazione di pareri.

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