Innovazione

Distribuzione software: cos’è e perché sceglierla



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La distribuzione software è il processo mediante il quale gli utenti vengono dotati del software necessario per svolgere le rispettive mansioni senza che qualcuno lo installi fisicamente sui loro computer. Operazione che può anche essere automatizzata

Pubblicato il 29 dic 2023

Giuditta Mosca

Giornalista, esperta di tecnologia



software
(Immagine: https://unsplash.com/@ikukevk)

Fornire il software laddove necessario con pochi click. Questo l’obiettivo ultimo della distribuzione software che – in misure e metodi diversi – è utile tanto per le piccole quanto per le grandi organizzazioni.

C’è un lavoro di preparazione che può essere a tratti complesso ma si tratta di uno sforzo che vale la pena fare per diversi motivi, a partire dal fatto che è un impegno da proferire una sola volta e che ha un notevole rendimento.

Gli ambienti Microsoft la prevedono direttamente da Active Directory e, pure essendo relativamente poco usata, la distribuzione software riduce i tempi di inattività e i fermi macchina, aumentando la produttività a fronte di un investimento tutto sommato contenuto.

Cosa è la distribuzione software

È la fornitura di software agli utenti senza che questa venga eseguita da una persona che si reca fisicamente presso un computer o un server e inserisca un supporto (un cd, per esempio) o prelevi un eseguibile dal web o da una share di rete adibita a punto di distribuzione.

Il contesto tipico è quello della grande azienda laddove, mediante una console, un sistemista distribuisce software agli endpoint della rete ma, utilizzando tecnologie di distribuzione basate sul Cloud, è possibile estendere la distribuzione software anche alle piccole realtà aziendali.

Esistono diversi tipi di distribuzione software ma tutte hanno in comune le possibilità di automazione e lo sgravio del lavoro a carico degli addetti umani.

I vantaggi per le imprese

I vantaggi principali della distribuzione software risiedono nella possibilità di fornire gli applicativi agli utenti in modo immediato (e quindi senza tempi di attesa) a distanza senza che un tecnico debba spostarsi laddove è fisicamente istallato il computer di destinazione. Inoltre:

  • La distribuzione può essere automatizzata al verificarsi di opportune condizioni
  • La distribuzione copre anche quei software la cui installazione è incrementale o modulare
  • È possibile distribuire anche aggiornamenti e patch.

Efficienza e risparmio, considerando che basta un numero limitato di tecnici che, in una manciata di secondi, provvedono alla distribuzione di software anche su migliaia di client distribuiti in diverse zone del globo.

Quali sono i modelli di distribuzione software

Sono principalmente tre i modelli a cui è possibile fare riferimento.

Il primo è interno all’azienda o, meglio, all’interno della rete aziendale a prescindere da quanto questa sia ampia. I software utili al business sono in possesso dell’azienda e questa provvede a distribuirli a seconda delle necessità.

In alternativa, si può prevedere la distribuzione tramite cloud, demandando il servizio a un ente esterno oppure procedere con la modalità Software-as-a-Service, dando ai profili utente opportuni accesso ai diversi software.

Qui, però, mettiamo in luce le proprietà e i vantaggi della distribuzione software interna all’azienda, anche se – nello scegliere il modello di distribuzione più adatto – un’organizzazione deve porsi alcuni quesiti come, per esempio:

  • durata dell’implementazione della distribuzione
  • livello di integrazione del software da distribuire con gli altri applicativi e sistemi aziendali
  • frequenze di aggiornamento del software
  • costo del supporto esterno (nel caso in cui si valuti l’ipotesi di ricorrere alla distribuzione in Cloud o in modalità Software-as-a-Service)
  • le condizioni di sicurezza (sia per la distribuzione interna sia per quella demandata a terzi esterni all’impresa).

Va da sé che alcuni metodi di distribuzione sono più indicati di altri a seconda dell’applicazione: ciò che è accessibile via web può essere convenientemente distribuito in Cloud, software proprietario o pacchetti applicativi di ampia diffusione (come le suite per l’ufficio) possono essere distribuite direttamente dall’interno dell’infrastruttura aziendale.

La gestione della distribuzione software e la sicurezza

Gli elementi necessari sono pochi ma prevedono una preparazione preliminare. Occorrono i software da installare, degli applicativi per prepararli alla distribuzione e per la consegna agli utenti finali.

Tutti i software possono essere distribuiti in questa modalità ma non per tutti la preparazione è semplice o immediata, anche questo è un elemento da prendere in considerazione

Rimanendo nell’ambito dei domain controller Microsoft, l’argomento è ampiamente documentato e supportato ma esistono diverse soluzioni terze che assolvono il compito della distribuzione software, definita software delivery.

Va creato un file MSI, ossia un Windows Installer file package (anche questa è una procedura resa facile dall’opportuna documentazione) che può essere approntato anche grazie alle tante applicazioni di terze parti esistenti e, una volta creato, va fisicamente conservato su una share accessibile a tutti gli utenti.

In seguito, si crea una GPO (Group Policy, criteri di gruppo in italiano) assegnando il software ai client o al gruppo di computer di destinazione.

Per esempio, il software di contabilità può venire automaticamente distribuito a tutti gli utenti che lavorano nell’apposito comparto aziendale e, allo stesso modo, il software aziendale per la gestione del magazzino può essere distribuito soltanto al reparto logistica.

La sicurezza è tema importante ma indipendente. Poiché i pacchetti software distribuiti non lasciano la rete aziendale, è la sicurezza dell’azienda a fare da discriminante.

Best practice

A prescindere dalla modalità e dall’applicazione usata per la distribuzione software, i passi da seguire sono per lo più i medesimi. L’idea di fondo è quella di creare un package per l’installazione remota e avere una strategia di distribuzione, affinché questo venga installato laddove necessario.

Da ciò consegue che:

  • vada approntata una strategia, vadano quindi creati i gruppi di utenti o di pc ai quali fornire ogni singolo software
  • vada creato un package per ogni software da distribuire in remoto
  • vadano scelti dei software e dei gruppi per testare la bontà della distribuzione
  • vada estesa la distribuzione a tutti i software e a tutti i gruppi necessari.

In molte grandi aziende vige il regime di free-sitting ovvero, un metodo grazie al quale un utente può autenticarsi su qualsiasi pc ritrovando su questo i propri file e le proprie impostazioni particolari (per esempio, i file e le icone conservate sul desktop). In questo caso gli script di login lanciano l’istallazione dei software necessari all’utente qualora questi non fossero disponibili sul computer che sta usando.

Gestione delle licenze software

Va da sé che il software distribuito debba essere licenziato e, anche nel caso della software delivery, è opportuno leggere attentamente i relativi contratti.

Diverse applicazioni dedite alla distribuzione software offrono anche il censimento delle copie installate, restituendo reportistica dettagliata che aiuti le imprese a non incorrere in sanzioni.

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