Progressiva estensione dei front end telematici, gestione delle emergenze attraverso i social network ed estensione del wi-fi alle sale comunali non ancora raggiunte dal servizio. Questa la roadmap digitale 2014 della città di Trieste. Il Comune non si è ancora dotato di una propria Agenda digitale “sebbene molti progetti legati alla digitalizzazione siano stati avviati e altri siano in programma”, spiega il vice sindaco Fabiana Martini. “Contiamo di formalizzare questo processo entro la fine del mandato – annuncia al nostro sito -. Per il momento abbiamo, d’intesa con la Regione Friuli Venezia Giulia, scelto di dare attuazione ad alcuni punti dell’Agenda nazionale, ad esempio la concentrazione dei data center e l’infrastruttura a banda larga”.
Nel prossimi mesi il Comune punta a portare online la presentazione dell’Aua – Autorizzazione ambientale unica nell’ambito Suap -, alcune richieste di procedimenti relativi all’occupazione di suolo pubblico e le richieste relative alla certificazione di agibilità nell’ambito dell’edilizia, per citare alcuni dei servizi al via. Ma il piano è molto più ampio e articolato: “Puntiamo sui servizi che possono semplificare la vita ai cittadini, facendo risparmiare loro tempo e strade inutili”, annuncia il vice sindaco. Dai certificati online alla possibilità di effettuare prenotazioni tramite smartphone, dal calendario online per appuntamenti di alcuni uffici demografici come le cremazioni alle iscrizioni scolastiche via Internet, dai pagamenti in rete dei servizi di mensa scolastica a quelli dei parcheggi anche via telefonino. Numerosi i servizi in programmazione per i cittadini e molti anche quelli destinati alle imprese come, ad esempio, il Suap telematico per la presentazione di tutte le pratiche relative all’attività di impresa ed il calendario online per gli appuntamenti che riguardano le pratiche dehors. “E grande attenzione sarà riservata anche ai servizi che rafforzano e favoriscono il dialogo e il flusso di informazioni tra l’Amministrazione e i cittadini”, dice Martini, come la piattaforma Comuni-Chiamo per le segnalazioni dei disservizi, l’utilizzo dei social network per dialogare e comunicare, il wi-fi pubblico – “in un anno e mezzo abbiamo registrato 34067 iscritti”, ci tiene a evidenziare il vice sindaco.
Nella partita giocheranno un ruolo di primo piano le infrastrutture a banda larga. “Sono fondamentali – dice Martini – altrimenti tutto il lavoro sui servizi rischia di essere vanificato. Sarebbe come mettere a disposizione una Ferrari in una stradina di campagna”. Il vice sindaco ricorda che – stando a recenti studi – “il livello del Pil pro capite aumenta di circa 3-4 punti percentuali una volta che gli investimenti nelle nuove reti a banda larga sono stati realizzati. Attraverso un percorso condiviso con la Regione stiamo proseguendo nell’infrastrutturazione in fibra: sono già stati realizzati ed attivati una decina di km che collegano diverse sedi e impianti comunali ed una trentina di access point outdoor e altrettanti indoor per il wi-fi cittadino”.
Sul fronte spending review il vice sindaco evidenzia come “il digitale può certamente aiutare a tagliare le spese, ma non senza prima aver fatto un investimento in questa direzione sia nel campo delle infrastrutture che – non meno importante – in quello della formazione”. “Non si può pensare di realizzare una rivoluzione di questo tipo a costo zero – puntualizza – senza alcun onere e senza soprattutto poter contare su risorse umane nuove. Un piccolo esempio: con un investimento di 10mila euro potremo quest’anno collegare alla rete a banda larga cittadina ulteriori 6 punti, che introdurranno un risparmio annuo di 18mila euro sulla spesa corrente. Inoltre, tutta la corrispondenza con le imprese è digitale, con risparmi diretti di spese postali e indiretti per l’abbattimento dei tempi morti di latenza nelle spedizioni e ricezione della corrispondenza cartacea. Lo stesso vale per i cittadini e le cittadine che scelgono il canale telematico per i rapporti con la PA”.
Ma bisognerà investire molto sulla formazione, appunto. “L’età media del nostro personale, come del resto del personale della maggior parte degli enti locali, è piuttosto elevata e di conseguenza soffriamo di una carenza di competenze in questo campo: sarebbero necessarie risorse umane nuove, che possano farsi portavoce di un approccio corretto ai processi e all’organizzazione del lavoro. Non è solo una questione di strumenti, ma anche e in primo luogo di schemi mentali. Non basta dare un tablet in dotazione ai dipendenti o consentire loro l’accesso ai social network dalla postazione di lavoro: è e deve sempre essere la persona al centro dei processi di cambiamento. Se davvero vogliamo farla questa rivoluzione, non sarebbe da escludere l’ipotesi di prevedere nel blocco delle assunzioni una deroga ai profili digitali”.
La rivoluzione in ogni caso dev’essere in primo luogo di tipo culturale – sottolinea il vice sindaco: “Bisogna andare oltre l’idea che questo cambiamento consista o si risolva in una digitalizzazione dell’esistente, e in particolare della burocrazia esistente. È più rivoluzionario creare le condizioni perché le informazioni possano essere condivise dal maggior numero possibile di persone. E lo è certamente di più promuovere e favorire modalità lavorative come lo smart working piuttosto che illudersi di essere moderni solo perché si trasmette via e-mail una convocazione dopo aver scannerizzato l’originale cartaceo! Lo strumento che abbiamo a disposizione è la formazione e la sensibilizzazione culturale: all’interno del Comune di Trieste ne abbiamo fatta e ne stiamo facendo molta sui social network, ne abbiamo in programma a breve a cominciare dai dirigenti sull’amministrazione digitale e non solo. Il tutto nella convinzione profonda che i cambiamenti non avvengono per decreto, ma necessitano di un processo lungo e paziente, che deve cercare di coinvolgere una platea più ampia possibile”.