Il Comune di Cosenza ha inserito nel proprio programma politico-amministrativo la questione Agenda Digitale. E successivamente all’elezione, nel 2011, del Sindaco Mario Occhiuto, è stato istituito un assessorato ad hoc, quello all’Innovazione – guidato da Geppino De Rose – che comprende le deleghe per smart city e Agenda digitale. “Esiste una piena consapevolezza della centralità strategica dell’Agenda digitale – sottolinea l’assessore De Rose – e abbiamo messo a punto una roadmap precisa”.
Quattro le principali direttrici in cui si articola il percorso: digitalizzazione dei servizi comunali, smart city, open data e banda larga. Sul fronte della digitalizzazione dei servizi “puntiamo alla creazione di una piattaforma informatica unitaria mirata alla semplificazione e dematerializzazione dei processi”, sottolinea De Rose. Relativamente al “piano” smart city l’obiettivo è lo sviluppo di piattaforme nell’area della sostenibilità energetica, della fruizione, attraverso release Ict, del patrimonio artistico-storico-culturale e della sperimentazione di app legate all’Internet delle cose. “La città di Cosenza – spiega De Rose – è stata fra le prime città destinatarie di attività di sperimentazione a valere sui programmi di ricerca industriale di cui al primo Bando Miur per le smart city e la social innovation. Il progetto condotto da Enel, General Electric, Cueim, l’Università della Calabria ed altri partner industriali prevede, fra le tante release progettuali, la creazione di un Urban Lab, dedicato alla smart city, che vede il Comune impegnato nelle attività di progettazione, sperimentazione, implementazione di soluzioni smart mirate all’incremento dei livelli di qualità della vita dei cittadini”.
Terzo asset strategico dell’agenda digitale del comune di Cosenza gli open data. In questo caso, con una delibera di Giunta del 2012, è stato promosso un atto di indirizzo mirato al rilascio di data set e di batterie di dati in formato open da porre a disposizione dei cittadini. “Il processo, che è culturale, tecnologico e amministrativo contemporaneamente, è in fase di realizzazione e sono già disponibili sul sito del Comune, nella specifica sezione degli open data, i primi data set rilasciati verso l’esterno”, sottolinea l’assessore. Last but not least la banda larga. “Inutile dire che senza infrastrutture a banda larga parlare di Agenda digitale diventa praticamente inutile – sottolinea l’assessore -. In questo caso, i provider nazionali di rete stanno completando l’infrastruttura per cui immaginare una diffusione quasi totale della banda larga per fine 2014 potrebbe rivelarsi per Cosenza un’ipotesi abbastanza probabile”.
Il 2014 sarà un anno di assestamento sull’infrastruttura a banda larga e sullo start up dell’Urban Lab. “La nostra aspettativa – annuncia l’assessore – è che da un laboratorio urbano ispirato all’Agenda digitale e alla smart city venga fuori un vero e proprio modello di ideazione e sperimentazione di soluzioni urbane e di buone pratiche legate alla sosteniblità, all’accessibilità, al consumo culturale. E che, soprattutto, incoraggi la nascita di una vera e propria stagione di co-progettazione partecipata. Fuori dall’equivoco, datato e insostenibile, del Comune dirigista che detta tempi e contenuti al territorio. Occorre aprire la stagione della proposta . I laboratori urbani di innovazione sociale servono a questo: è una chiamata intergenerazionale alle idee e alle proposte. Anche questa è Agenda digitale. Limitarsi alla sola dimensione tecnologica non aiuta a comprendere il significato globale dell’Agenda digitale europea, prima, e italiana dopo”
De Rose ci tiene a sottolineare che “non esistono priorità assolute”. “La nostra strategia è quella di legare lo sviluppo di nuovi servizi alle esigenze reali dei cittadini. Abbiamo attivi dei focus group che, anche attraverso esperienze di cittadinanza attiva che si realizzano sui social network, ci restituiscono aree di “bisogno digitale” che traduciamo poi in interventi specifici. Per cui spaziamo dal pagamento a distanza dei ticket mensa, allo sviluppo di applicativi con tecnologie Tetra per la rilevazione di perdite della rete idrica o il monitoraggio del traffico con telecamere posizionate sui bus urbani, fino al monitoraggio a distanza delle frane o delle discariche abusive. Ma sono solo alcuni degli esempi possibili, ovviamente. La nostra scelta è stata cioè quella di invertire la polarità del processo: piuttosto che imporre una traiettoria tecnologica e delle applicazioni derivate abbiamo pensato di monitorare il livello di “bisogno digitale dei cittadini”. De Rose evidenzia che “troppo spesso in passato soluzioni tecniche e tecnologiche sono rimaste inutilizzate perché assolutamente scollegate dai bisogni reali, con spreco di risorse pubbliche, proliferazione di “incompiute tecnologiche””.
De Rose richiama l’attenzione sull’importanza della governance, della definizione dei ruoli e delle competenze. “Manca la programmazione al livello superiore. Nessuna Regione, o quasi, del Mezzogiorno ha istituito cabine di regia sull’Agenda digitale. La Regione Calabria, per restare nel mio territorio, non ha mai posto in essere uno straccio di provvedimento che riguardasse scelte sull’Agenda Digitale. E poi a livello nazionale c’è troppa confusione sui ruoli, sulle differenze o sulle omologazioni con DigitPA, sulla consistenza delle risorse, sui piano strategici. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Siamo indietro non nell’attuazione dei piani – anche perché nessuno li conosce – ma nella consapevolezza strategica e politica del ruolo che Agenda digitale ha e riveste rispetto alla modernizzazione complessiva del sistema Paese”.
Ma De Rose non risparmia l’autocritica “Anche i Comuni non sono indenni da critiche. Anni di clientele e di sprechi hanno trasformato i sistemi informativi comunali in vere propri labirinti dominati da dialetti informatici incapaci di generare un linguaggio unitario. Risultato? Esistono settori comunali incapaci di dialogare informaticamente tra loro”.
Dematerializzazione e semplificazione sono – secondo l’assessore – le nuove parole d’ordine delle trincee comunali: “Se Agenda digitale non riuscirà a modificare il dna organizzativo e gestionale dei Comuni, e quindi ad impattare sui comportamenti e sui modelli di governance, sarà ricordata come l’ennesima truffa consumata ai danni dei contribuenti. È inutile edulcorare i contenuti: se mai ciò accadrà sarà l’ennesima vergogna per il nostro Paese”.