Francesco Caio e la cabina di regia con cui collaboro ha stabilito le priorità per l’Agenda digitale. Perché troppe priorità equivalgono a nessuna priorità. Giusto concentrarsi quindi su pochi punti, dopo aver fatto il grande sforzo di mettere la governance sotto la residenza del Consiglio.
Il criterio scelto per individuare le priorità è stato quello dell’infrastruttura. Non quella fisica, però. Ma quella software, dove si concentra la vera ricchezza ICT ora. E sono tre le infrastrutture software, che tirano dietro di sé quelle hardware.
Prima, l’Anagrafe nazionale della popolazione. Importante perché lo Stato non si può più permettere di non conoscere a livello centrale questi dati fondamentali dei cittadini. Seconda, l’identità digitale, che stiamo spingendo tantissimo. Ogni cittadino potrà avere una o più identità digitali certificate da un gestore dell’autenticazione federata che potrà essere una banca, le Poste o altri. Servirà per interagire con la pa. Seguirà standard di sicurezza unici e si aggancerà all’Anagrafe.
La terza è la fatturazione elettronica. Non è più accettabile che lo Stato non sappia in dettagli i propri debiti.
La costruzione dei prossimi datacenter è guidata dai servizi che devono portare. Dovremmo puntare ad avere tre-quattro, datacenter ma world class. E in Italia abbiamo le tecnolgoie per riuscirci.
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