energia elettrica

Ecco le vere innovazioni dietro ai nuovi contatori elettrici “smart”

La novità ad impatto maggiore dello smart metering 2.0 è la creazione di un nuovo canale di collegamento che attiva una comunicazione diretta tra il contatore e il cliente e permette infatti la generazione di dati utilizzabili direttamente dal cliente per ottimizzare i consumi

Pubblicato il 13 Lug 2017

smart_525896344

L’Italia è stato il primo paese europeo a introdurre su larga scala gli smart meter elettrici per i clienti finali in bassa tensione ed è tuttora il primo paese al mondo per numero di smart meter di energia elettrica in servizio (oltre 35 milioni). Secondo un recente report della Commissione europea, il sistema italiano di smart metering, con sostituzione dei contatori tradizionali dal 2001, è stato il più efficiente in Europa.

Attualmente è in corso la sostituzione e l’installazione dei contatori intelligenti di nuova generazione: sta entrando a pieno regime la macchina di Enel che, dopo il via libera avuto da AEEGSI il 6 aprile (retroattivo dal primo gennaio), prevede di installare 42 milioni di contatori in 15 anni (32 sono sostituzioni, 10 nuove installazioni), sostenendo un investimento complessivo pari a 4,4 miliardi di euro.

I contatori di nuova generazione permetteranno di analizzare nel dettaglio l’andamento dei consumi giornalieri, suddivisi nelle diverse fasce orarie e con i dati di misura rilevati ogni 15 minuti. Probabilmente però la novità ad impatto maggiore dello smart metering 2.0 è la creazione di un secondo canale di collegamento che attiva una comunicazione diretta tra il contatore e il cliente. Tale “chain 2” permette infatti la generazione di dati utilizzabili direttamente dal cliente e ciò potrebbe portare all’aumento della consapevolezza sui propri consumi da parte dell’utente finale (con la possibilità, ad esempio, di verificare l’andamento in tempo reale su smartphone) o alla generazione di allarmi nel caso di interruzioni di servizi o superamento del limite di potenza. Inoltre tali dati potranno essere utilizzati anche da soggetti designati dal cliente, come ad esempio il venditore dell’energia elettrica o altri fornitori di servizi energetici. In questo caso tali soggetti potrebbero fornire all’utente dati per l’automazione e la pianificazione del funzionamento degli elettrodomestici intelligenti, con l’obiettivo di limitare i costi di utilizzo. In prospettiva, potrebbe portare all‘attivazione di contratti demand side response con possibilità di distacco dei carichi da remoto in tempi brevi in caso di picchi della domanda. Nel medio-lungo periodo, si potrebbe arrivare addirittura alla partecipazione dei clienti in prelievo (o ancora meglio dei prosumer ossia i consumatori-produttori, ad esempio chi dispone di un impianto fotovoltaico) al mercato dei servizi di dispacciamento (MSD), ossia dare loro la possibilità – in forme e con modalità ancora da definire in Italia, ma già ad esempio entro certi limiti possibili in altri Paesi come la Germania – di modulare puntualmente il proprio consumo (o la produzione) di energia elettrica per far fronte ad eventuali picchi di domanda (o di produzione) che si vengano a verificare in un nodo della rete elettrica nazionale; servizio che oggi Terna acquista quasi esclusivamente dai produttori di energia da fonti tradizionali.

Complessivamente il mercato dei contatori può essere stimato in circa 6 miliardi di euro. Oltre all’installazione dei contatori si deve tener conto infatti dell’indotto generato, che può riguardare società che propongono alle famiglie servizi di energy management, risparmio energetico, accumulo di produzione fotovoltaica ecc. Più in generale, lo sviluppo dei nuovi contatori può dare stimolo a tutto il mercato dell’efficienza energetica, perché consente una migliore gestione dell’energia e può rappresentare un volano per aziende che producono pompe di calore, caldaie a condensazione, apparati di illuminazione smart. La disponibilità di misure affidabili e continue, infatti, potrebbe consentire – nell’ipotesi si sviluppino ulteriormente alcuni servizi app già embrionalmente presenti nel nostro mercato – agli utenti di comparare in ottica di benchmark le proprie prestazioni energetiche con quelle di soggetti a loro simili, stimolando una maggiore attenzione all’efficienza e diagnosticando (cosa che è possibile fare dalla analisi delle curve di carico elettrico) la “fonte” dei maggiori consumi. I medesimi dati, qualora fossero disponibili alla filiera dell’efficienza energetica, potrebbero essere utilmente impiegati per indirizzare più efficacemente gli sforzi commerciali. Il comparto dell’efficienza energetica, che attualmente ha una dimensione di circa 6 miliardi (di cui oltre il 50% legati ad investimenti realizzati in ambito residenziale) rappresenta, infatti, sicuramente un fattore critico per lo sviluppo e la crescita dell’Italia. A beneficiare di un suo possibile rafforzamento potrebbe essere l’intero sistema Paese, le cui aziende diventerebbero più competitive se avessero una gestione energetica più smart, a costi ottimizzati.

Inoltre, come appare evidente, il “chain 2” fa entrare definitivamente anche nel mondo energy il tema della gestione dei big data. Non a caso tutti i giganti del settore si sono già mossi (si pensi ad esempio a Google che con l’acquisizione di Nest è entrato nel mondo della smart home e a fine 2016 ha lanciato il suo primo termostato intelligente), ma probabilmente ci sarà spazio anche per operatori nazionali. È recente infatti la notizia di una prima applicazione italiana della NBIoT (Narrow Band Internet of Things), la tecnologia di riferimento del “chain 2”: Olivetti e Smat (Società Metropolitana Acque Torino) hanno cominciato infatti a testarla per la misura dei consumi idrici e la gestione ottimizzata della distribuzione dell’acqua.

Infine, di possibile beneficio per il sistema Italia, è l’esportabilità di queste innovazioni all’estero. Come abbiamo visto, il nostro paese è infatti all’avanguardia in ambito smart metering ed è abbastanza probabile prevedere che i nostri player nazionali potranno avere una posizione di leadership anche fuori da confini italiani. Al momento al riguardo siamo però ancora nella fase delle riflessioni preliminari ed è prematuro fornire delle stime puntuali, ma Enel ha già previsto di riutilizzare la tecnologia in aziende controllate in Spagna, Romania e avviare test pilota in giro per il mondo.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati