fibra e iot

Edilizia 4.0: tutte le sfide per le imprese di costruzioni

Le imprese edili potrebbero connotarsi come valido intermediario della filiera nel processo di riconversione del patrimonio immobiliare in ottica di domotica e FTTH. Occorre però un ripensamento del loro ruolo e un maggior coinvolgimento all’interno di incontri e convegni tecnici. Le opportunità da cogliere

Pubblicato il 18 Dic 2018

Silvia Ricci

Assimpredil Ance

building information modeling, smart building, domotica 4.0

La straordinaria richiesta di adeguamento tecnologico-impiantistico degli edifici è una sfida impegnativa anche per le imprese edili, chiamate a ripensare il proprio ruolo in chiave di intermediari della filiera e a coinvolgere all’interno del proprio organico aziendale figure specifiche che sappiano dialogare con il mondo dell’IoT.

Una sfida, quella proveniente dagli ambiti della domotica e dalle installazioni tecnologiche FTTH, da cogliere anche in termini di vantaggio competitivo. Il momento è quanto mai contingente: la grande opportunità da cogliere è la consapevolezza di un mercato che sta cambiando, al passo con le forti richieste di innovazione infrastrutturale delle comunicazioni.

La necessaria riconversione del patrimonio immobiliare

Il patrimonio immobiliare italiano, considerato nella sua interezza, deve essere riconvertito totalmente affinché detenga le predisposizioni idonee ai sensi dell’art. 135 bis del DPR 380/2001, secondo cui tutti gli edifici di nuova costruzione devono essere dotati di una infrastruttura fisica multiservizio. Gli edifici antecedenti rispetto ai requisiti di “nuova costruzione” contenuti nell’articolo, devono a loro volta, essere adeguatamente convertiti secondo i suddetti principi. Gli scenari che si aprono puntano nel considerare un elevato potenziale le economie che potrebbero generarsi da questa stringente necessità, come un possibile canale anche per il rilancio del comparto edile.

La maggior parte del patrimonio immobiliare italiano che non è dotato di infrastrutture multiservizio deve essere incanalato entro questo processo virtuoso di adeguamento delle installazioni delle nuove reti di comunicazione, ormai divenute fondamentali per le attività operative quotidiane.

Il ruolo delle imprese edili

A tal proposito però, le imprese edili non risultano in diretta relazione con il processo di rinnovamento e di conoscenza delle tematiche emergenti inerenti agli edifici “smart”, poiché le informazioni circa le installazioni necessarie fanno parte del patrimonio nozionistico operativo degli “addetti ai lavori”, ovvero degli installatori elettronici, di sicurezza, domotica, delle tecnologie di quinta generazione (5G) facenti parte del mondo delle comunicazioni “Internet delle cose” (IoT).

La condizione necessaria è che tale cultura venga trasmessa anche all’interno delle imprese di costruzioni, connotate – all’interno della filiera – come attori, talvolta, restii ad accogliere le novità del mercato. Il motivo principale potrebbe essere ricondotto al fatto che a livello aziendale risulti necessario che le funzioni tecniche vengano adeguatamente strutturate e formate per far sì che, anche le imprese di costruzioni, possano essere in grado di decifrare e – opportunamente verificare nell’ambito degli appalti integrati – ciò che viene installato.

L’opportunità che deve essere colta, anche in termini di vantaggio competitivo per il mercato, è che le imprese di costruzione potrebbero connotarsi come un valido intermediario della filiera, indispensabile per attuare le predisposizioni per l’accoglienza dei nuovi impianti, ad esempio i molteplici cavedi da riconvertire per l’inserimento della nuova tecnologia impiantistica all’interno dei condomini.

Tra le risposte di una visione comune unidirezionale è, senza dubbio, il concetto di integrazione a cui tutti gli attori della filiera dovrebbero tendere.

Per integrazione, è da intendersi la sinergia progettuale e operativa tra: progettisti-clienti, impresa affidataria, fornitori e installatori per l’esecuzione congiunta e vincente dell’opera. Che possa essere il processo BIM determinante in questo nuovo percorso nella riconversione tecnologica degli edifici?

Il Building Information Modeling

Il processo BIM consentirebbe di far aderire ad un comune modus operandi la filiera affinché si riesca ad operare nella medesima direzione. Tutti gli attori coinvolti devono tendere a un esercizio fondato su un dialogo comune; dove gli strumenti dell’operare quotidiano (software e programmi) possano esser connessi tra loro attraverso un processo simultaneo e rivelatore di ogni singolo processo aziendale per il raggiungimento del fine collettivo.

Il Building Information Modeling consente la possibilità di concepire l’integrazione del progetto sin dalle fasi preliminari di progettazione, alla parte realizzativa di costruzione (architettura, ingegneria, impianti tecnici) come anche nel facility management. L’impresa di costruzione, adottando tale modello, potrebbe essere in grado di governare in maniera più attenta e vigile tutte le fasi di costruzione sia in termini di cost-control che, più specificatamente, in termini di aderenza al progetto nonché di competente verifica delle installazioni che vengono effettuate attraverso fornitori specializzati, ma che in termini di appalto generale rientrano nella responsabilità dell’impresa affidataria general contractor.

Proprio in virtù di osservare e anticipare un trend di mercato che diverrà imminente, nonché cogente, le imprese edili dovrebbero già avere una visione del futuro dell’edilizia che comprenda la straordinaria richiesta di adeguamento tecnologico-impiantistico degli edifici, coinvolgendo all’interno del proprio organico aziendale figure specifiche che sappiano dialogare con il mondo dell’IoT, e quindi governare processi lavorativi intravedendo le forte potenzialità di settore con le figuri professionali che interverrebbero.

La formazione delle risorse

Il settore edile avverte che il momento per mettersi in gioco sia contingente: il requisito fondamentale è la formazione delle risorse, specie nell’ambito tecnico e BIM, che deve mettere in atto all’interno della propria realtà per riuscire a dialogare adeguatamente con il mercato al fine di essere un partner propositivo per i progetti di innovazione tecnologica da attuare.

Ritengo che il fatto di coinvolgere le imprese di costruzione all’interno di incontri e convegni tecnici del settore delle infrastrutture delle telecomunicazioni sia davvero indicativo: in virtù di una consapevolezza che si sta diffondendo nel ritenere la categoria delle costruzioni un punto nevralgico e strategico per lanciare le innovazioni tecnologiche relative all’industria 4.0, di automazione industriale e domestica per ripartire con competenza e conquistare strategiche fette di mercato ritenute inaccessibili.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati