L'approfondimento

Emergenza coronavirus, lo smart working e il bisogno di connessione veloce: lo scenario

Il coronavirus ci ha fatto toccare con mano le opportunità della digitalizzazione ma ha anche messo a nudo i limiti infrastrutturali italiani. La fibra ottica è il mezzo più efficace per comunicare e lavorare a distanza: per questo Open Fiber continua ad assumere e ad investire nella sua politica di centralità delle persone

Pubblicato il 20 Apr 2020

Sebastiano Sonza

Responsabile Gestione, Amministrazione del Personale e Relazioni Industriali Open Fiber

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L’emergenza coronavirus, con la conseguente corsa allo smart working e ad altre soluzioni virtuali, ci offre l’occasione per approfondire l’importanza delle infrastrutture digitali per il sostegno alla società e all’economia. Una circostanza storica che ha costretto i privati e la Pubblica Amministrazione a interfacciarsi direttamente con le possibilità offerte dalla rete, e purtroppo in più di qualche caso anche a confrontarsi con i limiti tecnologici di cui l’Italia al momento soffre. Si delineano così inevitabilmente nuovi scenari per il futuro post-emergenza, su cui è importante lavorare da subito, per colmare i gap emersi.

L’emergenza coronavirus e la corsa al digitale

Lo choc che stiamo subendo (a torto o a ragione paragonato all’esperienza più simile che si possa ricordare, che è quella delle guerre) ci porta a considerarci fortunati nel poter beneficiare dell’attuale livello della tecnologia, ma ci fa anche riflettere su quanto altro avremmo potuto realizzare o far meglio con una rete digitale più estesa e performante: dalla telemedicina allo smart working, dalle videoconferenze alla didattica online.

Le condizioni attuali ci hanno scossi e fatto capire qual è la vera valenza sociale oltre che economica della creazione di un’infrastruttura digitale abilitante, come quella che sta costruendo Open Fiber. Ora infatti, in piena emergenza coronavirus, internet è diventato davvero protagonista della quotidianità di aziende e professionisti. Tante realtà stanno scoprendo i vantaggi di una connessione rapida ed efficace per salvaguardare il proprio lavoro ed i rapporti sociali.

Quel digitale che credevamo essere un futuro più o meno prossimo è prepotentemente diventato il nostro presente di emergenza e necessità. Questa situazione ci invita a riflettere sulla possibilità di avere una rete pronta a qualsiasi emergenza e disponibile per tutti, non solo per chi vive nelle aree più importanti e popolate del Paese. La fibra ottica FTTH (Fiber To The Home) che arriva direttamente nelle case dei cittadini, come quella di Open Fiber, è l’unica tecnologia in grado di garantire la velocità di 1 Gigabit al secondo e di scongiurare il sovraccarico delle reti, perché predisposta per sua natura a gestire volumi di traffico anche di molto superiori a quelli registrati in questi giorni.

Cresce la richiesta di connessione

Le necessità generate dall’epidemia si riflettono sul mercato, che ha visto un inevitabile aumento di domanda di fibra. In questi giorni di emergenza nazionale, il decreto Cura Italia all’art.82 ha espressamente qualificato le imprese fornitrici di reti e servizi di comunicazioni elettroniche come imprese di pubblica utilità, incaricandole, tra l’altro, di garantire il potenziamento delle infrastrutture. Open Fiber continua quindi a lavorare per fornire ai cittadini italiani una connettività in grado di soddisfare al meglio le loro esigenze di comunicazione, di lavoro e di svago.

In giornate difficili come queste, lo smart working permette a un gran numero di liberi professionisti, aziende e Pubbliche Amministrazioni di proseguire le loro attività lavorative direttamente dalle proprie abitazioni. Con la potenza di trasmissione di una connessione in fibra ottica si possono anche seguire percorsi di studio e formazione online. È quindi uno strumento molto utile per le centinaia di migliaia di studenti che stanno cercando in questo momento di tenersi in linea con la programmazione scolastica.

Sono aspetti che avranno una rilevanza anche nei prossimi mesi. Infatti, non è ipotizzabile che tutto torni esattamente e in tempi brevi com’era prima. Pensando per esempio alla fase immediatamente post emergenza, dovremo mettere in campo numerosi accorgimenti: non si potrà pensare di rientrare tutti all’improvviso in ufficio, servirà gradualità. In quest’ottica, il primo mese di operatività ha confermato che lavorare in smart working è davvero possibile e consentirà di elaborare modelli che coinvolgano sempre di più questa tipologia di lavoro, che garantisce tra l’altro risparmio di risorse e benefici ambientali (si pensi per esempio ai costi e all’inquinamento causati dal recarsi sul posto di lavoro ogni giorno).

Le politiche HR ai tempi del coronavirus

Nel nuovo contesto, l’azienda ha per prima cosa aggiornato alle nuove prescrizioni le misure in tema di salute e sicurezza sul lavoro sia verso i propri lavoratori sia verso le imprese che operano sui cantieri e nelle operazioni di allaccio della linea in casa dei clienti. In più, oltre alle coperture già attive, ha deciso di dotare tutto il suo personale dipendente di una assicurazione specifica per il rischio di contagio da Covid-19. Per Open Fiber, che è un’azienda giovane, il 2020 doveva proprio essere l’anno in cui implementare gradualmente lo smart working: la situazione d’emergenza ha portato a un’accelerazione del progetto, in termini prima impensabili. È stato possibile arrivare al100% di dipendenti in lavoro agile in meno di due settimane perché, proprio in previsione della sperimentazione, i dipendenti già disponevano di competenze e strumenti adatti ed i processi aziendali erano in larga parte digitalizzati. L’attuale situazione rappresenta però una condizione di “homeworking” forzato, ben lontana dall’agilità e libertà dello smart working: per questo è stato necessario operare a supporto dei colleghi con nuove iniziative di caring quali il counseling psicologico, l’intensificazione dei colloqui (sia pur a distanza) con le persone, la diffusione di regole per l’equilibrio tra lavoro e vita privata, l’attività fisica, la formazione on line.

Nei mesi di marzo e aprile, Open Fiber ha assunto 60 persone, con un’età media di circa 30 anni. Un’ulteriore conferma di come l’Azienda vuole dare continuità al suo progetto e speranza al Paese non interrompendo il processo di selezione e inserimento di giovani risorse, senza però tralasciare figure più esperte (l’età media in azienda, che conta oggi 1000 dipendenti, è di 37 anni). I nuovi assunti effettuano l’intero processo di selezione e di onboarding in via telematica, ed hanno iniziato a lavorare da subito in smart working con dispositivi digitali recapitati dall’azienda direttamente nelle loro case. È proprio in momenti come questo, in cui siamo tutti chiamati a fare delle rinunce e comportarci in maniera responsabile rimanendo all’interno delle nostre case, che si avverte in maniera completa l’importanza di un progetto di infrastrutturazione digitale come quello di Open Fiber, in grado di spingere l’Italia ai massimi livelli di connettività in Europa.

La diffusione capillare di una rete a banda ultralarga è il primo passo per la creazione di una società inclusiva capace di raggiungere tutti, attraverso una connessione sempre più stabile e veloce. Il tragico evento della pandemia ha reso ancor più evidente che si tratta di un processo irreversibile. Grazie alle reti interamente in fibra ottica come quella di Open Fiber la Gigabit Society che l’Unione Europea ha delineato per il 2025 oggi è più vicina, e potrà darci una grossa mano nell’uscita dalla crisi. Certo è che, come i nostri nonni si sono portati dietro dalla guerra l’istinto della fame, noi ci porteremo dietro da questa esperienza un grande bisogno di connessione. Dare una risposta concreta a questa necessità sarà la nostra opportunità e responsabilità.

L’articolo è parte di un progetto di comunicazione editoriale che Agendadigitale.eu sta sviluppando con il partner Open Fiber.

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