AGENDE REGIONALI

Emilia Romagna capofila nei nuovi datacenter nazionali

Via al catasto regionale delle infrastrutture, progetto unico nel suo genere. Ed entro fine anno a Parma il primo datacenter frutto della riorganizzazione dei Ced. L’Agenda “locale” fa leva anche sui servizi: dematerializzazione e open data i pilastri per spingere la digitalizzazione di PA e privati

Pubblicato il 17 Ott 2013

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“Per l’Agenda Digitale nazionale le reti sono la conditio sine qua non per lo sviluppo del Paese, coerente con le indicazioni europee. E parliamo di reti Ngn, di reti veloci e affidabili che possano supportare i servizi a valore aggiunto che sono ormai parte della nostra quotidianità”. Alfredo Peri, Assessore Programmazione territoriale, urbanistica, reti di infrastrutture materiali e immateriali, mobilità, logistica e trasporti della Regione Emilia Romagna evidenzia l’importanza delle infrastrutture. E per ottimizzare investimenti e progetti punta i riflettori sulla necessità di realizzare un catasto ad hoc. La gara indetta da Lepida – il braccio operativo della per la pianificazione, lo sviluppo e la gestione delle infrastrutture di Tlc – per la realizzazione del catasto federato rappresenta un grosso passo in avanti in questa direzione oltre che un’iniziativa unica nel suo genere.

“La piattaforma PipER (questo il nome dell’iniziativa, ndr.) ha lo scopo di dare una visione unitaria e uniforme di tutte le infrastrutture disponibili nel sottosuolo dei nostri comuni che siano idonee alla posa di fibra ottica – pubblica illuminazione, fognature, oltre ovviamente a quelle di telecomunicazioni. La piattaforma è in grado di federare le informazioni provenienti da diverse sorgenti e da diversi soggetti -comuni, multiutility, operatori privati -, per dare quindi un quadro complessivo del sottosuolo regionale”. Già messo a punto il prototipo della piattaforma “e si stanno coinvolgendo gli enti del territorio per popolarla”, puntualizza Peri il quale aggiunge che la soluzione “prevede anche un servizio a disposizione degli enti che ancora non abbiano un loro sistema catastale e dei dati normalizzati”. “L’obiettivo – spiega – è di popolare e rendere fruibile la piattaforma a supporto dei progetti di Ngan che stanno partendo in regione”.

La spinta sulle reti e l’attuazione dei progetti è frutto spiega l’assessore di una programmazione regionale ultra decenalle in materia sui temi della Società dell’Informazione, “programmazione condivisa con gli enti locali che ci ha permesso di investire in una rete Ngn per la PA (la rete Lepida, ndr.), che diventa ora fattore abilitante per portare connettività anche a cittadini e imprese”. Ma il piano non fa leva solo sulle reti: oltre alla connettività gli altri pilastri dell’Agenda regionale sono informazione, accesso ai servizi e ai dati e smart city. “È un’Agenda che viene replicata a livello locale da molti nostri enti. Molta attenzione viene data ai temi del diritto all’informazione, all’alfabetizzazione digitale, agli open data e al fabbisogno di connettività Ngn nelle aree industriali. La Regione governa questo processo di capillarità programmatoria ed è l’unico modo per far sì che l’Agenda digitale diventi elemento concreto e realizzato”. Fra le priorità i servizi volti alla semplificazione e alla decertificazione “anche perché hanno una ricaduta importante e ‘liberatoria’ sulle imprese. Altrettanto importante è il mondo dell’e-procurement, su cui la nostra Regione ha una esperienza consolidata”.

Secondo Peri è però fondamentale che le Agende regionali “trovino punti di integrazione con quella nazionale ma soprattutto che le realizzazioni locali siamo integrate in un disegno comune, rispondano a standard condivisi con il livello nazionale e permettano la costruzione di un ‘sistema informativo nazionale’”. L’assessore fa riferimento ad esempio alla gestione delle anagrafi, ma anche dei servizi per la dematerializzazione “che ormai non è più uno slogan, ma una necessità, anche perché si sposa e supporta i processi necessari di semplificazione per la PA”, puntualizza.

Resta aperta però la questione delle risorse: “Bisogna capire in che misura i sistemi nazionali che si fondano anche su iniezioni forti di riuso da parte di soluzioni già realizzate a livello regionale trovino i finanziamenti necessari a fare il salto necessario per una dimensione nazionale”, sottolinea l’assessore. E poi c’è anche la questione della governance: “L’attitudine a fare ciascuno il proprio gioco, a ‘inventare l’ombrello’ è sicuramente un problema importante. Ma è necessario un governo centrale dell’Agenda, riconosciuto e autorevole, in grado di dettare standard e trovare le risorse per implementarli”

Determinante il ruolo delle Regioni nella riorganizzazione dei Ced che dovranno essere accentrati. E l’Emilia Romagna è capofila in tal senso: entro fine anno è previsto il primo datacenter pilota di nuova generazione a Parma. “I nostri data center centralizzati saranno in ottica di collaborazione pubblico-privato. Saranno quindi data center ‘condominiali’ dove le strutture di razionalizzazione della Pa locale condivideranno logistica e rete con data center rivolti agli operatori privati, con un co-investimento. Speriamo – auspica l’assessore – che questa scelta aiuti le imprese locali ad avvicinarsi con meno timidezza ai servizi IT a valore aggiunto, come il cloud. Per la parte pubblica – conclude – stiamo raccogliendo le adesioni degli enti per il data center di Parma e presto stesso percorso verrà seguito per quello di Ferrara”.

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