Digital divide

Esclusi dalla fibra ottica: Dal Piemonte la mobilitazione dei Comuni

In Italia ci sono 1,4 milioni di case sparse. Il Piemonte fa capofila per una battaglia necessaria a risolvere il rischio di un nuovo digital divide

Pubblicato il 15 Lug 2016

Marco Bussone

presidente Uncem

bonus casa under 36

Parte dal Piemonte l’allarme per risolvere il digital divide banda ultra larga: borghi e le “case sparse” che rischiano di rimanere per molti anni non coperte dalla fibra. Ben 1,4 milioni, come si apprende da stime recenti del ministero dello Sviluppo economico.

Fonte: Ministero Sviluppo Economico

Anci e Uncem hanno diffuso in Piemonte a oltre 800 Comuni e a 100 Unioni un ordine del giorno che chiede alle istituzioni regionali e nazionali di fare chiarezza e ripensare in tempi rapidissimi il Piano banda ultralarga. In ballo ci sono 290 milioni di euro, ma secondo quanto appreso dalle associazioni degli enti locali, i Comuni non verrebbero tra loro collegati con queste risorse, esaurite per “impianti comunali”. Incertezza anche sui tempi. Nel bando unico in fase di predisposizione da Infratel per la Regione e nel capitolato tecnico comparirebbero infatti cifre di investimento per ciascun Comune e non le disponibilità di risorse per collegare i centri con le periferie, le frazioni, oltre che unire tra loro le diverse municipalità. A rischio è la rete che Anci e Uncem hanno sempre auspicato per poter migliorare i servizi all’interno della Pa, alle imprese e alle comunità. Un evenienza che le associazioni non vogliono prendere in considerazione. Ma che resta un elemento di debolezza forte per risolvere il digital divide nelle “aree bianche” destinatarie di investimenti pubblici.

Il Piemonte ha già inviato bozze di convenzione ai Comuni. Contengono il via libera da dare in Giunta agli scavi, senza rallentamenti burocratici. Non solo. L’emergenza segnalata da Anci e Uncem è anche relativa alle reti esistenti. Il Piemonte come altre Regioni aveva investito molte risorse, con il programma wi.pie ad esempio, per una rete pubblica di fibra. Incerto finora se questa verrà collegata alle nuove infrastrutture comunali. Le aziende che parteciperanno al bando di Infratel, superata la prima selezione, dovrebbero infatti realizzare singoli progetti per ciascuno dei Comuni nelle “aree bianche”, ma non dimostrare come queste si collegato alle dorsali esistenti. Tantomeno a nuove “strutture madri”.

Molti gli elementi di preoccupazione denunciati nell’ordine del giorno inviato ai Comuni. Sfide e necessità che stanno emergendo nei diversi incontri promossi da Anci e Uncem con gli amministratori dei territori. “Gli incontri con Sindaci e Amministratori in tutto il Piemonte – spiegano Michele Pianetta e Marco Bussone, vicepresidenti di Anci e di Uncem – ci mettono di fronte a grandi attese ma anche a grandi preoccupazioni da parte degli amministratori, vittime con le loro comunità di investimenti mai fatti, di banda larga posata ma rimasta spenta, della disattenzione degli operatori privati e di un digital divide che riguarda non solo la trasmissione di dati, ma anche l’accesso ai canali tv e la ricezione dei telefoni cellulari, vere e proprie emergenze”. Uncem e Anci insistono da tempo sulla necessità di sistemi wifi che rilancino segnali dal centro del comune alle frazioni. Il Por Fesr regionale dispone inoltre di risorse importanti per ripensare i servizi della pubblica amministrazione secondo criteri legati all’innovazione, in particolare nelle zone ad alta dispersione geografica, dai trasporti alla scuola. “La Regione coinvolga subito le associazioni degli Enti locali al tavolo costituito con Mise e Infratel in vista dell’avvio dei bandi di gara per i lavori – proseguono Bussone e Pianetta – Non abbiamo molto tempo. Negli incontri sui territori stiamo supplendo all’assenza di informazioni sui temi dell’Agenda digitale e del Piano banda ultralarga.

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