Assicurare connessioni a banda larga e ultralarga entro i termini stabiliti dall’Unione europea in tutte le parti del territorio italiano: è questa secondo Renato Farina – neo vice presidente di Asas (Associazione per i Servizi, le Applicazioni e le Tecnologie Ict per lo Spazio) con delega per le tematiche banda larga e digital divide – la priorità che il governo dovrà portare avanti per mettere a segno gli obiettivi dell’Agenda digitale. “Purtroppo siamo inesorabilmente indietro e il Paese fatica a risalire la china anche solo sul versante della banda larga di base – sottolinea Farina -. A fronte delle difficoltà orografiche del territorio italiano, noi riteniamo che una soluzione preziosa possa e debba arrivare dallo Spazio. E anche l’Unione Europea ne è convinta. Di recente, infatti, riferendo sullo stato di avanzamento dell’Agenda Digitale nell’Unione, le istituzioni di Bruxelles hanno garantito un maggiore ricorso alla tecnologia satellitare per completare la copertura del territorio, constatando che fino ad ora il satellite è servito ad assicurare la banda larga di base al 4,5% della popolazione europea”.
Il Vp di Asas sottolinea che stiamo accumulando ritardo anche sul fronte delle nuove reti: “Una possibile via di uscita è rappresentata dalla concreta applicazione del principio della neutralità tecnologica. Quindi si tratta di diversificare le risorse tecnologiche a disposizione a seconda delle caratteristiche di ciascun contesto al fine di raggiungere l’obiettivo, limitando tempi e costi”. Farina ci tiene a sottolineare “la necessità di impegnarsi al massimo per evitare quelle discriminazioni tecnologiche che stanno già vanificando il pieno decollo di una vasta gamma di servizi digitali tesi a favorire il risparmio e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini”.
Oltre alla Pubblica amministrazione, bisogna puntare anche su scuole e imprese “che rappresentano i due settori della società dove la richiesta si fa sempre più pressante. Probabilmente servono soluzioni nuove per dare una spallata definitiva a problematiche che sono sul tavolo ormai da troppo tempo”, spiega Farina.
Nello specifico delle tecnologie spaziali Asas punta sulla diffusione dell’utilizzo di Egnos in prospettiva Galileo, ma sul breve periodo l’associazione si dice disponibile a dare (come già avviene nell’ambito di Confindustria) il proprio contributo “alla identificazione di soluzioni immediate per interventi che consentano al nostro Paese di recuperare il terreno perduto nei confronti di molti dei nostri partner europei”. Tutte le aziende del comparto – puntualizza Farina – “sono pronte a mettere al servizio del processo di digitalizzazione le importanti esperienze maturate in diversi contesti, dalle telecomunicazioni alla gestione ed elaborazione di grandi banche dati, alla realizzazione di sistemi complessi. E riteniamo che sarebbe un grave errore non prevedere la partecipazione di una rappresentanza del settore spaziale, e per la parte industriale della nostra Associazione, al Tavolo permanente (di cui si avvarrà la cabina di regia e presieduto da Francesco Caio, ndr)”.
Asas condivide l’approccio adottato in tema di governance, ossia la centralizzazione delle competenze che “così come sollecitato più volte e da tempo dall’Associazione dovrebbe essere adottato anche per l’Agenzia Spaziale Italiana”, auspica Farina. “Non vi è dubbio infatti che la centralizzazione del potere decisionale consente in questo caso ed in altri analoghi, di poter selezionare le priorità delle azioni da avviare tenendo conto maggiormente degli interessi generali del Paese”.
E per accelerare la roadmap “crediamo che per recuperare mercato e competitività sia necessario e urgente avviare una politica mediterranea dell’Agenda Digitale – come ha avuto modo di sottolineare il presidente di Asas Maurizio Fargnoli – che metta l’Italia al centro di un processo di sviluppo regionale in questo settore, senza il quale anche le nostra capacità di penetrazione ed espansione su questo più ampio e promettente mercato ne risulterà pesantemente penalizzata”.