C’è un territorio nel cuore della Lombardia nel quale è in corso di attivazione la rete BUL con Open Fiber in 40 Comuni, i quali fanno parte delle aree bianche del progetto banda ultra-larga realizzato a seguito del bando Infratel.
Alcuni di questi 40 comuni (Cremosano, Campagnola Cremasca, Capralba, Trescore Cremasco, Quintano, Pieranica, Casaletto Vaprio, Torlino Vimercati) sono già commercializzati, ovvero cittadini e imprese hanno già connessioni attive nelle loro case e nei loro edifici con gli operatori convenzionati con Open Fiber.
Quindi si parla di attivazione “vera” e non di “storytelling” (che si ha laddove si parla di fibra completata ma non accesa). Il valore erogato, in quest’ultimo caso, è nullo per gli utenti finali, ovvero è come non averla. Alcuni di questi casi sono stati evidenziati nel servizio di Report di Rai3, qualche settimana fa.
Gli altri 32 Comuni, con cronoprogramma verificato sul campo, verranno completati entro dicembre, ovvero entro il 2020. Si parla di 33.000 utenti su tutto il territorio del cremasco (zona Nord provincia di Cremona) che potranno avere la fibra ottica in casa, o in azienda.
Banda ultra-larga, l’unione fa la forza?
Ma come è stato possibile questo, in un contesto nazionale che sembra essere più arretrato rispetto alla pianificazione prevista per l’attivazione della banda ultra-larga?
Il territorio del cremasco ha saputo fare una cosa forse “controtendenza”. Pur in tutte le differenze politiche e di campanilismo, i 47 comuni (di cui poi 7 battezzati aree grigie e quindi già serviti da un operatore privato, per questo si parla di 40) hanno saputo fare fronte comune, con come capofila il comune di Casaletto Ceredano. In tale modo sono diventati un unico interlocutore sul tema banda ultra-larga, sia con Regione Lombardia che con Open Fiber.
In particolare, i sindaci hanno deciso, oltre al capofila, di dare mandato alla loro società, Consorzio.IT di diventare referente tecnico di progetto, dandole quindi mandato di interloquire con tutti gli attori a livello tecnico, organizzativo e a livello di permessi, e, ribadiamo, per tutti e 47 i comuni.
Open Fiber, Regione Lombardia, le imprese realizzatrici e le Telco si sono quindi trovati improvvisamente a poter parlare con 47 comuni, tramite la sola interlocuzione di 2-3 persone (Sindaco di Casaletto Ceredano e personale designato per il progetto da ConsorzioIT).
Questo ha permesso loro di ridurre enormemente l’effort di recupero permessi e informazioni e di interlocuzione con gli enti, trovando anche figure che conoscono bene il territorio su cui operare.
Un solo interlocutore, competente
Oltretutto, Open Fiber come le Telco e come le aziende preposte agli scavi, hanno potuto avere un solo interlocutore competente, perché la società ConsorzioIT ha messo a disposizione i suoi esperti di infrastrutture sia digitali che analogiche. Parlare la stessa lingua agli stessi tavoli spesso facilita di molto il capirsi. E tali competenze non sono sempre facili da trovare in comuni piccoli.
Il modello “unica interlocuzione politica e unica interlocuzione tecnica” per un aggregato di comuni, si è quindi mostrato vincente.
Tale modello ha supportato in maniera massiva la risoluzione immediata di piccole problematiche di cantiere, che in un normale ambito di lavori pubblici avrebbe comportato un dilatamento delle tempistiche, con relativo scoraggiamento delle ottime intenzioni di partenza.
Il modello si è mostrato molto efficace, tanto è vero che si è riusciti ad anticipare di molto i tempi di inizio lavori (anticipandoli dal 2022 al 2020). I tempi di raccolta di permessi si sono ridotti cercando uno standard di scambio di informazioni sui Comuni; tale standard sta ulteriormente migliorando lavorando insieme al delivery nazionale di Open Fiber, con cui ConsorzioIT sta cercando di creare dei documenti standard per i propri enti e di firmare delle convenzioni che permettano di non dover rilasciare permessi per ogni minima operazione, ma diano una sorta di nulla osta laddove la normativa lo permette, in maniera preventiva.
L’interlocutore unico ha anche fatto da coordinamento dei lavori, verificando per conto dei singoli comuni che le attività fossero fatte a norma e correttamente all’interno delle modalità e tempi identificati, e raccogliendo le segnalazioni dei cittadini mediante i sindaci, per presentarle a Open Fiber durante i lavori in maniera aggregata e puntuale.
Infine, a seguito della commercializzazione, gli operatori tlc si sono trovati nella migliore delle situazioni, perché è stata comunicata loro la copertura non solo da Open Fiber, ma anche da ConsorzioIT, in modo che ci fosse subito un collegamento diretto tra territorio e operatori.
L’interlocutore unico ha informato anche i Sindaci della possibilità di accendere la fibra per cittadini e imprese, che a loro volta hanno informato i territori.
L’attività in corso con Open Fiber vuole arrivare a migliorare ulteriormente la comunicazione ai cittadini, permettendo ai Sindaci di rimanere vendor-neutral come è giusto che sia.
Probabilmente la strada per informare i cittadini è dare informazione sia digitali che analogiche, come potrebbero essere questo video, oppure un volantino 70×100 da appendere nei luoghi strategici del territorio comunale e che spieghi per bene come verificare la copertura e come individuare un operatore che sia interessante.
Il modello di cui si sta parlando, quindi prevede l’unione di intenti di diversi comuni del territorio, che creano un’interlocuzione unica per un progetto, sia politica (il Sindaco capofila del comune di Casaletto Ceredano che fa da tramite verso gli altri Sindaci), che tecnica (ConsorzioIT). Il modello permette di realizzare il progetto velocemente, non fermandosi alla realizzazione vera e propria, ma arrivando all’erogazione del valore finale (fibra accesa) e cercando di migliorare ogni passaggio (in ottica iterativa incrementale e di miglioramento continuo), individuando nuove soluzioni di comunicazione delle opportunità verso cittadini e imprese e migliorando mediante cooperation con tutti gli stakeholder.
Conclusioni
Il territorio cremasco per fine anno avrà quindi fibra ottica all’interno delle case dei suoi cittadini e delle sue imprese. In particolare, il territorio del cremasco è conosciuto per essere un centro di alta competenza del settore cosmesi, le cui aziende potranno utilizzare questa nuova infrastruttura al meglio, come tutte le aziende territoriali anche di altri settori..
Per le PA si sta pensando congiuntamente ad Open Fiber e operatori, una modalità di aggregazione di più sedi comunali (es. palazzo comunale, biblioteca, ambulatorio …) in modo da utilizzare una connettività aggregata nel PCN (punto di aggregazione delle fibre sovracomunale) per ridurre i costi per la PA ma erogare comunque un buon servizio.
L’avere finalmente la banda ultra-larga all’interno degli enti comunali, potrà diventare un volano di innovazione, permettendo di accedere effettivamente al cloud in maniera migliorativa e pensando di eliminare con più facilità i server presenti all’interno degli enti in ottica di razionalizzazione dei datacenter della PA. Questo permette inoltre di potenziare lo smart working, che dovrà arrivare ad oltre il 50% del personale nel biennio 2020-2021.
Per quanto riguarda le scuole, un nuovo bando di Infratel da settembre permetterà la copertura dei plessi scolastici sia del territorio che di tutta Italia.
Insomma: l’unione fa davvero la forza, anche se spesso ce lo si dimentica per le logiche del proprio orticello. L’unione permette di fare progetti che da soli si sarebbe faticato a governare, permettendo in questo caso di attivare prima la banda ultra-larga entrando prima di altri territori nel futuro dell’era digitale potendone vagliare tutte le opportunità.