Analisi

Fuggetta (Cefriel): “Consolidamento spingerà la banda larga”

Siamo alla vigilia di una qualche svolta se non epocale, quanto meno in grado di contribuire, insieme alle altre, all’affermarsi di una nuova fase dello sviluppo del mercato delle telecomunicazioni. Le mosse di Vodafone e del Commissario Kroes testimoniano di cambiamenti in atto che vanno alla radice di questioni chiave, mentre cresce la consapevolezza che le reti di nuova generazione richiedono una convergenza di sforzi pubblici e privati

Pubblicato il 17 Set 2013

Alfonso Fuggetta

professore di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano

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Il tema della banda larga e dello sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione è una costante nel dibattito tra addetti ai lavori e nei commenti dei media italiani. Di volta in volta, questo tema si concentra o anima attorno a specifici passaggi o spunti di cronaca, come le vicende societarie di questa o quella azienda. In questa fase, invece, in una sorta di “tempesta perfetta” o “congiunzione astrale”, su una molteplicità di questioni sembra si stia alla vigilia di una qualche svolta se non epocale, quanto meno in grado di contribuire, insieme alle altre, all’affermarsi di una nuova fase dello sviluppo del mercato delle telecomunicazioni.

In primo luogo, l’uscita di Vodafone da Verizon Wireless costituisce un fatto molto importante che potrebbe incidere in modo profondo sullo sviluppo dello scacchiere europeo. Da un lato, infatti, si segnala da parte di Vodafone uno spostamento di interesse dal mercato americano a quello europeo (e forse anche di altre aree geografiche) e, dall’altro, si sono liberate ingentissime risorse che possono essere utilizzate per operazioni di lungo respiro, sia nel campo del consolidamento degli operatori mobili, sia in quello di una sempre crescente integrazione tra offerta fissa e mobile.

Questa decisione di Vodafone non costituisce un passo isolato o estemporaneo. Al contrario – secondo elemento di cambiamento – essa si si spiega con la crescente volontà, vorrei dire un ineludibile bisogno, di concentrazione e razionalizzazione del panorama degli operatori e delle imprese europee di telecomunicazione. In USA tale concentrazione è già avvenuta, o quanto meno esiste nei fatti, mentre in Europa ci troviamo ancora in presenza di un mercato fortemente diversificato e frastagliato. Ovviamente, rimane sempre difficile valutare quale sia il giusto punto di equilibrio tra sinergia e razionalizzazione degli investimenti, da un lato, e apertura del mercato e sviluppo della concorrenza, dall’altro.

Un terzo elemento è la crescente consapevolezza che lo sviluppo delle reti di nuova generazione in fibra ottica richiede ingenti investimenti che rendono necessaria, nei fatti, una convergenza di sforzi tra i diversi operatori privati e tra privati e pubblico. In particolare, in questi mesi, in Italia si è sviluppato in modo significativo il dibattito sulla separazione della rete di accesso: tale dibattito pare giunto ad un punto di maturazione tale per cui è ragionevole attendersi (o sperare?) che nei prossimi mesi quanto discusso si concretizzi e trasformi in realtà, favorendo una accelerazione e un cambio di passo nella creazione di una moderna NGN.

Un quarto elemento è la mossa del Commissario Europeo Kroes che nei giorni scorsi ha presentato una pacchetto di norme per riformare e rinnovare il mercato continentale delle telecomunicazioni. Tale normativa prevede in primo luogo la sostanziale cancellazione dei costi di roaming. Dall’altro, introduce regole e norme che si dichiarano a favore della net neutrality e la tutela dei diritti dei consumatori, ma presentano ambiguità e scarsa chiarezza sui meccanismi di applicazione delle stesse. Ciò non può non destare qualche elemento di forte preoccupazione in quanto, come ricordava qualche giorno fa Juan Carlos De Martin, sembra quasi non ci si renda conto che il mondo delle telecomunicazioni si sia radicalmente trasformato per effetto dell’introduzione di Internet e delle tecnologie informatiche: le reti sono sempre più centrate sul software, sul suo paradigma, sui suoi principi di funzionamento e sviluppo, e non ha quindi senso replicare in questo nuovo scenario i principi, le regole e i meccanismi di regolazione del mercato del passato. Nonostante ciò, la mossa di Bruxelles segnala la volontà di dare una svolta al mercato europeo delle telecomunicazioni e quindi costituisce un ulteriore elemento di cambiamento e discontinuità.

Ecco quindi che proprio in queste settimane si sovrappongono fatti ed eventi che possono avere un impatto profondo dal punto di vista economico e sociale sul nostro continente. È un passaggio delicato al quale tutti dovranno contribuire avendo in mente un obiettivo cruciale di lungo periodo: promuovere lo sviluppo del mercato delle telecomunicazioni in un mondo radicalmente mutato, avendo in mente l’impatto pervasivo e profondo che queste tecnologie e servizi hanno sulla vita delle persone, delle imprese e della società nel suo complesso

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