UN ANNO DI GOVERNO RENZI

Gemme: “Senza Agenda digitale non si faranno le smart city”

Il presidente di Anie Confindustria punta i riflettori sulle priorità ancora al palo: “Ancora troppo poco è stato fatto in concreto”. Realizzazione delle città intelligenti deve diventare priorità assoluta

Pubblicato il 29 Apr 2015

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“Ci aspettavamo grandi cose dall’approccio Renzi alla questione Agenda Digitale, ma di fatto ancora troppo poco è stato fatto in concreto per far progredire il nostro Paese su questa strada”. È un bilancio in chiaroscuro quello di Claudio Andrea Gemme, Presidente di Anie Confindustria, a poco più di un anno dall’insediamento del governo Renzi. “Basti pensare alla fatturazione elettronica, da poco resa obbligatoria per imprese e PA locale – continua -. Si tratta di una grande opportunità di crescita per imprese e Pubblica amministrazione, pur nell’esigenza di un’introduzione obbligatoria a partire da una precisa data. Ma molte amministrazioni locali ancora non hanno investito abbastanza sulla digitalizzazione dei processi e non risultano ancora iscritte ai nuovi sistemi di pagamento digitale. Quello che ci chiediamo, a fronte delle scelte di attuazione della roadmap e delle iniziative a cui dare la priorità è: come possiamo andare avanti su questa strada se non abbiamo ancora risposte certe su come realizzare l’infrastruttura abilitante di tutto il processo che è la rete a banda larga?”.

Investire nello sviluppo delle infrastrutture è per Gemme “senza dubbio il primo passo per contrastare il divario digitale che affligge ancora il nostro Paese e per favorire la diffusione capillare di tutte quelle tecnologie Ict che possano rendere le città sempre più sostenibili, le imprese e i loro processi produttivi più efficienti e i servizi ai cittadini più innovativi”. Ma a monte di tutto, evidenzia il presidente di Anie Confindustria, “è necessario un cambiamento di tipo culturale: bisogna diffondere la consapevolezza che dal piano per l’attuazione di una reale Agenda Digitale italiana può passare il rilancio del sistema Paese e che l’innovazione è la condizione imprescindibile di qualsiasi programma di sviluppo”.

La refrattarietà al cambiamento e alla modernizzazione di molti istituti “simbolo di quella macchina lenta e complessa chiamata burocrazia, così tipicamente italiana”, puntualizza Gemme, restano le maggiori criticità sul cammino. “La burocrazia è contemporaneamente sia l’ostacolo maggiore con cui l’Italia si trova a fare i conti, sia il problema principale che l’attuazione di una vera Agenda Digitale contribuirebbe a risolvere. È necessario un reale e tempestivo contributo per semplificare la PA, la cui progressiva digitalizzazione richiede non solo di snellire i processi ma anche di migliorare la fruibilità di tali servizi rendendoli maggiormente “friendly” per gli utenti. Ma soprattutto la PA deve rendersi disponibile al cambiamento”.

Chiarezza, razionalizzazione e coordinamento delle azioni da parte dei vari attori della filiera sono le parole d’ordine per arrivare a “destinazione”. E poi serve un aiuto concreto a diffondere una cultura della digitalizzazione: “Bisogna far capire ai cittadini che la tecnologia avanzata non è qualcosa di complicato e poco accessibile, ma al contrario può essere un valido aiuto nella vita di tutti i giorni, in primis per quanto riguarda lo snellimento di tutti i processi burocratici. Allo stesso tempo, però, bisogna essere al fianco delle aziende italiane, soprattutto delle nostre pmi, perché il loro processo di digitalizzazione sia parallelo a quello dei cittadini e della PA. Ma, soprattutto, perché questa trasformazione sia sostenibile a livello economico: il ricco tessuto industriale italiano è costituito per lo più di aziende di pochissimi addetti. Occorre che per queste realtà la digitalizzazione sia un vero vantaggio e non solo un aggravio dei costi”.

Secondo Gemme l’Agenda digitale, una volta concretizzata, offrirà opportunità interessanti a tutta l’industria elettrica ed elettronica. “Si prenda come esempio la creazione delle smart city, uno dei principali obiettivi dell’Agenda che rappresenta una reale e concreta opportunità per rilanciare l’industria nazionale e stimolare la crescita dei livelli occupazionali: in questo progetto il contributo delle tecnologie Anie dell’elettrotecnica e dell’elettronica sarà fondamentale e pervasivo. Domotica, impiantistica evoluta, automazione, sicurezza: sono tutti piccoli tasselli di eccellenza Anie che, insieme, vanno a comporre il grande puzzle della smartness della nostra Italia”.

La realizzazione di città intelligenti, “a cui il nostro governo non ha prestato secondo noi abbastanza attenzione”, sottolinea Gemme, “deve diventare la priorità assoluta, perché questo processo di trasformazione e ripensamento dello spazio urbano gioverebbe sia ai cittadini, sia alle imprese, sia all’economia dell’intero Sistema Paese. I dati lo dimostrano: secondo uno studio che abbiamo commissionato con Anima al Cresme, nel 2014 le tecnologie con maggiore spazio di innovazione (illuminazione, domotica e sicurezza) hanno registrato una diminuzione di solo il 7,5%, a fronte di un crollo del mercato delle costruzioni nella sua interezza. Sebbene la crisi degli ultimi anni abbia scosso la nostra economia limitando le risorse a disposizione, la realizzazione dell’Agenda Digitale è indispensabile a creare le condizioni necessarie alla diffusione di un Building intelligente, di una smart city e di una vera e propria smart community”.

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