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GenAI, l’Italia a centro del boom dei data center: tutte le opportunità



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Nel 2024, l’industria tecnologica subisce una svolta storica con l’intelligenza artificiale generativa e l’espansione dei data center. L’Italia emerge come un’alternativa strategica ai mercati FLAP, affrontando sfide di sostenibilità energetica e infrastrutturale. Questa trasformazione ridefinisce le priorità di investimento e il futuro dell’innovazione globale

Pubblicato il 25 set 2024

Mauro Colopi

Partner Bain & Company



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L’anno 2024 ha segnato un punto di svolta per l’industria tecnologica, guidato dall’evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) e dall’espansione dei data center per soddisfare le sue crescenti esigenze.

Questa trasformazione non solo sta ridefinendo le priorità di investimento e l’infrastruttura IT, ma sta anche creando nuove opportunità significative per il mercato italiano. Con i tradizionali hub europei dei data center, come Francoforte, Londra, Amsterdam e Parigi, che affrontano limiti strutturali e di capacità, l’Italia emerge come una valida alternativa strategica.

La GenAI e la necessaria trasformazione delle infrastrutture dei data center

La crescita esponenziale dei server per l’intelligenza artificiale, la trasformazione delle infrastrutture e le nuove sfide di sostenibilità energetica sono tra i temi chiave che plasmeranno il futuro del settore. Queste dinamiche stanno influenzando il mercato globale?

Sicuramente, il mercato italiano dei data center emerge come un’alternativa strategica ai mercati consolidati di Francoforte, Londra, Amsterdam e Parigi (la cosiddetta FLAP area).

Il mercato globale dei server AI sta vivendo una crescita impressionante. Si prevede che il numero di server AI raggiungerà 2,7 milioni di unità entro il 2027, con una spesa globale di 81 miliardi di dollari. Questa crescita è alimentata da un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 30% nel periodo 2022-2027. Questa evoluzione richiede una radicale trasformazione delle infrastrutture dei data center, progettati per supportare carichi di lavoro sempre più complessi e con requisiti di raffreddamento e potenza più elevati rispetto ai server tradizionali.

L’intelligenza artificiale generativa altera, dunque, il panorama dell’infrastruttura IT. I data center devono evolversi per rispondere alla crescente domanda di infrastrutture specialistiche per l’AI, che vedrà l’adozione di soluzioni di Hosting presso operatori infrastrutturali specializzati come scelta tecnologica polarizzante. Si stima infatti che entro il 2030 il 70% della capacità computazionale globale dell’AI sarà ospitata off-premise, ossia in edge data center o su cloud centralizzati. L’IA generativa causerà dunque una significativa trasformazione nell’industria dei DC, influenzando non solo il numero di nuovi Data Center necessari, ma anche il loro design.

GenAI, le sfide sul fronte energetico

La rapida espansione dei data center, stimolata dall’adozione su larga scala di GenAI, comporta sfide significative anche sul fronte energetico. La domanda di energia dei data center è destinata a crescere del 10-30% nei prossimi cinque anni, sollevando interrogativi sulle capacità delle utility di soddisfare queste esigenze senza compromettere gli sforzi di sostenibilità.

Il settore tecnologico, quindi, si trova a fronteggiare un delicato equilibrio tra il soddisfacimento della crescente domanda di potenza e l’impegno verso la decarbonizzazione.

Il mercato italiano dei data center alternativa ai FLAP

La centralità di questo ultimo tema è dimostrato anche dalle Linee Guida recentemente adottate per le procedure di valutazione ambientale dei Data center, una iniziativa storica, unica a livello europeo.

In Europa, nonostante la robusta espansione della capacità dei Data Center, il livello di disponibilità infrastrutturale residua (vacancy) rimane limitato e in contrazione, segnalando un bisogno continuo di nuove infrastrutture. Nei mercati FLAP (Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi), la vacancy media è diminuita di circa 2 punti percentuali tra il primo trimestre 2023 e il primo trimestre 2024; i mercati alternativi sono diminuiti di circa 4 punti percentuali.

Il mercato italiano dei data center sta emergendo come una valida alternativa ai tradizionali mercati FLAP (Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi) – tradizionalmente considerati i centri nevralgici dei Data Center in Europa Occidentale, rappresentando di gran lunga i mercati più densi e più competitivi/costosi – stanno affrontando limiti strutturali e di capacità.

Da qui, la conseguente opportunità di sedi alternative: sta emergendo, infatti, un trend chiaro di spostamento verso località alternative del Sud e del Nord Europa, grazie ai vantaggi in termini di costi operativi. L’Italia è una delle principali località interessanti che gli investitori e gli operatori del settore stanno considerando per accelerare i propri piani di espansione.

La capacità installata in Italia

In Italia, la capacità installata è prevista crescere a doppia cifra fino a superare i 1,3 GW entro il 2030. Il mercato italiano delle infrastrutture DC è ancora tuttavia frammentato, con i primi 15 operatori che rappresentano <70% della capacità installata.

La maggior parte dei data center italiani si concentra oggi principalmente a Milano (~65% della capacità totale) e in pochi altri hub (Bergamo, Roma, Torino ~20%), con piani di espansione degli operatori DC che si concentrano principalmente su Milano e Roma (>90% della nuova capacità annunciata), aprendo la questione strategica di come gestire l’edge computing emergente con una domanda veloce e con una prospettiva di investimento medio-lunga.

L’Italia al centro degli interessi degli operatori nazionali e internazionali

Un’opportunità trasformativa del settore che sta dando forte impulso espansivo degli operatori già presenti sul mercato. Ma l’opportunità di ingresso nelle nuove infrastrutture digitali del mercato italiano sta attraendo anche nuovi operatori nazionali e internazionali ad entrare in questa rilevante opportunità di business. Ed anche sommando i piani annunciati fino ad ora dai diversi operatori, tra i nuovi entranti e le operazioni di espansione infrastrutturale, la domanda attesa al 2030 risulta ancora non pienamente coperta, mostrando opportunità di accelerazione di ulteriori iniziative di crescita discontinua delle nostre infrastrutture digitali.

Conclusioni

In conclusione, questa rappresenta un’ottima opportunità per il nostro Paese. Più in generale, il 2024 segnerà l’inizio di un’era di profondi cambiamenti per l’industria tecnologica. L’intelligenza artificiale generativa e l’evoluzione dei data center stanno ridefinendo le priorità di investimento e spingendo verso una trasformazione dell’infrastruttura globale.

Il mercato italiano, con il suo potenziale di crescita e il suo ruolo di alternativa strategica, giocherà un ruolo chiave in questo scenario di innovazione e sostenibilità. Le aziende devono prepararsi a rispondere a queste nuove sfide, bilanciando progresso tecnologico e sostenibilità energetica.

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