infrastrutture digitali

Il cloud italiano accelera grazie alle regioni pubbliche nazionali: il ruolo dei system integrator



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I system integrator sono aziende di servizi tecnologici e digitali che collaborano con i propri clienti – pubblici, privati e del terzo settore – in progetti di trasformazione dei servizi digitali. Ecco il loro ruolo nello sviluppo delle regioni italiane degli hyperscaler

Pubblicato il 5 set 2023

Gianluca Marcellino

Demand Officer, Comune di Milano



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hybrid cloud

Negli ultimi due anni il cloud pubblico sta trasformandosi, per l’aumento dei costi di gestione e l’esigenza sempre più forte di sovranità sui dati e sostenibilità ambientale.

  • Le regioni nazionali degli hyperscaler sono uno strumento fondamentale per soddisfare queste esigenze.
  • L’attenzione è particolarmente elevata in Italia, all’avanguardia sulla sovranità dei dati grazie anche al Polo Strategico Nazionale e con costi dell’energia relativamente alti.
    Per questo oggi tutti gli hyperscaler principali hanno aperto una regione italiana del loro cloud pubblico: AWS, Google Cloud, Oracle e Microsoft.
  • La presenza di queste regioni italiane, e l’impegno dell’intero ecosistema dei partner tecnologici per aiutare le imprese e le pubbliche amministrazioni ad adottarle, stanno avviando una seconda ondata di adozione del cloud, che coinvolgerà la stragrande maggioranza delle organizzazioni grandi e piccole; in particolare quelle che durante la prima ondata, dal 2008 al 2021, ha scelto di adottare il cloud il meno possibile.

I primi e più importanti partner per queste organizzazioni finora riluttanti ad adottare pienamente il cloud, sia dal punto di vista degli hyperscaler, sia da quello delle organizzazioni loro clienti, sono i system integrator: aziende di servizi tecnologici e digitali che collaborano con i propri clienti, pubblici, privati e del terzo settore, in progetti di trasformazione dei loro servizi digitali.

Esempi di collaborazione tra hyperscaler e system integrator per l’adozione delle regioni cloud nazionali

Oggi tutti i principali operatori globali hanno una o più regioni del proprio cloud pubblico in Italia:

  • AWS ha una regione italiana da aprile 2020, a Milano,
  • Oracle una, pure a Milano, da dicembre 2021,
  • Google ne ha due, a Milano da giugno 2022 e a Torino da marzo 2023,
  • Microsoft ha appena lanciato la propria in Lombardia: a inizio giugno 2023 per trentadue partner scelti, tra qualche mese disponibile a tutti.

Sono passati più di tre anni tra il lancio della prima di queste regioni e quello dell’ultima. Per capire come ciascun hyperscaler ha coinvolto i system integrator nello sviluppo delle proprie regioni italiane, conviene partire dagli annunci di allora, e confrontarlo con la situazione attuale, che ricostruiamo qui grazie alle testimonianze di diversi system integrator, tre dei quali citati nella sezione “Alcuni casi concreti” più oltre.

Amazon Web Services e i system integrator per la regione italiana

AWS nell’annuncio al momento del lancio lasciava del tutto implicito il ruolo dei partner, e in particolare quello dei system integrator. Nei mesi successivi, diversi grandi system integrator nazionali e internazionali avrebbero annunciato una collaborazione in Italia, con maggior o minore riferimento alla regione italiana.
Due esempi:

In realtà AWS aveva citato numerosi partner più di un anno prima del lancio vero e proprio, al primissimo annuncio della futura regione italiana. Anche in quell’annuncio l’attenzione principale era rivolta ai clienti, come si vede ad esempio in questa ripresa dello stesso annuncio.

La regione italiana Oracle OCI e i system integrator

Ben diverso il caso di Oracle, che al lancio della regione italiana dedicava un’appendice importante alle prospettive e agli annunci di una serie di partner:

  • Quasi tutti system integrator globali e nazionali, a confermare il ruolo di questi operatori nell’influenzare e indirizzare l’orientamento del mercato di fronte a nuove opportunità tecnologiche.
  • Molti che avevano già partecipato al lancio delle regioni italiane di AWS, e avrebbero partecipato a quello della regione Google, o sono comunque importanti partner di altri hyperscaler, come Accenture, Engineering D.Hub, Noovle, Reply, ThoughtWorks – solo per fare qualche esempio.

Le regioni italiane Google Cloud e i system integrator

Google, da parte sua, nell’annuncio di lancio della regione italiana evidenziava un partner; un partner unico, in un ruolo fondamentale, la fornitura e gestione dell’infrastruttura, che tutti gli altri hyperscaler hanno scelto di lasciare implicito: la regione Google era stata “Creata in collaborazione con Telecom Italia (TIM)…”. Naturalmente Google aveva allora e continua ad avere un ecosistema di partner molto ricco, in particolare di system integrator. Alcuni di loro uscivano proprio in quell’occasione con lanci coordinati a descrivere l’importanza della regione italiana per il loro business. Tra gli esempi:

  • Accenture, che sceglieva in particolare di approfondire il proprio ruolo nella trasformazione digitale di Intesa Sanpaolo, citato già da Google stessa nel proprio annuncio come cliente.
  • Capgemini, evidenziando tre aree di applicazione della regione italiana: Application Modernization, Data Management e Intelligenza Artificiale / Machine Learning.
  • Injenia, che presentava alcuni casi cliente.
  • Reply, che al lancio proponeva sia un’esperienza cliente, sia una soluzione nativa Google Cloud preconfigurata.

Oggi, uno o più anni dopo il lancio, AWS, Google e Oracle collaborano strettamente con moltissimi system integrator di ogni tipo, con un programma di partnership ricco di incentivi alla certificazione e specializzazione in competenze ed aree diverse, che ci sembra però sostanzialmente neutro rispetto alle regioni nazionali e quindi alla regione italiana.

Microsoft e i system integrator per la regione cloud “ItalyNorth”

Per valutare l’impostazione che Microsoft ha seguito nel coinvolgere i system integrator è importante tener presente che la loro regione cloud italiana, chiamata “ItalyNorth”, è ancora in fase di lancio.

Anche perché si trova in questa fase, Microsoft ha fatto una scelta ancora più spinta di quella di Oracle, e tanto più di quelle di AWS e Google: ha coinvolto pienamente i system integrator nel lancio della propria regione cloud italiana, al punto di creare già a inizio 2022, più di un anno prima del lancio, “Ambizione Italia Cloud Region Partner Alliance”: un gruppo ristretto di propri partner con i quali collaborare in maniera preferenziale sia nella fase di preparazione del lancio sia oggi, dopo il lancio, per informare e coinvolgere i clienti comuni.

Sei dei sette partner a fianco di Microsoft nel primo annuncio erano grandi system integrator con una presenza importante in Italia: Accenture, Avanade, Engineering Ingegneria Informatica, Kyndryl, Reply e Var Group.

Nei mesi successivi aderivano tre altri grandi system integrator: prima Capgemini, poi Techedge (ora Avvale) e poi DXC.

Infine, meno di due mesi prima del lancio della regione, l’alleanza assumeva la sua configurazione più recente, con 14 partner “Founder” e 18 “Premium”. Entravano molti altri system integrator, compresi i principali che negli anni hanno scelto di dedicarsi totalmente alla piattaforma Microsoft e alle sue evoluzioni. In questa fase l’alleanza si è estesa anche ad alcuni distributori, essenziali per coinvolgere i system integrator e rivenditori più piccoli, i più vicini alle piccole e medie imprese e pubbliche amministrazioni.

Dopo l’annuncio dell’apertura della regione cloud ItalyNorth il 5 giugno, questi system integrator hanno cominciato a proporre ai propri clienti l’importanza della regione per l’adozione sicura ed efficace di servizi cloud moderni. Altri system integrator, non direttamente partner dell’alleanza, stanno cominciando a fare lo stesso, con il supporto dei distributori o la prospettiva di entrare a far parte dell’alleanza in un futuro, ulteriore allargamento.

È ragionevole aspettarci che il ruolo esclusivo di questa alleanza diminuirà via via che la regione cloud ItalyNorth maturerà, per quantità e diversificazione delle risorse e per adozione da parte di clienti, e che l’intero ecosistema dei partner maturerà sviluppando competenza ed esperienza nell’adozione del cloud anche con le regioni nazionali. Possiamo ipotizzare che questo richiederà almeno due anni, in particolare per le piccole organizzazioni, clienti e system integrator, che ancora devono adottare il cloud in maniera organica.

Il ruolo dell’IA generativa nell’adozione delle regioni cloud nazionali

Oltre a Microsoft, che lancia la sua regione cloud italiana proprio nei mesi in cui il mercato sta rivolgendo una fortissima attenzione all’intelligenza artificiale generativa, oggi tutti gli hyperscaler evidenziano il proprio cloud e in particolare la regione nazionale come fattore abilitante per l’adozione di questa nuova tecnologia.

Questa attenzione, oltre che una coincidenza temporale, ha almeno tre ragioni profonde:

  1. L’IA generativa ha bisogno del cloud: la potenza di calcolo necessaria per costruire i modelli linguistici con cui risponde alle domande, e per rispondere rapidamente a grandissimi volumi di richieste eterogenee, è inaccessibile alla stragrande maggioranza delle infrastrutture private a ciascuna organizzazione.
  2. L’IA generativa riceve da chi la usa informazioni confidenziali e strategiche (anche interi corpus di testi che documentano la conoscenza interna a un’organizzazione). Perché le organizzazioni possano condividerle, occorre che un cloud supporti la sovranità anche nazionale su questi dati e offra sufficienti garanzie di tenere separati e riservati i dati proposti da ciascuna organizzazione, anziché conferirli nel proprio enorme corpus (Large Language Model) che abilita i servizi di IA generativa a rispondere a ciascuna domanda specifica
  3. Le conseguenze dell’uso dell’IA generativa sull’operatività di qualsiasi organizzazione promettono di essere così profonde, e potenzialmente redditizie e pericolose, che quasi tutte le organizzazioni avranno bisogno per i primi esperimenti e progetti di specialisti che abbiano già sviluppato esperienze significative in altri casi simili: i system integrator, appunto.

System integrator che collaborano con gli hyperscaler sulle regioni italiane

Vediamo ora alcuni casi concreti di system integrator che collaborano con gli hyperscaler sulle regioni italiane oggi.

Avanade, tra i fondatori di Ambizione Italia Cloud Region Partner Alliance di Microsoft

Forte delle collaborazioni strategiche nell’ambito della modernizzazione della PA e dell’esperienza nell’accompagnare da oltre venti anni le aziende nel proprio percorso di trasformazione digitale, Avanade è tra i 7 partner coinvolti nell’Ambizione Italia Cloud Region Partner Alliance fin dalla fondazione.

Le caratteristiche distintive di Avanade, nell’ecosistema dei partner Microsoft e nell’appartenenza al network globale di Accenture, sono la sua presenza internazionale, le competenze di settore e l’essere tra i più grandi system integrator e managed service provider completamente dedicati alla piattaforma Microsoft.

Monica Vetrò, Sales Director di Avanade,descrive così l’impegno dell’azienda:

“Siamo entusiasti di poter garantire ai nostri clienti i massimi livelli di sicurezza, privacy e performance grazie alla Cloud Region di Microsoft. Sono diversi gli ambiti in cui stiamo operando.

Nel settore finanziario, del retail e della PA, i progetti volti a ridurre i tempi di latenza delle applicazioni, incrementare la potenza di calcolo e i livelli di sicurezza consentiranno ai nostri clienti di eseguire transazioni, interagire con l’utenza e fornire informazioni in modo rapido, efficiente e accurato.

O ancora, per i clienti che supportiamo nei piani di acquisizione ed espansione internazionale, fare leva sull’infrastruttura datacenter di Microsoft sarà un’opportunità importante per garantire la massima scalabilità, l’efficace integrazione dei processi aziendali e una crescita sostenibile.

L’aspetto che, poi, a nostro avviso sarà la reale svolta per l’intero tessuto economico del Paese – e su cui stiamo già lavorando in ambito sia pubblico sia privato – riguarda l’accesso facilitato alle nuove tecnologie. Proprio grazie ai servizi della Cloud Region di Microsoft, puntare su tecnologie innovative come l’Intelligenza Artificiale Generativa contribuirà a migliorare in modo agile e in totale sicurezza la competitività e lo sviluppo sostenibile delle aziende.

Come i nostri clienti non mancano di sottolineare, inoltre, la sovranità e la vicinanza del dato garantite dalla nuova region datacenter sono elementi molto apprezzati dalle organizzazioni, desiderose di riprendere il controllo dei propri dati e inquadrarli in un perimetro giuridico e normativo favorevole.”

Avanade è nata nel 2000 come joint venture tra Microsoft e Accenture, con l’obiettivo di combinare consulenza strategica e tecnologia. Un’alleanza che si rafforza poi, nel 2019, con il lancio di AMBG – Accenture e Microsoft Business Group powered by Avanade.

Nel contesto della regione Cloud italiana, AMBG garantirà ai clienti un accesso immediato alle tecnologie Microsoft e la forza di un network di professionisti con oltre 60.000 certificazioni Microsoft a livello globale.

Un’iniziativa di immediata rilevanza per la regione datacenter italiana è rappresentata dall’ulteriore ampliamento della collaborazione tra Accenture, Avanade e Microsoft da poco annunciato e che ha l’obiettivo di aiutare le organizzazioni a cogliere il pieno potenziale dell’intelligenza artificiale generativa, grazie allo sviluppo di nuove soluzioni funzionali e di settore, che valorizzino responsabilmente questa nuova tecnologia. Sempre in quest’ambito, Avanade ha, inoltre, lanciato una serie di nuovi servizi progettati per accelerare il valore aggiunto che l’intelligenza artificiale porta al business, alimentando una mentalità AI-first all’interno delle aziende.

Beta 80: un system integrator multipiattaforma collabora strettamente con AWS

Beta 80 Group è un system integrator italiano con più di 500 collaboratori, la cui offerta si articola in tre Business Unit: Emergency & Crisis Management, Warehouse Management & SCM, e ICT Services & Solutions. Quest’ultima comprende in particolare un Cloud Center of Excellence, qui più rilevante. Il CoE assiste i clienti nell’intero percorso della migrazione al cloud pubblico e ibrido, e poi nell’evoluzione dei servizi digitali migrati e nello sviluppo di ulteriori servizi in ambiente cloud nativo. Si parte dalla pianificazione strategica per arrivare alla modernizzazione e reingegnerizzazione delle applicazioni. Giunti nel cloud, diventa utile ampliare la prospettiva, e i benefici, con servizi big data, machine learning e intelligenza artificiale. In questo ambito Beta 80 serve soprattutto clienti “corporate” cioè le medie e grandi imprese, dei settori moda, grande distribuzione e retail, manifatturiero e farmaceutico.

Il Center of Excellence collabora con diversi hyperscaler. Una delle partnership più strette e consolidate è quella con Amazon Web Services, avviata nel 2018. Sono partner “Select” dal 2020, con l’obiettivo di raggiungere presto il livello “Advanced”.
Beta 80 riferisce di avere attivo con AWS un processo di collaborazione strutturato con incontri a cadenza regolare per sviluppare e gestire diversi meccanismi di partnership, come:

  • Attività promozionali e commerciali congiunte su clienti attivi e nuovi, anche con investimento di risorse per realizzazioni sperimentali nelle prime fasi di pianificazione e adozione.
  • Supporto tecnico in fase di offerta e di progetto, fornito in forma prioritaria.
  • Ingaggio di nuovi clienti potenziali grazie ad AWS, che li identifica tramite proprie attività indipendenti – ad esempio piccoli fornitori di software, che AWS gestisce con un team dedicato, coinvolgendo Beta 80 e altri partner simili quando hanno bisogno di un supporto progettuale per migrare al cloud le loro soluzioni.
  • Formazione approfondita a costi fortemente ridotti.
  • Messa a disposizione di semilavorati (“ricette”) o servizi SaaS già completamente configurati e pronti all’uso per risolvere esigenze anche specifiche di singoli settori di mercato e casi d’uso, come aspetti particolari del commercio elettronico.

Per quanto riguarda in particolare la regione italiana, Beta 80 conferma che la collaborazione con AWS è neutra rispetto alla scelta delle regioni. Il Cloud Center of Excellence ha concordato e realizzato con diversi clienti la migrazione e realizzazione di soluzioni nella regione italiana, sia per esigenze di sovranità dei dati, sia per minimizzare la latenza, ad esempio in alcune architetture di Disaster Recovery.

Le partnership tra hyperscaler e grandi system integrator nazionali e internazionali

Tutti i più grandi system integrator nazionali ed internazionali multipiattaforma collaborano con tutti gli hyperscaler da ben prima che fosse lanciata la regione italiana, e hanno annunciato in Italia soluzioni e casi d’uso specifici, spesso con riferimento più o meno esplicito ai vantaggi (sovranità dei dati e latenza) tipici delle regioni nazionali. I meccanismi della collaborazione caso per caso sono spesso lasciati fuori dai comunicati stampa; abbiamo provato ad evidenziarne qualcuno negli esempi della sezione precedente, e in altri esempi che proporremo in articoli successivi.
È chiaro che il livello di personalizzazione di una partnership va ricavato incrociando le comunicazioni pubbliche, e soprattutto discutendo la situazione direttamente con i referenti di ciascun system integrator e di ciascuno hyperscaler, perché esula dall’ambito degli annunci più generali.

Per quanto riguarda l’evoluzione nel tempo, ci aspettiamo che, via via che la regione italiana di ciascun hyperscaler matura, la disponibilità di quello hyperscaler a forme di collaborazione personalizzate per ciascuna parte sarà funzione soprattutto di quanto sceglierà di investire nell’ecosistema italiano, e quindi sarà tanto maggiore quanto più l’adozione del cloud in Italia progredirà.

Tutti questi system integrator sono altamente maturi per assistere i propri clienti nell’adozione del cloud anche con architetture complesse, ibride e multicloud. Per loro, la disponibilità delle regioni nazionali di tutti gli operatori è un’opportunità soprattutto per estendere la propria offerta ai molti clienti, in particolare pubbliche amministrazioni, che in attesa di queste regioni avevano preferito rinviare l’adozione del cloud.

Le partnership tra hyperscaler e system integrator di dimensioni medie e piccole

Simile è la situazione per i system integrator dedicati a un’unica piattaforma, di norma più piccoli dei precedenti e sempre più spesso inseriti in un gruppo di dimensioni maggiori. Da quando il loro hyperscaler di riferimento ha aperto la regione cloud italiana, possono proporre ai propri clienti nuovi scenari, a bassissima latenza e soprattutto con forte attenzione alla sovranità dei dati. La maggior parte di questi è però sufficientemente maturo, perché su sollecitazione dello hyperscaler di riferimento e per rispondere alla forte domanda del mercato hanno di norma sviluppato e realizzato soluzioni cloud da anni, anche indipendentemente dalla regione italiana.

Alcuni degli esempi raccolti preparando questa serie articoli, compresi quelli già condivisi in questo articolo e nel precedente confermano un fatto tutt’altro che scontato: gli hyperscaler vogliono e possono collaborare in maniera anche molto personalizzata alle reciproche esigenze sia con i grandi e grandissimi system integrator nazionali e internazionali, sia con system integrator di livello intermedio, per dimensioni o per livello di partnership, indipendentemente dal rilievo offerto nei comunicati stampa e negli annunci di lancio delle regioni italiane.

Dove l’arrivo delle regioni italiane dei vari hyperscaler avrà probabilmente il massimo effetto di accelerazione è per i system integrator, in gran parte piccoli ma numerosissimi, che lavoravano sul cloud saltuariamente, a fronte di richieste speciali dei loro clienti. È proprio tra loro, e tra i loro clienti ancora lontani dal cloud, che l’arrivo delle regioni italiane produrrà l’accelerazione maggiore dell’adozione, e della maturazione delle capacità tecniche di clienti e partner. Questo è particolarmente vero per la piattaforma Microsoft, così diffusa tra imprese e pubbliche amministrazioni grandi, medie e piccole, e fino a poco tempo fa ancora in attesa di una regione italiana. In questo senso è ragionevole aspettarsi che saranno i distributori a svolgere un ruolo chiave nell’adozione del cloud da parte di piccoli system integrator e delle imprese più piccole o conservatrici, che gli hyperscaler non potrebbero ingaggiare con efficacia neanche volendo, e questo grazie proprio alla piena disponibilità delle regioni cloud italiane.

Il vero requisito: la disponibilità a impegnarsi nella partnership

Da un punto di vista di ecosistema, cioè di come system integrator di dimensioni, focalizzazione e strategie diverse collaborino con hyperscaler diversi, la conclusione principale è abbastanza sorprendente.

Da una parte i meccanismi di collaborazione principali sono paragonabili per tutti, ritagliati se mai in funzione di ambito, dimensioni e livello di competenza delle organizzazioni partner e dei clienti finali. Questi meccanismi, sostanzialmente gli stessi che valgono per altre tecnologie, sono:

  • Mappatura di clienti comuni e collaborazione nel proporre loro nuovi progetti che valorizzino le specificità delle regione italiana del cloud pubblico,
  • Definizione e sviluppo di campagne di promozione congiunta per clienti ancora lontani dal cloud, e per nuovi clienti possibili, o clienti dei concorrenti.
  • Eventi virtuali o in presenza e altre iniziative di sviluppo della consapevolezza del mercato rispetto alla nuova situazione del cloud e alle nuove opportunità che emergono, in particolare quelle legate all’intelligenza artificiale generativa, e naturalmente alla sovranità sui dati, alla sostenibilità e alla gestione dei costi ricorrenti, specie quelli dell’energia, in un’economia a inflazione persistente.

Dall’altra parte, le nostre discussioni su questo tema con numerosi system integrator di dimensioni e strategie anche molto diverse hanno evidenziato che molti system integrator di qualsiasi dimensione hanno fatto scelte molto diverse da queste qui sopra. Esistono system integrator anche molto grandi, con strategie di partnership evolute e consapevoli, che scelgono di ignorare, o rispondere molto lentamente, al lancio di nuove regioni nazionali, o di rispondere con un’adesione meramente formale ad un annuncio pubblico. Riteniamo che per alcuni la scelta sia dettata da vincoli organizzativi interni o semplicemente da una cultura aziendale magari attenta all’innovazione ma concentrata su altri meccanismi per perseguirla. Altri si dicono privatamente scettici sull’effettiva rilevanza delle regioni nazionali degli hyperscaler per l’adozione del cloud da parte di chi finora ha scelto di evitarlo.

Conclusioni

I prossimi due o tre anni ci diranno se di fronte alle regioni nazionali del cloud pubblico sarà stata più efficace una strategia propositiva o una reattiva. Come sempre, come in tante altre evoluzioni tecnologiche o cambi di passo dell’adozione di una tecnologia, il ruolo dei system integrator grandi e piccoli conterà forse quanto quello dei mercati e dei clienti, sicuramente più della spinta che viene dagli hyperscaler stessi – come gli hyperscaler sanno molto bene, e dimostrano investendo nei propri programmi di partnership.

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