L’agire digitale di una intera società trova riscontro nelle Agende digitali che, ai diversi livelli istituzionali, vengono attivate e che, essendo rivolte ad una molteplicità di aspetti del vivere quotidiano di cittadini e imprese, sono assolutamente trasversali all’azione dei diversi settori delle pubbliche amministrazioni ed anche dei privati.
L’Agenda Digitale Europea e quella Italiana definiscono obiettivi sfidanti e nevralgici per l’adozione delle tecnologie digitali. Adozione che, però, non è finalizzata a se stessa bensì all’evolvere di una società che usa il digitale per tutte le sue funzioni, primarie e non: produttive, sociali, sanitarie, comunicative, dei trasporti, agricole, di tutela ambientale etc.
In questo contesto le agende digitali regionali, per loro natura, divengono il luogo attraverso il quale e nel quale pensare, progettare e realizzare l’innovazione e cooperare alle iniziative governative ed europee per incrementare il rating d’innovazione complessivo del Paese. Esse possono fattivamente contribuire all’attuazione e coordinamento sul territorio dei processi principali da attivare (o forse è meglio dire necessari) utili all’intero sistema Paese: i) interventi infrastrutturali che accelerino il processo della fruizione dei servizi on line per i cittadini e le imprese e delle banche dati pubbliche, ii) identificazione certa degli utenti e delle loro prerogative digitali e iii) l’abilitazione ai pagamenti on line per un processo sistemico di digitalizzazione del rapporto tra PA e società civile.
La Provincia Autonoma di Trento ha improntato le proprie politiche negli ultimi anni alla promozione dell’utilizzo delle tecnologie digitali, in particolare nel settore pubblico. Alcuni esempi sono:
– Il sistema di liquidazione elettronica che a partire operativamente dal 2002 ha completamente dematerializzato i flussi di liquidazione e pagamento della pubblica amministrazione. Fare questo è stata una delle condizioni necessarie per cogliere l’importante obiettivo, che da noi è diventato reale, di effettuare i pagamenti della pubblica amministrazione in pochi giorni.
– Il sistema di predisposizione ed estensione a tutte le pubbliche amministrazioni della tecnologia VOIP (Voice Over IP) che permette di utilizzare l’infrastruttura a banda larga anche per le comunicazioni in voce. L’adozione del VOIP, con un sistema oggi ancora in corso di realizzazione ma che ha già connesso circa 7000 telefoni, ha già permesso negli ultimi 5 anni di ottenere, con il solo riferimento alla Provincia, una riduzione di spesa per telefonia di oltre il 37% annuo.
– Un altro intervento che sicuramente ha cambiato e sta cambiando sempre più la pubblica amministrazione, anche e soprattutto nei rapporti di servizio verso il cittadino, riguarda la gestione condivisa dei documenti digitali. Oggi la quasi totalità degli enti pubblici del sistema provinciale adotta un sistema integrato e unico di protocollazione e gestione documentale che conta ormai più di 5 milioni di documenti gestiti in rete con una crescita della sola Provincia di quasi 900.000 documenti all’anno. Il tutto integrato con il sistema di posta elettronica certificata che è capillarmente esteso a tutte le strutture della Provincia e che è attivo o si sta attivando presso tutte le altre amministrazioni locali.
– Vi è poi l’estensione dell’infrastrutturazione di rete che vede ormai da anni la Provincia impegnata per la diffusione della banda larga (raggiunto l’obiettivo del 99% dei trentini che possono richiedere connettività a banda larga fino a 20 Mbps).
– La distribuzione poi della Carta Provinciale dei Servizi (CPS) è uno strumento che permette la diffusione e l’utilizzo sicuro dei servizi in rete. Da tempo è stata completata la distribuzione di circa 525.000 carte delle quali già 25.000 sono state attivate dai titolari per l’utilizzo di servizi on line. Servizi che il sistema pubblico sta riordinando nel Portale Unico dei servizi al cittadino.
– La presenza on line di tutta la modulistica della Provincia (oltre 3000 moduli); il trasferimento presso un data center unico dei dati e delle informazioni del sistema pubblico; l’integrazione delle banche dati della pubblica amministrazione
Anche l’ultima manovra finanziaria, peraltro in continuità con gli indirizzi degli anni precedenti, agisce su:
– sviluppo dell’Amministrazione Digitale. Capisaldi di questa azione sono la dematerializzazione dei processi e dei documenti, e l’ulteriore adozione delle tecnologie informatiche nei settori della sanità e dell’istruzione.
– mantenimento dei livelli di investimento in ricerca e sviluppo, specialmente sugli ambiti come l’ICT, che hanno impatti trasversali sulla società e sull’economia, anche attraverso il nodo italiano della rete europea degli EIT ICT Labs.
PERCHÉ INVESTIRE NELLA BANDA ULTRA LARGA
Alla domanda “Perché servono infrastrutture di rete più potenti, affidabili e sicure?” si può provare a rispondere dicendo che la rete di comunicazione elettronica a banda ultralarga a cui si sta lavorando (quella dai 30 Mbps in su) è – in qualche modo – assimilabile alla rete ferroviaria di fine anni ‘40, poiché rappresenta l’infrastruttura di comunicazione del futuro su cui dobbiamo investire oggi per garantire lo sviluppo del Paese.
Nella ricetta anticrisi della Commissione europea gli investimenti in infrastrutture immateriali figurano tra le priorità, in coerenza con i principi base dello sviluppo del continente: optare per un mercato più verde e innovativo che promuova il benessere sociale.
Un concetto ribadito esplicitamente nell’iniziativa faro – “digital agenda” all’interno della strategia europea EU2020, il cui obiettivo è trarre vantaggi socioeconomici sostenibili da un mercato unico del digitale basato sull’internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, garantendo a tutti l’accesso alla banda larga entro il 2013 e l’accesso a velocità di internet nettamente superiori (30 Mbps o più) entro il 2020, e assicurando che almeno il 50 per cento delle famiglie europee si abboni a connessioni internet di oltre 100 Mbps.
Va poi tenuto presente che vi è un nesso tra banda larga e ricerca & innovazione in quanto le infrastrutture a banda larga sono la base per una crescita intelligente. Una crescita intelligente implica lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione. La ricerca ha bisogno di sistemi all’avanguardia, di reti potenti e affidabili che non solo garantiscano comunicazione ma permettano la sperimentazione di servizi evoluti: senza un’infrastruttura adeguata il territorio perde competitività, non è in grado di attrarre le aziende ed è soggetto a fenomeni migratori da parte delle generazioni più giovani.
Vi è poi un nesso tra banda larga ed energia in quanto le infrastrutture a banda larga sono serventi una crescita sostenibile. Le reti di comunicazione a banda larga e ultralarga, oltre ad avere un ruolo chiave nelle strategie di governance per un’economia sostenibile, rappresentano un fattore abilitante della “crescita verde” nei più svariati settori dell’economia: dall’edilizia, ai trasporti e dalla gestione della mobilità, all’energia.
Per questo motivo ha senso occuparsi attivamente e costruttivamente delle “smart communities”, cioè nello sviluppo di reti di gestione intelligenti – le cd. smart grid– sfruttano reti a banda larga per raccogliere e analizzare enormi quantità di dati offrendo la soluzione gestionale ottimizzata. Una crescita sostenibile agganciata ad un “internet dell’energia”, una rete analoga a quella che utilizziamo oggi per scambiarci le informazioni, ma volta alla condivisione e alla produzione della propria energia verde dalle case, dagli uffici e dalle fabbriche. Le smart grids non richiedono elevate quantità di banda, bensì una banda di qualità.
Vi è poi un nesso tra banda larga – economia digitale in quanto le infrastrutture a banda larga possono favorire una crescita inclusiva. Anche l’obiettivo comunitario di crescita inclusiva può essere raggiunto con il contributo delle reti di comunicazione elettronica ad alta velocità. La banda larga rappresenta uno strumento per assicurare l’inclusione universale nella società della conoscenza: un accesso che solo le nuove tecnologie possono garantire.
In questa fase l’orientamento che guida l’innovazione della Pubblica Amministrazione all’interno dello sviluppo della società dell’informazione non è più limitato allo scambio di dati e servizi fra PA (la dematerializzazione e la cooperazione applicativa sono date ormai per scontate) ma è proteso a valutare l’impatto che genera sullo sviluppo economico del territorio (diritti digitali, servizi e opportunità che si offrono o garantiscono a cittadini e imprese, ad esempio gli open data).
Vi sono poi infine tre temi che ritengo molto pertinenti con l’evoluzione di una società digitale che sempre più è connessa e dipende da internet.
Il primo riguarda il Trentino e la traiettoria del suo sviluppo futuro. Progettare e preparare il futuro e’ il compito principale di chi governa un territorio, che non può limitarsi alla buona gestione, o alle prospettive di breve termine, ma deve assumersi la responsabilità’ di indicare una strada e di prepararne adeguatamente il percorso. Sono fortemente convinto che il futuro del Trentino dipenderà dalle infrastrutture tecnologiche che saprà costruire ed organizzare nel settore delle tecnologie della comunicazione e della informazione. Questa convinzione dipende, tra le altre, da una ragione principale: queste tecnologie sono quelle che consentono di rendere produttiva, di “mettere al lavoro” la risorsa su cui più stiamo investendo nel territorio trentino: il sapere, l’eccellenza delle competenza sia in ambito tecnico scientifico che in ambito umanistico. La rete e’ infatti il principale strumento di tutti quelli che lavorano con la conoscenza, e che tramite la conoscenza producono cultura, turismo, welfare, agricoltura, industria e servizi. Da questa convinzione dipende la decisione di investire sulla infrastruttura della rete, per portare servizi avanzati di connettività anche nelle zone di montagna, garantendo uguali opportunità di accesso a tutti i cittadini e opportunita’ di sviluppo a tutte le imprese.
Il secondo tema riguarda invece la mia esperienza personale, il mio lavoro politico e di governo. La cultura politica del Trentino e’ fortemente caratterizzata dal valore che viene attribuito alla partecipazione, al coinvolgimento dei cittadini nel governo della comunità. Un ricco tessuto di associazioni tematiche assicura e consente questa partecipazione. E questo coinvolgimento non e’ soltanto un corretto esercizio di democrazia, ma migliora la qualità delle decisioni politiche e l’efficacia della azione amministrativa. Sempre più spesso pero’ l’aumentare della complessità dell’attività di governo, la necessita’ di tener conto di una pluralità di fattori sempre crescente e, soprattutto, la necessita’ di decidere rapidamente in relazione al mutamento dei fattori esterni, sembra richiedere l’abbandono della partecipazione, l’attenuazione della democrazia, l’affermarsi di modelli politici autoritari e basati sul potere crescente delle burocrazie tecniche. La mia convinzione, e la mia speranza, e’ che le tecnologie della comunicazione, e Internet in particolare, siano gli strumenti che riescono a contrastare questo impoverimento della democrazia, che aiutino la politica a governare la complessità senza “desertificare” la democrazia e la qualità politica della partecipazione.
Vi è infine un terzo fattore. Esso riguarda questo sentimento di rassegnata disillusione che si va diffondendo sul futuro del nostro paese, gravato da difficoltà finanziarie e politiche che sembrano caratterizzare complessivamente la sua fisionomia. Sono convinto che occorra contrastare questa rassegnazione, così come ci invita a fare sempre più spesso il Presidente della Repubblica. E per contrastarla dobbiamo valorizzare e sostenere ciò che di vitale e di positivo, malgrado tutto, si muove nel nostro paese. E quindi valorizzare e sostenere ciò che si muove intorno a Internet e alle tecnologie dell’informazione: centri di ricerca, piccole aziende innovative, lavoratori della conoscenza, amministrazioni pubbliche che aprono i loro patrimoni informativi, reti sociali, associazioni politiche e culturali, dipartimenti universitari. Questo mondo non è rassegnato, ma inventa, progetta, si organizza, propone al mondo una diversa rappresentazione del nostro paese.