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Il Fixed Wireless Access: cos’è, a cosa serve in Italia e prospettive di mercato

Il Fixed Wireless Access si è affermato in Italia come un comparto a sé nel settore delle Tlc, offrendo un servizio simile a quello fisso in termini di prestazioni ma con i vantaggi dei collegamenti wireless. Ecco tutto quello che c’è a sapere sul mercato, gli operatori e le prospettive future in vista del 5G

Pubblicato il 15 Mag 2019

Lorenzo Principali

direttore Area Digitale di I-Com

FWA

Il Fixed Wireless Access (FWA) in Italia continua a crescere e va verso scenari nuovi con l’arrivo del 5G (2019-2020).

Cos’è il Fixed wireless access

Ricordiamo che il Fixed wireless access è una tecnologia che utilizza un sistema ibrido di collegamenti via cavo e senza filo per offrire servizi di connettività in banda larga e ultralarga.

È anche definita “Fiber to the tower” (FTTT), ovvero “fibra fino all’antenna”, poiché il cavo arriva fino alla stazione radio base (detta BTS) la quale emette il segnale senza fili per raggiungere il terminale (un’antenna ricevente) che poi lo distribuirà nelle abitazioni degli utenti. Viene definita “Fixed” perché, a differenza delle altre connessioni wireless, utilizza le onde radio esclusivamente per creare un ponte tra due infrastrutture fisse.

La rete mista (fibra/rame da un lato e tecnologia radio dall’altro) rappresenta un’alternativa più economica e flessibile rispetto a quella tradizionale, in particolare per le zone montane, rurali e a bassa densità abitativa, dove non è presente una rete cablata in grado di arrivare fino in casa dell’utente e in cui sarebbe anti-economico costruirla.

L’importanza del Fixed Wireless in Italia

A livello normativo, la Delibera 292/18 dell’AGCOM ha equiparato “le soluzioni FWA innovative, quindi miste fibra-radio”, a quelle “FTTC, miste fibra-rame”, definendole “perfettamente abilitanti alla banda ultra larga oltre i 30 Megabit”.

L’importanza e l’efficacia della tecnologia FWA in termini di performance, capillarità e sostenibilità emerge anche dalla previsione del suo utilizzo nei tre Bandi BUL (banda ultra larga) pubblicati da Infratel e vinti da Open Fiber. In particolare, su circa 9,2 milioni di Unità Immobiliari da coprire, circa 1,5 milioni verranno raggiunte con tecnologia FWA.

A tal proposito, lo stesso sviluppo dei bandi BUL rappresenta un tema di fondamentale importanza anche per la filiera del FWA, in quanto consentirà il rilegamento in fibra ottica delle antenne, aumentando così la capacità di banda nella rete di backhaul e abilitando l’offerta di servizi internet ultra-broadband sempre più performanti verso clienti i clienti finali business o consumer.

La banda utilizzata: operatori licenziati e non licenziati

Gli operatori FWA agiscono su diverse bande di frequenza, alcune soggette a licenza concessa dal MISE ed altre liberamente utilizzabili entro certi limiti tecnici e geografici. Per quanto riguarda le prime, l’asta per l’assegnazione delle frequenze dedicate, quella della banda 3.5GHz, è stata effettuata nel 2008 (bando Broadband Wireless Access o BWA).

Nella definizione dello scenario tecnico-regolatorio di utilizzo di queste frequenze, le autorità hanno espresso allora particolare lungimiranza, non confinando l’utilizzo delle frequenze a specifiche tecnologie ma lasciando la possibilità agli operatori di decidere di volta in volta quali standard di trasmissione utilizzare. Grazie a questa previsione, gli operatori licenziati hanno potuto effettuare l’upgrade delle proprie tecnologie di trasmissioni prima all’LTE, poi al 4G Advanced e ora anche al 5G, per cui sono previste a breve le prime sperimentazioni.

I principali aggiudicatari del bando 2008 sono stati Ariadsl, A.F.T. (Linkem) e Retelit. Nel corso degli anni, il mercato dell’accesso a banda larga senza fili è molto mutato sia in termini di presenza degli operatori, sia in termini di tecnologie. A fine 2015 la controllante di Ariadsl, Aria Italia, si è fusa per incorporazione con Tiscali Spa, passando a quest’ultima la licenza BWA di Aria sui 3.5 GHz e la sua rete di accesso Fixed Wireless. Grazie all’upgrade della tecnologia di trasmissione, passato dal protocollo IEEE 802.16 all’LTE in virtù della citata neutralità della licenza, Tiscali è in grado di fornire l’accesso sulla propria rete ed i servizi di connettività “Fixed Wireless Access” su frequenza 3.5Ghz con capacità che raggiungono i 100 Mbps.

Linkem, nella gara del 2008, era stato il secondo maggiore operatore BWA in termini di licenze ottenute. Nel 2013 ha acquistato il ramo aziendale BWA del terzo classificato, Retelit Spa, per circa €27,5 milioni. A partire dal 2015, Linkem ha proceduto all’upgrade delle proprie reti allo standard LTE, sostituendo le antenne IEEE 802.16 e offrendo connettività a 30 Mbps. La rete di Linkem è stata strutturata in modo da garantire un ulteriore shifting al 5G “in continuum”, che gli consentirà di semplificare le modalità per offrire connettività fino a 100 Mbps.

Un altro operatore, Go Internet, è titolare diritti d’uso BWA nelle regioni Marche ed Emilia Romagna, essendo subentrato nelle licenze originariamente assegnate a Infracom e City Carrier. Anche questo provider ha effettuato lo switch da IEEE 802.16 a LTE, offrendo a famiglie e imprese sia servizi di connettività dati, sia servizi voce.

A luglio 2018 gli operatori sono stati informati dell’accoglimento della loro istanza di proroga delle licenze, in scadenza nel 2023, fino al 2029 (prassi ormai abbastanza consolidata in Italia). Nel frattempo, l’ITU e il Cept avevano individuato la banda 3.5Ghz tra le bande pioniere per le sperimentazioni in 5G. Il combinato disposto tra l’imminente asta per le frequenze 5G, avvenuta lo scorso settembre 2018, e la possibilità di utilizzare le frequenze licenziate nel bando BWA con lo standard desiderato (quindi anche con il 5G), hanno riacceso i riflettori su questi operatori: Fastweb ha aperto le trattative per l’acquisto della divisione Fixed Wireless Access di Tiscali, che porta in dote la licenza ad operare su 40 MHz nella banda 3,5 GHz, perfezionata a novembre 2018 per circa 198 milioni. Inoltre, lo scorso febbraio 2019, Linkem è diventato primo azionista di Go Internet.

Parzialmente diverso appare invece il modello tecnologico e di business utilizzato da Eolo, nato come NGI e divenuto Eolo SpA nel 2016: non essendo tra i licenziatari del bando BWA, ha iniziato operando sulle frequenze libere 5,4 GHz con tecnologia 802.11h, specifica per WLAN (reti locali wireless) o HiperLAN (reti locali wireless di grandi dimensioni). È poi passato all’utilizzo dell’802.16e a partire dal 2010, per effettuare un nuovo upgrade nel 2013 con la tecnologia EOLOwave, per fornire prestazioni fino 30 Mbps. Inoltre, a partire dal 2017 l’intera rete EOLO è stata oggetto di un importante processo di evoluzione tecnologica attraverso la realizzazione di un’infrastruttura ultra-broadband fixed-wireless a 100 Mbps (denominata “EOLOwaveG”). Questa tecnologia, di derivazione 5G e sviluppata per garantire le massime performance in modalità wireless sia a clientela residenziale che business, utilizza frequenze licenziate di tipo millimetrico, assegnate ad uso esclusivo ad Eolo nelle bande a 26 GHz e 28 GHz a livello nazionale.

Mercato del FWA

Il Fixed Wireless Access è ormai una filiera a sé stante: secondo le ultime rilevazioni AGCOM disponibili, a fine 2017 il mercato dei servizi FWA ammonta a circa 250 milioni di euro.

A fine 2018 sono 1,2 milioni gli utenti FWA in Italia, crescendo del 17 per cento su base annua.

Gli operatori maggiori sono Linkem, con circa il 40% del mercato, ed Eolo (37,1%). Tiscali si attesta intorno a quota 5%, precedendo Go Internet (3,3%). Gli altri operatori, in genere di dimensioni minori, fatturano nel complesso circa il 13% del comparto.

Gran parte degli operatori FWA sono consorziati nella Coalizione per il Fixed Wireless Access (CFWA) che rappresenta attualmente 60 aziende per oltre 2 miliardi di fatturato – di cui più di 1,6 miliardi in Italia – e più di 7500 addetti. Le stime di crescita del fatturato degli operatori nel prossimo triennio indicano un incremento tra i 300 e i 500 milioni di euro, con conseguenti effetti positivi su indotto e occupazione (Fonte- I-Com).

Anche dal punto di vista degli accessi, il comparto degli operatori FWA appare tra i più dinamici in termini di crescita degli abbonati. Gli operatori Wisp che fanno capo a CFWA a fine 2017 risultavano aver totalizzato oltre 500mila accessi a settembre 2018, ed è quindi probabile che nel frattempo abbiamo superato quota 600 mila, cioè oltre la metà del totale abbonati degli operatori che utilizzano questa tecnologia.

Prospettive future, fixed wireless access e 5G

In definitiva, l’FWA si è ormai affermato come un comparto a sé nel settore delle Tlc, offrendo un servizio simile a quello fisso in termini di prestazioni (stabilità, affidabilità, volumi di traffico) ma con i vantaggi dei collegamenti wireless (maggiore sostenibilità economica dal punto di vista realizzativo, maggiore accessibilità per il cliente finale e soprattutto maggiore capillarità).

Con lo standard 5G il fixed wireless access si appresta a dare banda ultra larga in particolare nelle zone dove la fibra non arriva e a velocità paragonabili. Vodafone e Fastweb hanno già annunciato un lancio per fine anno nell’hinterland di Milano, con velocità di 1 Gigabit.

Alcuni elementi di carattere normativo e regolatorio potrebbero velocizzare l’evoluzione di questo settore, come la possibilità di aumentare il numero di frequenze a disposizione della tecnologia FWA (come ad es. le frequenze a 5,8 GHz contigue alle frequenze a 5,4 GHz già utilizzate per servizi FWA), diminuire i costi associati alle frequenze attuali e ridurre la mole di adempimenti burocratico-amministrativi che, al momento, rendono complicata la presenza sul mercato per gli operatori di minori dimensioni. In tal modo, gli operatori Fwa potrebbero dare tutto il loro apporto per contribuire a colmare il digital divide e rendere a tutti gli effetti anche l’Italia una connected nation.

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