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Il futuro della governance internet dopo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

Esteso il mandato degli Internet Governance Forum riconoscendo che il processo ha assicurato un’occasione di confronto multi-stakeholder della comunità interessata allo sviluppo dell’eco-sistema Internet. L’IGF dovrà impegnarsi a progredire sulla sua modalità di lavoro e favorire la partecipazione di importanti stakeholder dei paesi in via di sviluppo

Pubblicato il 25 Dic 2015

Stefano Trumpy

Pioniere di Internet, Presidente onorario di Internet Society Italia 

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La settantesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato, nel corso della settimana passata, una mozione denominata WSIS+10 (dieci anni dopo il World Summit on the Information Society del 2005). E’ un piano per utilizzare l’Internet e le tecnologie dell’informazione allo scopo di assicurare un’agenda per la crescita economica e lo sviluppo sostenibile in tutti i paesi, nei prossimi quindici anni.

Il documento finale, rilasciato il 16 dicembre, è stato il frutto di un processo di intense negoziazioni tenutesi a New York in un meeting di alto livello al quale hanno partecipato non solo governi, ma anche i principali attori interessati, in una logica multi-stakeholder.

Tra gli argomenti che sono stati affrontati, vi sono stati: il digital divide, le maggiori sfide attuali quali il cyber-crime, i cyber-attacks, l’utilizzo delle tecnologie ICT per il terrorismo, e la sicurezza in generale.

Ampio spazio è stato dedicato alla Internet Governance nell’ambito della quale si è raccomandata una maggiore partecipazione e impegno da parte dei governi, del settore privato, della società civile, delle organizzazioni internazionali e delle comunità tecniche e accademiche.

In particolare è stata approvata l’estensione per altri dieci anni del mandato degli Internet Governance Forum riconoscendo che il processo ha assicurato un’occasione di confronto multi-stakeholder della comunità interessata allo sviluppo dell’eco-sistema Internet; l’IGF dovrà impegnarsi a progredire sulla sua modalità di lavoro e favorire la partecipazione di importanti stakeholder dei paesi in via di sviluppo. È prevista una verifica allo scadere del prossimo decennio (2025) in vista degli obiettivi del 2030.

La decisione che dovevano prendere i governi i quali notoriamente non hanno tutti lo stesso approccio nei riguardi della Società dell’Informazione e di Internet era largamente attesa dalla comunità globale che ha investito moltissime risorse per favorirla. Alla fine il risultato è stato accolto con sollievo e quindi può, da qui in avanti, riprendere la pianificazione dei prossimi sviluppi.

Riferimenti storici

Le iniziative delle Nazioni Unite riguardanti la Società dell’Informazione iniziarono nel 2003 con la prima edizione del WSIS (World Summit on Information Society che si tenne a Ginevra); questo summit non vide una larga partecipazione di parti interessate e quindi si pianificò un nuovo Summit che si tenne a Tunisi nel 2005. Questo ultimo fu molto ben preparato e ha avuto risultati concreti focalizzati su due processi; la enhanced cooperation volta a promuovere azioni per diminuire il divario tecnologico e culturale tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo e lo Internet Governance Forum consistente in meeting annuali nei quali rappresentati di tutte le parti interessate si sarebbero incontrati su basi di uguaglianza per discutere i punti critici per l’evoluzione dell’eco-sistema Internet.

Chi scrive ha partecipato a nove edizioni degli IGF tenutisi sin qui come rappresentate della delegazione governativa e come Presidente di Internet Society Italia e valuta qui sotto le caratteristiche salienti emerse nel decennio trascorso.

Lo IGF è un consesso privo di poteri decisionali che studia quelle soluzioni che hanno un’influenza a medio-lungo termine su Internet; ha mostrato quanto sia diffusa e sentita nel mondo “l’esigenza di definire regole che sovrintendono al funzionamento della Rete in tutti i suoi aspetti: dalla gestione dei contenuti sino a quella dell’infrastruttura; hanno partecipato elementi di una comunità ricchissima di conoscenze che si è cimentata in “brainstorming” sulle tematiche emergenti di Internet, ove i governi hanno avuto la possibilità di comprendere in modo profondo le potenzialità e le patologie della Rete, la società civile si è espressa per rafforzare politiche per il bene comune, mentre il settore privato si è confrontato con le esigenze dei governi e della società.

La comunità Internet formata dal settore privato, dalla comunità degli utenti della rete e dalla comunità tecnica ha accolto con estremo interesse questa attenzione della parte governativa rappresentata ai più alti livelli come quello delle Nazioni Unite ed è anche riuscita a consolidare una prassi secondo la quale, su tematiche così pervasive, i governi non possono fare a meno di confrontarsi alla pari con tutte le parti interessate, anche nelle fasi decisionali. A questo approccio ci si riferisce con il termine muti-stakeholder intendendo che tutti i portatori di interesse della comunità globale devono essere coinvolti nei processi decisionali. Lo IGF rappresenta, in questo modo, la sfida di portare a confronto due culture, quella di carattere non governativo, con un processo decisionale informale dal basso verso l’alto tipico della Rete Internet, rispetto a quella più formale dei governi.

L’IGF costituisce il primo esperimento del genere nella storia dell’evoluzione delle infrastrutture tecnologiche e, come tale, deve essere rafforzato, stimolando la partecipazione di tutti gli interessati alla costruzione della Società dell’Informazione.

Gli IGF globali si sono appoggiati a un segretariato generale con base a Ginevra e si sono tenuti nei seguenti paesi su richiesta dei relativi governi: Grecia (2006), Brasile (2007 e 2015), Egitto (2008), India (2009), Lituania (2010), Kenya (2011), Azerbaijan (2012), Indonesia (2013) e Turchia (2014).

Per le informazioni relative si veda il sito ufficiale mantenuto dalla segreteria delle Nazioni Unite di Ginevra http://www.intgovforum.org

Nel gennaio del 2008 il Parlamento Europeo emise una raccomandazione agli stati della Unione Europea di organizzare degli IGF nazionali e al tempo stesso dette mandato alla Commissione di lanciare un evento regionale Europeo al quale fu dato il nome di EURODIG (European Dialog on Internet Governance).

Questi meeting hanno normalmente una durata di due giorni e si svolgono generalmente un paio di mesi prima degli IGF globali per predisporre una posizione più uniforme dei paesi membri della UE.

EURODIG è stato ospitato nelle città di Strasburgo, Ginevra, Madrid, Belgrado, Stoccolma, Lisbona, Berlino e Sofia. La Commissione Europea, confidando sull’esito positivo della 70ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si era già anticipata annunciando la riunione EURODIG del 2016 che si svolgerà a Bruxelles i 9 e 10 giugno prossimi.

Riferimenti informativi a http://www.eurodig.org

A partire dal 2008, diversi stati europei, anche esterni alla UE, hanno iniziato a organizzare degli IGF nazionali (Armenia, Austria, Azerbaijan, Croazia, Danimarca Finlandia, Germania, Italia, Malta, Olanda, Portogallo, Russia, Spagna, Svizzera, Ucraina, UK).

Per quanto riguarda organizzazione, caratteristiche e tempi, ciascuna nazione ha agito indipendentemente.

Importante notare che l’Italia fu il primo paese a rispondere attivamente alla raccomandazione del Parlamento europeo, grazie all’impegno della Internet Society Italia (www.isoc.it) che, nell’aprile del 2008, ha avviato il processo pubblicando il Quaderno “Verso la costituzione dell’Internet Governance Forum Italia” che si può consultare a:

http://www.isoc.it/node/792

Le sette sessioni tenutesi sin qui dello IGF Italia sono state in sequenza a: Cagliari (ospite: Regione Sardegna), Pisa (ospite: CNR/IIT), Roma (ospite: CNR), Trento (ospite: Provincia), Torino (Ospite: NEXA – Università), Roma (ospite: Camera dei Deputati), Roma (ospite: Camera dei Deputati). Per le informazioni e registrazioni video relativi di IGF Italia si veda: http://www.isoc.it/igfitalia

Considerazioni conclusive

Dopo il WSIS di Tunisi, le Nazioni Unite avevano lanciato il processo degli IGF per una durata di cinque anni, scaduti i quali, il periodo era stato propagato per ulteriori cinque anni. Non vi è dubbio che l’estensione del ruolo degli IGF sino al 2025 rafforza sensibilmente la rilevanza di questo processo facendone, di fatto, una sorta di marchio di fabbrica. È bene quindi pensare a un futuro dello IGF Italia che abbia dietro di sé una struttura organizzativa più solida di come è stata sinora, in modo che assicuri una consistente partecipazione multi-stakeholder e favorisca anche una partecipazione italiana meglio organizzata nei consessi internazionali nei quali si discutono i temi della Internet Governance.

Con l’inizio del nuovo anno sarà quindi opportuno iniziare la suddetta pianificazione.

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